Collegati con noi

Politica

Schlein attacca i ministri in conflitto d’interessi

Pubblicato

del

Elly Schlein non usa giri di parole ed entra a gamba tesa sui casi che da giorni agitano l’esecutivo. “Il conflitto di interessi continua a essere un problema e lo dimostrano le tante vicende che riguardano anche ministri di questo governo”, attacca dai Quartieri Spagnoli di Napoli. Qui, con l’iniziativa contro l’Autonomia differenziata, la segretaria vuole rilanciare un Pd che parli “con una voce sola da Nord a Sud”. Un’operazione compattezza, dunque. Su cui pesano, però, gli attriti tra i Dem campani e il vertice del partito. L’inquilina del Nazareno, tra i vicoli della città partenopea, decide di glissare sull’assenza all’evento del presidente della Regione Vincenzo De Luca, che a sua volta tace. Provano a mediare, invece, il presidente Stefano Bonaccini e il sindaco di Bari Antonio Decaro.

E mentre lo stato maggiore del Pd è nel cortile assolato della Fondazione Foqus a ragionare di Sud, dalla Capitale arriva una nuova tegola: il consigliere regionale del Pd Roberto D’Amato, già assessore alla Sanità e candidato Dem a La Pisana, sarebbe pronto a passare nelle fila di Azione dopo contrasti con Schlein. Ma la segretaria non intende soffermarsi sulle vicende interne. Preferisce lanciarsi in un attacco a tutto campo contro il governo, alle prese con i casi Santanché, La Russa e Delmastro. E incalza sulle polemiche interne alla maggioranza in materia di giustizia: “c’è chi vuole indebolire strumenti di contrasto alle mafie per cui hanno perso la vita tanti servitori dello Stato”. Cita Paolo Borsellino e avverte l’esecutivo in vista delle prossime commemorazioni: “risparmiateci il 19 luglio le vostre parole vuote se seguono fatti che vanno in direzione contraria”. Per Schlein, insomma, “mettere in discussione il concorso esterno è irresponsabile”.

Quando è il momento di affrontare il ddl Calderoli, non mostra alcun dubbio. “Il governo – dice – ha suggellato un patto di potere con un orrido baratto: il presidenzialismo per l’Autonomia differenziata”. “Non pensassero di poterci portare al confronto su temi costituzionali – aggiunge – mentre avanzano a spallate sull’autonomia differenziata”. Il Pd, per Schlein, deve essere “l’intoppo” nell’iter della riforma. E carica i suoi: “da qui ci siamo messi di traverso”. Alla premier Giorgia Meloni consiglia di “governare per il Paese e per il Sud e non contro”. Poi chiama in causa i “presidenti di Regione che non stanno dicendo nulla sull’autonomia differenziata per fedeltà politica, una vergogna”. Il riferimento è ai presidenti di centrodestra. E tra questi, risponde Attilio Fontana: “Schlein è poco informata o è in malafede”. Oggi, però, a pesare davvero è un altro silenzio. Quello di Vincenzo De Luca. Dopo gli attacchi frontali degli ultimi giorni, il presidente della Campania, nel giorno del discorso di Schlein a Napoli, sceglie di non intervenire. Nessuno dei ‘deluchiani’ si presenta, circostanza che la segretaria dem decide di non rimarcare. Ma entrano in campo i pontieri.

“De Luca rappresenta una risorsa per la Campania, dobbiamo lavorare per l’unità”, dice il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Gli fa eco Decaro, che lamenta di non aver visto tutto il partito all’iniziativa: “l’assenza c’è, pesa e deve essere superata”. Anche il presidente Dem Bonaccini prova a ricucire: “abbiamo bisogno di tutti, anche di De Luca”. “L’unità è un valore quando si accompagna alla coerenza delle battaglie che noi insieme facciamo”, si limita a dire Schlein. Ma, la spaccatura nata dal dissenso dalla base campana sul commissariamento, vista da vicino, non sembra facile da ricomporre. Intanto, al Nazareno arriva un colpo di assestamento dal Pd laziale. D’Amato, che aveva già lasciato l’assemblea nazionale del partito dopo la partecipazione di Schlein alla manifestazione M5s, sembra pronto a entrare nella formazione di Carlo Calenda. Ipotesi che, per Osvaldo Napoli, segnerebbe “la nascita di un nuovo riformismo che il Pd Schlein non potrà mai interpretare”. Nonostante l’adesione di Elena Bonetti e Roberto Fico all’iniziativa di Napoli, le “alleanze” auspicate da Bonaccini appaiono ancora di là da venire.

