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Roma capoccia, segna tanti gol ma in difesa ne prende altrettanti: 3-3 col Genoa all’Olimpico

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Sorride il Genoa, la Roma rimugina. La sfida dell’Olimpico tra giallorossi e rossoblu finisce 3-3. Una partita dalle mille emozioni con i liguri capaci di rispondere per tre volte al vantaggio della formazione di Fonseca con il tecnico portoghese che si aspettava certamente un inizio differente. La stagione 2019/2020 della Roma comincia con un pareggio casalingo e qualche fischio del pubblico. Tre volte avanti, la Roma si e’ fatta puntualmente raggiungere dal Genoa, complici altrettante disattenzioni difensive. Non bastano le reti di Under, Dzeko e Kolarov a domare i liguri, capaci di rimboccarsi le maniche e agguantare il pari con Pinamonti, Criscito su rigore e Kouame. Per l’esordio all’Olimpico della sua Roma Fonseca va sul sicuro affidandosi praticamente ai giocatori della vecchia rosa con la sola novita’ dell’innesto del portiere Pau Lopez. Out Spinazzola e Perotti, infortunati, al loro posto giocano Kolarov e Kluivert. Sul fronte opposto l’ex di turno, Andreazzoli, lancia dal primo minuto i neo-acquisti Zapata, Schone, Barreca e Pinamonti e da’ fiducia a destra a Ghiglione. La Curva Sud manifesta il suo sostegno ad Alessandro Florenzi – nuovo capitano giallorosso dopo l’addio di Daniele De Rossi -con uno striscione apparso prima del fischio d’inizio: “Avanti con la tradizione della fascia a un romano, al fianco di Florenzi capitano”.

Immancabile la contestazione al presidente James Pallotta, una sorta di ‘mantra’ della tifoseria giallorossa. La Roma trova il gol del vantaggio praticamente subito: e’ il 6′ quando Dzeko serve al limite per Under che salta con un doppio dribbling a rientrare prima Criscito e poi Zapata e di sinistro batte Radu. Nemmeno un minuto e Under ha tra i piedi il pallone del possibile 2-0 ma il suo diagonale sfiora il palo. Il Genoa nonostante lo svantaggio non si abbatte e dopo qualche svarione iniziale prende le misure alla Roma e al 16′ trova il pareggio con una bella conclusione di Pinamonti che con un bel sinistro infila il pallone sotto la traversa. Risultato in parita’ e partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre con la Roma proiettata in avanti alla ricerca del gol del vantaggio che arriva al 30′ con una prodezza di Edin Dzeko cge, servito da Cristante va a segno dopo aver saltato tre uomini nell’area piccola. Il nuovo vantaggio galvanizza i giallorossi che sfiora il terzo gol prima con Zaniolo (33′) e poi con Florenzi che su uno schema da calcio d’angolo sui 25 metri con un tiro al volo prova a sorprendere Radu che pero’ devia in angolo.

La gara e’ vibrante e sul finire della prima frazione il Genoa trova il pareggio su rigore: contatto nell’area giallorossa tra Juan Jesus e Pinamonti con l’attaccante genoano che finisce a terra. Calvarese non ha dubbi e assegna il rigore che Criscito realizza con Lopez che sfiora il pallone che comunque s’insacca alle sue spalle. al 47′ ci prova Kolarov su calcio di punizione. Il serbo punta la porta con un tiro di potenza, ma Radu riesce a parare ribattendo il pallone in area. La ripresa si apre con il nuovo vantaggio della Roma grazie alla punizione dal limite dell’area battuta dallo specialista Kolarov con il pallone che prima batte sotto la traversa poi ritorna in campo (dopo aver oltrepassato la linea) decisivo l’intervento della goal line tecnology che convalida il gol. La partita sembrerebbe in discesa per la Roma invece, nell’infinito ‘botta e risposta’ al 25′ arriva il pareggio del Genoa: cross di Ghiglione per il centro dell’area dove Kouame’ di testa beffa la difesa giallorossa e segna il gol del 3-3. La Roma accusa il colpo mentre il Genoa cerca di controllare. I giallorossi cercano il gol della vittoria soprattutto nel finale. Ci va vicinissimo il neo acquisto Zappacosta, entrato alla mezzora, ma da due passi liscia il pallone divorandosi il gol del possibile 4-3. Finisce in parita’. La Roma esce tra qualche fischio.

