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Cronache

Partita la demolizione delle Vele, NoiConsumatori denuncia: nessuna garanzia sul recupero e smaltimento dell’amianto

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Quello che segue è un intervento del presidente di NoiConsumatori, associazione per la difesa dei diritti dei cittadini, presieduta dall’avvocato Angelo Pisani, sulle opere di demolizione delle Vele di Scampia. Aggiungiamo, per debito di verità, che Pisani è stato anche presidente della Municipalità di Scampia nella precedente consiliatura per il centrodestra. Buona lettura. E se ci sono altri che vogliono contribuire al dibattito sulle Vele, Juorno.it è aperto a tutte le opinioni. Perchè le idee, le opinioni, purché espresse in maniera civile, sono il sale della democrazia.     

Si salvi chi può, anche se mai come questa volta dovrei ripetere il noto detto “fujetevenne”, visto che da anni in zona c’è la più alta mortalità per tumori e leucemie e non c’è alcuna risposta e intervento delle istituzioni al contrario delle quantità di amianto ancora stipate e nascoste dentro e sotto le vele. Come d’altronde si vede ad occhio nudo. C’è, mi assumo la responsabilità di quel che dico, ancora tanto pulviscolo velenoso disperso nell’aria dalla frantumazione delle strutture. Pulviscolo che aumenterà con la moderna tenaglia a taglio che abbatterà le Vele. E quel pulviscolo sarà letale per i polmoni degli abitanti di Scampia e dintorni.

Angelo Pisani. L’avvocato è presidente di NoiConsumatori.it

L’abbattimento di una delle Vele di Scampia, dove nulla cambia e dove la gente viene solo spostata in un’altra “vela velonosa “ da cui poter assistere alle macerie del quartiere , è mediaticamente come la caduta del muro di Berlino.  Solo che tra il 1989 ed il 2020 sono cambiate un po’ di cose.
È  vergognoso vedere tanta attenzione mediatica e altrettante passerelle politiche e discorsi trionfanti in luogo di scuse e pentimenti. Ebbene l’idea che un semplice abbattimento di cancelli con un colpo di spugna l’attività della malapolitica e le conseguenze criminali, esaltate dal business cinematografico e da speculazioni di ogni tipo, in uno alla parte di storia negativa di un quartiere difficile quanto meraviglioso, risuona solo come l’ennesimo post social da esibire davanti ai leoni da tastiera.
Un’inganno, l’ennesimo, ma purtroppo anche molto pericoloso se solo si pensa ai danni alla salute che hanno subito e possono ancora subire, in una terra dove lo Stato non può più usare l’alibi della camorra per coprire i suoi errori ed orrori .

Per evitare quanto già accaduto dopo il primo incauto e ingiustificabile bombardamento delle Vele, oggi ridimensionato dalla gru a tenaglia, quale fondatore della associazione NoiConsumatori, avevo chiesto all’ASL, come al Comune , che sbandiera un successo dal costo di oltre 40 milioni di euro per la demolizione, di fare chiarezza e dare garanzie certe sulla mancanza di qualsivoglia pericolo e danno per i cittadini e sulla presenza di amianto e altri rifiuti velenosi in tutta la struttura.
Fare chiarezza dovrebbe essere compito di chi indaga sull’ennesima gestione mediatica riversata e da riversare sulla pelle e nei polmoni di ignari cittadini. Ignari di esser diventati spettatori “paganti” di una scellerata politica dell’annuncio.
L’amianto in tutte le aree e piani nelle Vele di Scampia, soprattutto sotto nella Vela rossa esiste ed io, anche come semplice avvocato, ho il dovere etico morale, oltre che legale, di parlarne e di chiedere garanzie, tutte le garanzie mentre sfoglio le cartelle cliniche degli abitanti già deceduti. Sono stato presidente della VIII Municipalità, presentai tante denunce alla magistratura, per l’illegalità e l’inquinamento dei campi Rom, come sull’amianto respirato dalla popolazione, ma, purtroppo, devo dire oggi inutili nonostante le evidenze e la realtà.
Io però ancora pretendo di sapere quali garanzie e misure cautelative siano state previste e certificate a tutela del diritto alla salute e della pubblica e privata incolumità senza dubbio ancora esposta a seri pericoli e danni per la ripetuta dispersione in aria di particelle di amianto e pulviscolo velenoso consequenziale anche alle operazioni previste cosi come per legge.
Ad oggi nè come presidente di NoiConsumatori, nè come da avvocato , ne come cittadino assiemiamo a tanti cittadini richiedenti abbiamo avuto alcun riscontro alle nostre richieste cautelative: questo è grave, è molto grave.


