Una nuova battuta d’arresto per l’udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Ma questa volta non ci saranno ripercussioni sulla prescrizione visto che gli imputati hanno acconsentito al blocco dei termini. Erano stati i pm Walter Cotugno e Massimo Terrile a dirsi favorevoli al rinvio dell’udienza purche’ si sospendessero i termini della prescrizione. Lo stop lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Paola Faggioni accogliendo la richiesta di sospendere l’udienza in attesa del pronunciamento della Cassazione, fissato per il 21 gennaio. Per quella data gli Ermellini dovranno decidere sulla eventuale ricusazione della Faggioni. E cosi’ l’udienza preliminare e’ stata rinviata al 28 gennaio quando parleranno i pubblici ministeri. Ma questo mese di tempo e’ stato ‘neutralizzato’, quindi non incidera’ sui tempi della prescrizione. Il 15 di ottobre, al primo giorno, l’ udienza preliminare era stata subito sospesa sempre per la richiesta di ricusazione della giudice su cui la Corte di Appello si era espressa negativamente il 5 novembre. E in questo caso la prescrizione non era stata interrotta. I legali di otto imputati, tra cui l’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci, avevano ricusato il gup perche’ a loro parere sarebbe stato violato il principio di imparzialita’ del giudice visto che aveva gia’ espresso un giudizio sul crollo del Morandi in un procedimento connesso, quello sulle barriere antirumore pericolose, che vede indagate le stesse otto persone, procedimento in cui aveva chiesto misure restrittive. La corte di appello aveva respinto la richiesta sostenendo che le considerazioni sul crollo erano state “generiche” e gli avvocati l’avevano impugnata ricorrendo in Cassazione. Le prime prescrizioni per i 59 imputati, oltre alle due societa’ Aspi e Spea (che si occupava delle manutenzioni), scatteranno a ottobre 2023 per l’omissione di atti d’ufficio, mentre i falsi si prescriveranno a partire da giugno 2024. Nel 2026, invece, inizieranno le prime prescrizioni per gli omicidi colposi per gli indagati che hanno cessato la propria carica prima del 2005, quando c’era ancora la legge Cirielli. Scatteranno tra il 2031 e il 2036 quelle per attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione dolosa dei dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro, e per gli omicidi colposi per gli indagati che erano in carica al momento della tragedia o che lo erano cessati tra il 2005 e il 2016. Gli imputati sono accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso, omissione d’atti d’uffico, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza. “E’ stata una decisione ponderata – ha detto all’uscita Emmanuel Diaz, fratello di una delle vittime del crollo – e queste settimane non andranno a contare sulla prescrizione. Il giudice continua a mostrarsi molto preparato. Rimango un po’ deluso perche’ aspettavo da tempo di sentire parlare i pm, ma in fondo un mese non cambia nulla”. Secondo l’accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno insieme all’aggiunto Paolo D’Ovidio, gli allora vertici di Autostrade rinviarono le manutenzioni per spendere meno e garantire maggiori dividendi. Coinvolti anche gli ex vertici e tecnici di Spea, la societa’ che si occupava delle manutenzioni e i dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato che non controllarono le concessionarie.