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Calzona: ritiro produttivo, Napoli tiri fuori l’orgoglio

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Il Napoli è da oggi in ritiro in un albergo di Caserta in vista della partita con la Roma di domenica pomeriggio. Un provvedimento, quello della società di Aurelio De Laurentiis, che stando ai sussurri provenienti dall’interno della squadra i giocatori avrebbero accettato a denti stretti. Però Francesco Calzona, che è tornato a parlare alla vigilia di un match dopo mesi di silenzio imposti dalla società prima delle gare, chiarisce i termini della questione dal suo punto di vista e sottoscrive in pieno la decisione del presidente. “Il ritiro – spiega – non è punitivo ma deve essere produttivo. Abbiamo bisogno di stare insieme più tempo possibile. E’ stata una scelta concordata con la società e io sono stato d’accordo. Spero e mi auguro che con la Roma venga fuori l’orgoglio perché giochiamo contro una squadra che è in un’ottima condizione. Mi aspetto una grande partita sotto l’aspetto delle motivazioni e dell’orgoglio”.

“Finora – spiega il tecnico – abbiamo creato tantissimo ma anche difeso male. A Empoli abbiamo mostrato anche qualche problema offensivo e questo mi ha preoccupato. I ragazzi erano molto abbattuti e a inizio settimana, c’era scoramento. Ma abbiamo il dovere di lavorare e di migliorare questi aspetti per finire il campionato nel modo migliore. Lo dobbiamo a un’intera città”. Ma il Napoli quando mancano soltanto cinque partite che cosa può realisticamente chiedere ancora a questo campionato? “Abbiamo buttato via tante occasioni per riagganciarci alla classifica importante – dice l’allenatore -. Ora non siamo in grado di fare progetti e dobbiamo solo pensare partita per partita, il nostro futuro non dipende solo da no ma anche dagli avversari. Per questo ho chiesto ai ragazzi di pensare solo alla Roma e poi vediamo quello che viene fuori. Mi aspettavo di incontrare meno problemi, ma dopo due o tre giorni che ero qua mi sono reso conto che erano più grandi di quello che avevo previsto. C’è qualcosa nella fase di costruzione che non è andata per il verso giusto. Chi è arrivato a sostituire giocatori importanti come Lozano, Kim e anche Elmas non ha inciso tantissimo. Ma non è tutta colpa loro perché sono arrivati in una stagione molto particolare”.

“Tutti i giocatori – aggiunge il tecnico del Napoli – non si possono non sentire responsabili di questa situazione. Le scelte le faccio in base a quello che vedo in settimana. A parte Mazzocchi, Dendoncker e Natan, il resto ha avuto spazio. Non ci sono uomini sacrificati, le occasioni le hanno avute. Nello spogliatoio bisogna sentirsi responsabili tutti e quando si perde è sconfitto anche chi non ha giocato” “Della Roma – dice Calzona – mi preoccupano tante cose. A parte i punti conquistati nella gestione De Rossi, segnano tantissimo, hanno una grande fisicità e fanno tanti gol su palle da fermo. Ma se facciamo una partita da Napoli anche noi abbiamo tante armi. E’ una squadra in salute che ha davanti a sé importanti obiettivi da raggiungere”. “E’ una partita difficile – conclude il tecnico del Napoli – ma indipendentemente dall’avversario dobbiamo ritrovarci noi, fare una grande gara e uscire da questa situazione che non piace a nessuno, neanche ai giocatori”.

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Donne-arbitro in rimonta, in A prima terna al femminile

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La storia delle prime volte per le donne non è mai l’ultima. E arriva infatti l’inedita terna di arbitri al femminile anche in Serie A: dopo le prove generali in Coppa Italia e Serie B, domenica per la gara-passerella dell’Inter a San Siro con il Torino in campo a dirigere ci sarà Maria Sole Ferrieri-Caputi e le due assistenti Francesca Di Monte (la stessa del mancato saluto da parte dell’arbitro Sacchi in Lecce-Sassuolo dello scorso ottobre, con bufera sui social e scuse arrivate ‘nessun intento sessista’) e Tiziana Trasciatti. Una prima volta, appunto, nel massimo campionato che segna comunque la rimonta dell’altra metà con il fischietto anche in termini di numeri. Perché se la vocazione al maschile scende, tra le donne se non è boom comunque sale. “E’ una designazione che ci riempie d’orgoglio – dice Katia Senesi, arbitro benemerito e prima donna a far parte del Comitato Nazionale Aia, di cui è membro dal 2021 -. Lavoriamo da tre anni al progetto sulle ragazze per dare a tutte le opportunità che meritano e per giocarsela alla pari con i colleghi maschi. La strada è tanta, è ancora lunga ma possiamo dire che l’aria è cambiata. Anche in termini di nuovi ingressi le donne hanno superato gli uomini”.