Alcune analisi eseguite sul campione prelevato, hanno permesso di accertare che nei parapetti delle scalette di accesso alle unità immobiliari, dei parapetti dei balconi lato cucina ed a copertura del cavedio sul ballatoio d’ingresso della Vela A, ma anche delle Vele B, C e D, interessate dai successivi stralci funzionali, ovvero in tutti i manufatti che possano ritenersi simili a quello analizzato, vi era presenza di amianto compatto in forma di crisotilo.
Un domani le mie denunce almeno eviteranno che qualcuno possa lavarsi la coscienza o fingere di non sapere e di non aver capito.
All’Asl di competenza e al Comune di Napoli oggi come presidente di Noiconsumatori.it chiedo ancora di conoscere formalmente che tipo di rifiuti e detriti sono depositati sotto le vele, in particolare la vela rossa e su quali elementi costruttivi dell’edificio siano stati prelevati, ad opera dell’Impresa esecutrice, gli altri campioni di materiale e gli eventuali riscontri delle analisi al fine di scagionare la presenza di amianto nelle restanti parti dell’edificio, in uno al rilascio di idonea certificazione a garanzia della tutela della pubblica e privata incolumità.


Bisogna scongiurare altri episodi e lesioni letali come già occorsi in danno della popolazione e che oggi fanno contare miglia di vittime, sulle quali il Comune di Napoli e l’Asl prima o. dovranno dare spiegazioni . Infine ma non è l’ultima delusione non trovò giusto e rispettosa la foto del Sindaco che mostra come un trofeo la pietra caduta dalla vela durante la demolizione , memore purtroppo che tante pietre killer del comune di Napoli hanno ferito ed ucciso malcapitati cittadini che immaginavano di vivere in una città normale e regolarmente amministrata , quindi le pietre meglio non esporle come trofeo per il
Rispetto che tutti dobbiamo alle vittime della malapolitica.

Di Gomorra meglio non continuare a parlarne, indirettamente se ne fa pubblicità micidiale, è anche più letale dell’amianto, ha arricchito pochi distruggendo il presente e il futuro della nostra terra e dei giovani , con la sua amplificazione del male che ha sempre nascosto ogni immagine di bene e normalità, ma Gomorra e le vele sono solo elementi di un equazione insieme ad affarismo e malapolitica.

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Cronache

Il mondo a San Pietro, 400mila per l’addio a Francesco

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I sediari arrivano a Santa Maria Maggiore e inclinano la bara di Francesco, quasi come un saluto, davanti alla Salus Populi Romani. Ogni volta, prima di partire per un viaggio, il Papa si affidava alla Madonna cara ai romani e così anche il viaggio di oggi in qualche modo finisce con questo affidamento. E’ l’ultima immagine di una giornata commovente che ha visto 400mila persone, 200mila a Piazza San Pietro e dintorni e 150mila lungo il percorso fino a Santa Maria Maggiore, dare l’ultimo saluto al Papa. Ci sono i grandi della terra e gli ultimi, ci sono gli anziani e gli scanzonati ragazzi del Giubileo. C’è suor Ana Rosa Sivori, la cugina arrivata dalla Thailandia, e gli amici di Buenos Aires; e ancora re e regine del mondo.

SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Attorno a quella semplice bara di legno, con una croce bianca e lo stemma episcopale, ci sono proprio “todos, todos, todos”, “tutti, tutti, tutti”, come ripeteva Francesco sognando fino all’ultimo giorno una Chiesa con le braccia sempre aperte. Tanta gente poi lo piange perché sa di avere perso una voce instancabile per la pace. Per questo i fedeli applaudono a lungo quando il cardinale Giovanni Battista Re lo ricorda nell’omelia: “Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace” perché la guerra, proprio come ripeteva Bergoglio, “è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”. E ai funerali del Papa della pace il mondo assiste ad un faccia a faccia, in basilica, una specie di ultimo miracolo del Papa, tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky; “un incontro produttivo”, fanno sapere i protagonisti.