Advertisement

Politica

Campania: De Luca, Meloni non può parlare di lotta alla camorra

Pubblicato

del

“Io amo molto i tanti esponenti del mondo cattolico che in questo momento per esempio stanno utilizzando le risorse stanziate alla Regione Campania per gli oratori. Ci sono decine di parroci che stanno creando cose bellissime per aggregare i giovani nelle loro parrocchie. È un lavoro prezioso di aggregazione delle giovane generazioni. E soprattutto sono convinto che la lotta alla camorra la si fa creando il lavoro, aprendo i cantieri, e quindi chi non può parlare di lotta alla camorra è il governo Meloni, che tiene bloccate le risorse da più di un anno, altro che camorra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine della presentazione dei lavori allo stadio Collana di Napoli, rispondendo a una domanda sulle polemiche seguite alle sue parole sul parroco di Caivano don Maurizio Patriciello.

“La lotta alla camorra – ha aggiunto De Luca – si fa creando lavoro, non facendo demagogia. La lotta alla camorra si fa difendendo l’unità d’Italia, non spaccando l’Italia e calpestando le ragioni del Sud. Non solo i fondi sviluppo e coesione che sono bloccati, ma i fondi per la sanità, i fondi per il trasporto. Non c’è ancora molta gente che nel Sud ha capito bene il pericolo che corriamo. Noi dobbiamo combattere con molta serenità e soprattutto superando questo clima di subalternità, di sottomissione, di vassallaggio. Siamo di fronte ad una prova di burocratismo che sta dando questo Governo che non si è mai vista. Questi sono i problemi reali. Tutto il resto sono strumentalizzazioni, assolutamente inutili e improprie”, ha concluso De Luca.

Continua a leggere

Politica

Graziano (Pd), grave uso foto don Patriciello in campagna Fdi

Pubblicato

del

“La lotta alla camorra non può essere né irrisa, né strumentalizzata. La seconda cosa non è meno grave della prima” così il deputato democratico, Stefano Graziano, commenta l’utilizzo dell’immagine di don Patriciello nella campagna elettorale di un candidato di Fdi. Il riferimento è alla vicenda di cui riferisce la Repubblica Napoli.

Il deputato Marco Cerreto, in lizza per le Europee, solidarizza con don Maurizio Patriciello dopo la polemica innescata dal governatore De Luca. “Non avevo intenzione di strumentalizzare nessuno – dice interpellato dal quotidiano – non c’è scritto di votare per me. E’ una manchette che uso sempre sui social e su quella faccio la mia comunicazione”.

Continua a leggere

Politica

Burlando, ho incontrato Spinelli per dargli un’opinione

Pubblicato

del

“Questo è uno scandalo che riguarda tutta l’Italia”. Lo ha detto l’ex presidente della Liguria ed ex sindaco di Genova Claudio Burlando, intervistato dal Corriere della sera. Secondo Burlando, il suo successore Giovanni Toti “dava l’impressione di trattare per sé, non per il bene pubblico”.

Anche l’ex governatore ha incontrato di recente l’imprenditore Aldo Spinelli: “Quarant’anni che mi occupo di queste cose. Molto complesse. Non mi sono mai negato quando qualcuno mi ha chiesto un confronto. Ribadisco: oggi io non ho alcun potere decisionale. In quel momento, Spinelli stava litigando con l’uomo genovese di Psa. Ogni volta che si libera un’area, in porto c’è una zuffa. Mi ha chiesto la mia opinione.

Credo che lui abbia reso pubblico l’incontro per fare ingelosire Toti. Tutto qui”, sostiene Burlando. E sulle parole del dirigente Pd Andrea Orlando, che ha definito ‘crepuscolare’ la fine del suo mandato, replica: “L’ho trovato un giudizio ingeneroso e poco informato. Andrea afferma anche di avere indicato Ferruccio Sansa, vicino ai Cinque Stelle, alle Regionali del 2020. Dove il centrosinistra ha avuto il peggior risultato della sua storia. Non so se faccia bene a rivendicare quella scelta. E non sono sicuro che sia questa la strada per vincere”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto