In giro per l’Italia a sei settimane dalle primarie che sanciranno la resa dei conti. Perché ogni sostenitore guadagnato alla causa potrebbe essere quello che fa la differenza. Il congresso del Pd entra sempre più nel vivo, con Stefano Bonaccini in Sardegna, poi nei prossimi giorni in Campania e Veneto, Elly Schlein in Puglia, poi, da domani in Lombardia, anche per sostenere il candidato alla presidenza della Regione Pierfrancesco Majorino.
Un tour senza soste, per i due candidati principali, che serve per cercare consensi in vista dei congressi nei circoli, ma, soprattutto, della sfida diretta del 26 febbraio, il derby emiliano che deciderà il successore di Letta. Le tappe, in vista delle primarie si fanno comunque sempre più serrate: sabato prossimo ci sarà un primo importante appuntamento con l’assemblea del Pd all’Auditorium Antonianum di Roma, con eventuale prosecuzione alla domenica.
Da quel momento le candidature potranno diventare ufficiali e comincerà la fase “interna” (dal 3 al 12 febbraio) dei dibattiti nei circoli. Alla luce dei vari posizionamenti sembra piuttosto complicato che gli altri candidati, a partire da Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, possano insidiare le prime due posizioni (quelle che si ‘qualificano’ per le primarie) a Schlein e Bonaccini.
Ma con chi si schiereranno in seguito non sarà un dettaglio di poco conto visto che a decidere il prossimo leader del Pd saranno le primarie con una specie di ballottaggio secco, in cui ogni dettaglio potrebbe fare la differenza: come le proposte che emergeranno nelle ultime due settimane di campagna elettorale, quando l’attenzione sarà più alta, l’affluenza ai gazebo e gli effetti che produrranno i risultati delle regionali in Lazio e Lombardia di due settimane prima. Bonaccini, intanto, ha arruolato fra le sue fila un sostegno significativo: quello di Brando Benifei, capodelegazione del Pd al parlamento europeo che si occuperà del coordinamento del gruppo del programma.
Si tratta anche di un segnale “generazionale”, dopo la presentazione della squadra di Elly Schlein composta in larga parte da giovani. “Bisogna aprire una nuova stagione per il Pd – ha detto Bonaccini – non si manda via nessuno ma abbiamo nei territori tante ragazze e tanti ragazzi, una classe dirigente giovane, a partire dagli amministratori e dalle amministratrici locali, tanti dirigenti che non hanno mai chiesto nulla e che possono dare il loro apporto per una nuova stagione”.
Punture di spillo, ancora quasi impercettibili, in mezzo a una campagna contrassegnata dal fair play: come quella che rispedisce al suo ex presidente Elly Schlein che nella Puglia dei grandi elettori di Bonaccini, Michele Emiliano e Antonio Decaro, fa il pieno di sostenitori attaccando il ministro Calderoli sul tema dell’autonomia differenziata delle regioni, caro anche al suo sfidante alle primarie: “un disegno di legge che dobbiamo rigettare con forza – dice a Lecce – perché fotografa e perpetra i divari territoriali e le disuguaglianze esistenti e non lo possiamo accettare perché non abbiamo bisogno di dividere ulteriormente questo Paese semmai abbiamo bisogno di riunificarlo”.
Alla finestra resta al momento un altro emiliano che del Pd è stato segretario. Pierluigi Bersani potrebbe infatti rientrare insieme ad Articolo 1: “vedremo lo sviluppo del percorso – dice – l’intenzione è trovarsi tutti insieme, in un partito nuovo. E noi staremo dalla parte del candidato più innovativo”.