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Rocchi: Di Bello non ha visto un rigore contro la Juve? Sì è vero, ma nessuna sospensione

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”Non sospendo Di Bello, io non metto in croce nessuno e non deve passare il messaggio che siamo infallibili, lavoriamo per sbagliare meno possibile ma gli errori ci saranno sempre. E comunque serve rispetto”. Il caso del rigore non dato al Bologna nella gara con la Juve prende la scena al raduno degli arbitri a Coverciano dove è stato presentato il nuovo partner della Figc per l’Aia, Tigotà.

Ed è proprio il designatore, Gianluca Rocchi, a difendere la categoria: ”Sono passate appena due giornate di campionato ma pare di essere alla penultima” lo sfogo riferito alle polemiche per la mancata assegnazione del rigore al rossoblù Ndoye dopo un contatto con il bianconero Iling-Junior. Rocchi ha mostrato le immagini e l’audio del dialogo fra l’arbitro Di Bello, il Var Forneau e l’Avar Nasca. ”Possibile rigore” la prima osservazione di Forneau che poi però chiede ai tecnici di mostrare altre angolazioni per comprendere meglio l’azione. ”No, sta fermo, guarda” afferma riferendosi al giocatore juventino. ”Per me no” risponde Nasca. L’audio completo: ”’Un attimo. Buono. Fammi vedere solo un’altra prospettiva. Vai. Ok. No, sta fermo, guarda questa. Per me no – il riferimento al rigore – Check completato, puoi riprendere il gioco”.

Un check durato 35 secondi, ritenuto troppo breve dal designatore che infatti parla di ”errore di valutazione” e ”valutazione superficiale”. ”Non si sono soffermati sul contatto, la revisione poteva essere fatta più accurata già in campo, appena ho veduto l’episodio ho pensato subito che c’era un rigore grosso come una casa. Di Bello che pure ha 150 presenze in A ha sbagliato perché ha visto arrivare insieme i due giocatori; Var e Avar perché non hanno visto che un giocatore è arrivato prima dell’altro”.

Ammissione di responsabilità dunque, ma niente sospensione dei tre arbitri di Torino. ”E’ una decisione sbagliata, potevamo fare meglio tutti e me ne assumo per primo la responsabilità. Attaccate me, ho le spalle larghe, non sono arrabbiato ma sono rimasto scontento. Comunque non sospendo Di Bello che è un top, come non ho mai sospeso nessuno che non fosse per motivi disciplinari. Starà fermo per uno o due turni, dipende di quanto utilizzo ho bisogno io e soprattutto come sta lui. Perché è la cosa che mi preme di più, si sottostima il problema che questi ragazzi subiscono un grosso stress psicologico durante la partita, immaginatevi dopo, quando vengono aggrediti verbalmente e non mi riferisco al campo, ma fuori. Mi dà fastidio che al termine di una partita si vada subito a cercare l’arbitro.

Dobbiamo rispettare il lavoro di questi ragazzi, non possiamo fare a meno di nessuno di loro, compreso Di Bello. Ho bisogno di lui e ne ha bisogno il campionato, quando rientrerà farà il percorso solito”. “Purtroppo facciamo notizia solo quando questi ragazzi sbagliano, mai quando fanno bene. Ma io non permetterò a nessuno di toccarli, vanno rispettati e tutelati perché sono il nostro e il vostro futuro. Un consiglio ad Ayroldi che nel prossimo turno dirigerà la Juve? Vada in campo e si diverta. E arbitri come sa perché è preparatissimo” aggiunge. ”Di Bello ha commesso un errore ma da qui a parlare di sospensione a tempo indeterminato ce ne corre – sottolinea il presidente dell’Aia Pacifici – Mi chiedo: perché gli errori di un arbitro non vengono giudicati come quelli di un calciatore? Non siamo andati al Mondiale per due rigori sbagliati ma nessuno ha messo in discussione Jorginho”. Nel corso dell’incontro a Coverciano sono stati diffusi anche gli audio e le immagini di altri discussi episodi della gara di Torino: la Juve ha reclamato un rigore per una spinta di Moro su Chiesa (”Roba grossa? No, no: non è punibile” il dialogo fra Di Bello, Var e Avar) e per un tocco di braccio di Lucumi sul cross di Weah (”E’ in appoggio, non è punibile”), quindi sul gol annullato a Rabiot dopo un check durato oltre un minuto.

Raccomandazione di Rocchi: ”Non siamo infallibili. Lavoriamo per limitare gli errori ma ci saranno sempre, anche con la separazione delle carriere fra arbitro e Var”. E chiarisce che ”non è vero che penalizziamo l’arbitro che va al Var, anzi. Se dopo essere andato al monitor corregge in modo giusto una decisione noi lo premiamo”. E in attesa di confrontarsi con gli allenatori di Serie A lunedì prossimo a Lissone Rocchi fa il punto sul tempo effettivo: ”In queste prime gare siamo passati 51 a 56 minuti, l’ideale sarebbe almeno 60 come in Champions. Lazio-Genoa è arrivata a 64,39 e 15′ di recupero, va bene così”. Mentre il dg della Figc Marco Brunelli annuncia: ”Entro ottobre saremo pronti per il format che renderà pubblici i dialoghi arbitri-Var, il marchio sarà Figc-Aia, da valutare come divulgarlo”. Il tutto mentre cresce il numero degli arbitri: da 29.000 nel dopo pandemia agli attuali 33.000. ”Ma siamo sempre pochi alla luce di 55.000 partite l’anno” osserva Pacifici.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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