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Cronache

Scossa 3.8 nel salernitano, tanta paura ma niente danni

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Pochi secondi, ma sufficienti a far rivivere a tanti le paure del devastante terremoto del 1980: sono stati attimi di terrore, stamani, a Ricigliano, piccolo comune della provincia di Salerno, per una scossa di terremoto di magnitudo 3.8, che fortunatamente non ha provocato danni. La scossa è stata registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 10.23, a una profondità di 8 chilometri. Molti, dopo la scossa, si sono riversati in strada.

Ricigliano è un centro di poco più di mille abitanti ai confini con la Basilicata. E tanti di loro sono tornati indietro con i pensieri a quel 23 novembre del 1980, quando solo qui ci furono 22 vittime e decine di feriti. “Ricordo – continua il sindaco Picciuoli- che i primi soccorsi dopo il sisma del 1980 furono portati dall’Aeronautica militare e dai soldati dell’Esercito. Solo loro riuscirono ad arrivare. E in mente abbiamo tutti quei terribili giorni di sofferenze”.

A Ricigliano non ci sono più i segni di quella terribile scossa di 44 anni fa, ma le ferite sono impresse nella memoria sia di chi lo ha vissuto, sia di chi lo ha sentito raccontare dai genitori o dai nonni. I nomi delle 22 vittime sono incisi in una stele, che ricorda ogni giorno coloro che persero la vita sotto le macerie. Tantissime abitazioni non ressero l’urto della forte scossa. In tanti rimasero per ore sotto i muri crollati. Tra di loro anche Vito Saracco, sindaco di Ricigliano nel 1980. Sepolto sotto i calcinacci per ore, fu salvato da due amici e poi restò in carica fino al 1985 occupandosi della fase post terremoto.

“Fu un eroe”, raccontano in paese. “Fu ferito alla testa, e nonostante ciò continuava a girare tra le macerie per aiutare i feriti. Poi, nei mesi successivi, si impegnò con tutte le sue forze per far ripartire la macchina amministrativa e per far giungere nel nostro paese gli aiuti”. In tanti ricordano anche che la sera del sisma del 23 novembre per una pura casualità non si celebrò la messa pomeridiana: la chiesa crollò completamente e si evitò una strage sicura.

Oggi le case di Ricigliano rispondono ai più avanzati criteri antisismici, in seguito a una ricostruzione che si è protratta per molti anni. Ed è probabilmente anche per questo che la breve, ma forte scossa di stamattina, non ha provocato danni. La terra non ha tremato solo in Campania. Un terremoto di magnitudo 2.5 si è verificato infatti alle 7.47 anche in Alta Garfagnana, con epicentro a 7 km nord est dall’abitato di Fosciandora, in provincia di Lucca. L’epicentro corrisponde al crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano, a Monte Romecchio. Anche in questo caso non si registrano danni.

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Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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Coldiretti, 30 aprile agricoltori in assemblea in tutta Italia

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Il prossimo 30 aprile almeno 50mila agricoltori della Coldiretti si preparano a riunirsi in 96 assemblee nelle province di tutta Italia in vista delle elezioni europee e nell’ambito delle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola. Fra i temi della “giornata dell’orgoglio Coldiretti”, la raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, la fauna selvatica, la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole “che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali”.

Lo rende noto la stessa organizzazione agricola in un comunicato. Fra gli altri temi, le “importazioni sleali”, il “falso made in Italy” e “la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici”. Al centro degli incontri ci sarà la raccolta di firme “per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti” e “l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi, che deve diventare una priorità”. Per la Coldiretti “il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.

Sulla fauna selvatica incontrollata, definita “un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”, l’organizzazione agricola rileva che “mancano i piani regionali straordinari di controllo” e “strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto”. In particolare, la Coldiretti dice di avere chiesto “un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina”.

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