Il sistema italiano di contrasto al riciclaggio dei capitali mafiosi è tra i più avanzati al mondo, ma resta ancora troppo isolato. È quanto emerge dal convegno organizzato a Napoli sul contrasto alla criminalità economica e al finanziamento del terrorismo, con un focus sul ruolo di notai, commercialisti e avvocati nella lotta alle infiltrazioni finanziarie. A lanciare l’allarme più grave è stato Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha denunciato una preoccupante mancanza di collaborazione da parte di alcune categorie professionali.
Melillo: “Servono più segnalazioni contro il riciclaggio”
Secondo Melillo, la criminalità organizzata si sta evolvendo e affina costantemente nuove tecniche per eludere i controlli. Il nuovo “Aml Package”, pacchetto normativo dell’Unione Europea, potrebbe rappresentare un salto di qualità nella prevenzione dei reati finanziari, in particolare riguardo al ruolo delle criptovalute.
Ma la vera criticità, secondo il procuratore nazionale, è la scarsa collaborazione di alcune categorie professionali:
“Purtroppo si registra una limitata partecipazione, o persino una totale indifferenza, nella cooperazione al contrasto del riciclaggio. È il segnale di una mancata crescita culturale e di responsabilità sociale”.
Numeri allarmanti: avvocati quasi assenti nelle segnalazioni
I dati presentati nel corso del convegno confermano la scarsa partecipazione di alcuni settori al contrasto del riciclaggio:
- Oltre l’80% delle segnalazioni di operazioni sospette proviene da banche e operatori finanziari.
- Notai: hanno trasmesso 7.700 segnalazioni.
- Commercialisti ed esperti contabili: appena 200 segnalazioni in un anno (pari allo 0,1%).
- Avvocati: 24 segnalazioni totali, pari allo 0,0%.
Un dato che, secondo Melillo, è inaccettabile:
“Abbiamo una platea straordinariamente ampia di soggetti obbligati a segnalare anomalie finanziarie, ma le segnalazioni restano troppo poche. Il nostro sistema di controlli è tra i migliori al mondo, ma soffre di solitudine”.
Lotta alla criminalità e alle criptovalute
Il mercato delle criptovalute, sempre più usato per operazioni opache, ha chiuso il 2023 con un giro d’affari di due miliardi di euro. Eppure, le segnalazioni degli operatori in valuta virtuale sono state appena 1.000, pari allo 0,8%.
Il monito della Procura generale: “Serve più consapevolezza”
A sottolineare l’urgenza del problema è stato anche Aldo Policastro, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli, che ha ribadito la necessità di riaccendere i riflettori sulle connivenze tra criminalità e mondo imprenditoriale.
“Questi temi sembrano essere scomparsi dal dibattito pubblico, ma vanno affrontati con decisione. Tra molti professionisti si è persa la consapevolezza di essere sentinelle della legalità”.
All’incontro hanno partecipato anche Daniela Palumbo, direttrice della sede napoletana della Banca d’Italia, Giuseppe Siani, capo dipartimento di vigilanza di Bankitalia, Enzo Serata, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, e Michele Carbone, generale della Direzione Investigativa Antimafia.
Più collaborazione per frenare il riciclaggio
Il convegno ha messo in luce una sfida cruciale per il futuro: senza una maggiore collaborazione tra istituzioni, professionisti e forze dell’ordine, la lotta al riciclaggio rischia di restare inefficace. Serve un cambio di mentalità e una presa di responsabilità da parte delle categorie professionali chiamate a vigilare sulla ripulitura del denaro sporco.