Con una fetta del 10% sul totale degli iscritti, le giovani però si avvicinano al mondo arbitrale e vedere sui campi maggiori direttori gara come la Ferrieri Caputi rappresenta uno stimolo ulteriore. La livornese, 33 anni, traguardi finora off limits ne ha tagliati tanti: dopo aver diretto la prima gara in serie A il 2 ottobre del 2022 (Sassuolo-Salernitana, promossa a pieni voti), quest’anno ha arbitrato sei gare del massimo campionato. E domenica mette un altro tassello: una ulteriore svolta frutto di un lavoro che parte da lontano e che dietro vede un movimento in rimonta da parte delle donne. “Al momento la presenza femminile sul totale degli iscritti è del 10% circa – spiega Senesi – ma tra i nuovi le donne sono di più degli uomini. Si punta molto su loro, non in quanto donne, ma perché sono preparate. Le aspettative sono alte”. Inter-Toro sarà quella della festa dei campioni d’Italia, non proprio una gara decisiva in termini di classifica.

“Non ci sono partite scontate – ci tiene a dire Senesi, respingendo l’idea che la designazione storica arriva per una partita sulla carta con poco agonismo – anche quando la posta in palio è già decisa si gioca sempre e poi un errore, se capita, è sempre un errore e tutti lo ricordano. E poi l’attenzione è sempre doppia. Il nostro compito è fare bene, sono sicura che le ragazze non la vivano con leggerezza ma con il massimo della preparazione e dell’attenzione. Quello che serve, ma vale naturalmente anche nei confronti degli uomini, è il rispetto nei confronti di chi si allena tutti i giorni per dare il massimo in campo”. Gli inediti al femminile restano sempre tanti: del resto la prima donna in Italia alla guida di una federazione sportiva, Antonella Granata, è arrivata appena tre anni fa allo squash e ora si è dimessa, per motivi personali, lasciando comunque orfano anche quest’altro traguardo.

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Juve: contro il Milan ritenta l’assalto al 2/o posto

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L’euforia per la conquista della finalissima di coppa Italia è già stata messa da parte, alla Continassa si torna a pensare al campionato e a lavorare per l’altro obiettivo stagionale. Manca ancora una manciata di punti per prendersi un posto in Champions League, ma anche arrivare alle spalle dell’Inter rappresenta uno stimolo in più per la Juventus. Ecco perché Massimiliano Allegri chiede attenzione massima in vista del prossimo appuntamento, il big-match di sabato pomeriggio alle 18 all’Allianz Stadium contro il Milan.

Per i bianconeri sarà anche una delle ultime occasioni per tentare l’assalto al secondo posto: i rossoneri sono distanti cinque lunghezze, batterli nello scontro diretto bissando il successo di San Siro darebbe la spinta per un buon finale di stagione. Anche perché bisogna migliorare i numeri terribili dell’ultimo periodo, con Danilo e compagni che dal 27 gennaio ad oggi hanno vinto soltanto tre partite su 14 e ne hanno perse addirittura cinque, considerando anche le due sfide di coppa Italia contro la Lazio. E poi si vuole superare questo tabù Milan allo Stadium, dal momento che i bianconeri sono reduci da due tonfi e da un pareggio interni contro i rossoneri: è dal triennio 1991-1994 che la Juve non arriva a 4 partite casalinghe senza vittorie contro il Diavolo.

Allegri dovrebbe affidarsi ancora una volta a Chiesa, capace di realizzare tre gol e confezionare tre assist nei precedenti personali contro il Milan, anche se adesso è reduce da quattro confronti di fila senza squilli. E se Yildiz e Milik saranno le carte da giocare a gara in corso, oltre a Kean che viaggia verso la convocazione dopo essersi riaggregato al resto dei compagni, l’altro intoccabile della Juve sarà ovviamente Vlahovic, reduce dalla rete di Cagliari che lo ha portato a toccare quota 17 marcature stagionali.

Senza indisponibili e senza squalificati, Allegri può lavorare con tutta la rosa al gran completo e studiare la miglior Juve possibile, con Cambiaso e Kostic sulle corsie, Locatelli in regia insieme a McKennie e Rabiot e il terzetto davanti a Szczesny formato da Gatti, Bremer e Danilo. In più, c’è uno Stadium che ribolle: la casa bianconera è vicinissima a far registrare un altro sold out, un bell’attestato di stima verso la squadra nonostante un lungo periodo di risultati altalenanti. Ma c’è ancora la possibilità di chiudere bene la stagione, la rincorsa al secondo posto occupato dal Milan comincia proprio sabato dallo scontro diretto contro la formazione di Stefano Pioli.

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