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‘Sesso orale per la carriera’, bufera sul sindaco Ny

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Nuova bufera sul sindaco di New York. Già sommerso dalle critiche per la sua gestione dell’emergenza migranti, Eric Adams è accusato di aver chiesto favori sessuali a sua ex collega di polizia in cambio di aiuto per ottenere una promozione. L’incidente risale al 1993 e la donna lo aveva denunciato lo scorso novembre approfittando dell’Adult Survivor Act, la legge dello stato di New York che apriva una finestra di un anno per denunciare abusi e molestie sessuali avvenuti nei decenni precedenti. Ora in nuovi documenti depositati in tribunale la donna ha raccontato l’incidente nel dettaglio. I due lavorano insieme e lei si era rivolta ad Adams per chiedere aiuto dopo una mancata promozione. L’attuale sindaco, ai tempi agente di polizia, l’aveva portata in un parcheggio isolato e le aveva chiesto del sesso orale. Quando la donna aveva rifiutato, Adams l’aveva costretta a masturbarlo, secondo quanto si legge nelle 26 dettagliate pagine di accuse.

“Gli effetti delle molestie, del tradimento e del sorprendente abuso di potere continuano a perseguitare la nostra assistita ancora oggi”, affermano i legali della donna. “Sapeva che presentare l’azione legale le avrebbe causato problemi personali ma lo ha fatto lo stesso perché è convinta che chi compie abusi deve essere ritenuto responsabile, a prescindere da chi è”, aggiungo ancora. “Stiamo valutando la denuncia. Il sindaco nega completamente queste oltraggiose accuse e gli eventi descritti”, commentano dall’entourage di Adams. Il sindaco aveva già smentito seccamente le accuse lo scorso novembre quando la donna aveva fatto denuncia. Da allora ha sempre ribadito la sua estraneità ai fatti.

Nonostante questo i documenti depositati in tribunale rischiano di causargli un forte danno di immagine in vista della sua campagna elettorale per cercare di essere rieletto il prossimo anno. Le accuse si sommano alle violente critiche che già da tempo travolgono Adams, dai migranti alla mancata sicurezza della città passando per la sporcizia. Il sindaco della Grande Mela è inoltre nel mirino delle autorità federali per la sua precedente corsa a primo cittadino di New York. Gli investigatori hanno perquisito le abitazioni di alcuni dei suoi più stretti collaboratori e avrebbero ottenuto accesso anche ai cellulari e all’iPad di Adams. L’inchiesta è concentrata su possibili donazioni straniere illegali incassate dalla sua campagna, e in particolare su quelle ricevute dalla Turchia. Fondi di cui forse Adams era a conoscenza e per i quali, nelle settimane precedenti alla sua elezione, avrebbe premuto sulle autorità della città per autorizzare la costruzione del nuovo consolato turco nonostante i timori sollevati sulla sicurezza della struttura.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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