JAVIER MILEI PRESIDENTE ARGENTINA, GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Dopo l’argentino Javier Milei, il posto d’onore è per la delegazione italiana, guidata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, e dalla premier Giorgia Meloni. Ma, tra gli italiani, ci sono anche Mario Draghi, alcuni leader dell’opposizione, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil a rendere l’ultimo omaggio al Papa argentino. Il funerale dura un paio d’ore: il rito era stato snellito dallo stesso Francesco in previsione dell’arrivo di questo giorno. Ma è stata in ogni caso una celebrazione solenne e commovente, con la processione della bara portata dai sediari, le litanie dei santi, il canto in greco delle Chiese orientali, letture e preghiere lette in tante lingue.

FUNERALE PAPA FRANCESCO

A rompere il ritmo millenario della liturgia sono solo gli applausi, lunghi e sentiti. Un modo semplice di salutare quel Papa che ha aperto i cuori anche di molti non credenti. Alla fine del funerale il feretro di Francesco viene portato in basilica e poi fuori dalla Porta della Preghiera, quella che ha utilizzato fino a domenica per entrare e uscire dalla basilica, la più vicina a Casa Santa Marta dove ha abitato per dodici anni. La bara è sistemata sulla papamobile perché Francesco oggi si è congedato definitivamente dal Vaticano per essere sepolto fuori, come non accadeva da oltre un secolo (l’ultimo era stato Leone XIII) e comunque poche volte nella storia. Il suo feretro è stato trasportato proprio con una di quelle auto dalla quale ha salutato le folle, bevuto mate, baciato bambini, a Roma ma anche in tante città del mondo visitate nei suoi 47 viaggi apostolici.

Ad attenderlo sulla porta di Santa Maria Maggiore c’è un gruppo di suoi amici, una quarantina di persone, tra senzacasa, migranti, disoccupati, che lo aveva incontrato più volte, aveva ricevuto un aiuto materiale ed una parola di speranza. Ora hanno tutti una rosa bianca in mano per l’ultimo saluto. Da domani Santa Maria Maggiore aprirà a tutti i fedeli per coloro che vorranno dire una preghiera sulla tomba di Francesco. Da lunedì invece riprendono le riunioni pre-conclave per disegnare il futuro della Chiesa e cominciare ad individuare il suo possibile successore.

(tutte le foto sono di Imagoeconomica)

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Papa Francesco, passo d’addio nel centro di Roma tra fedeli e turisti

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Ha fatto l’ultimo viaggio alla sua maniera. In una bara di legno povera, senza decorazioni, su di una papamobile ricavata da un pickup di seconda mano. E sulla strada da San Pietro a Santa Maria Maggiore, Papa Francesco ha ritrovato le due facce del mondo che lo circondava: i fedeli che lo vedevano come una guida, e la massa coi telefonini che lo vedeva come una rockstar da postare su Instagram. Il corteo funebre è partito dal Vaticano intorno a mezzogiorno e mezzo. La bara del Papa è stata posta sulla papamobile bianca. Un veicolo realizzato per il viaggio in Messico del 2016, partendo da un pickup Dodge usato, poi regalata al pontefice dal governo messicano.

FUNERALE PAPA FRANCESCO

Il corteo è uscito dalla porta del Perugino, un ingresso secondario delle mura del Vaticano, ha attraversato il Tevere e ha imboccato corso Vittorio Emanuele. Dietro la papamobile, una trentina di auto di cardinali. Pubblico e fedeli non hanno potuto seguire il corteo, ma sono rimasti sui marciapiedi, dietro le transenne. Lungo tutto il percorso erano 150mila, ha reso noto la sala stampa vaticana. Il corteo è andato avanti abbastanza velocemente, per piazza Venezia, Fori Imperiali, Colosseo, via Labicana e via Merulana, fino a Santa Maria Maggiore. Da San Pietro, non ha impiegato più di mezz’ora, quasi Bergoglio non volesse disturbare troppo la città. La giornata era calda, il sole splendeva. Al passaggio della papamobile, la gente applaudiva, gridava “viva Francesco”, “daje Francesco”.

Tantissimi riprendevano con i telefonini e postavano sui social, qualcuno piangeva. Molti pregavano. Chiacchierando con la gente per strada, saltava fuori che tanti erano lì per rendere omaggio a una papa che amavano, e del quale condividevano il messaggio. Tanti altri erano lì soltanto perché Francesco era famoso: il suo funerale lo vedevano come un evento storico da non perdere. Tiziana, una signora anziana romana, spiegava che “lui ha rappresentato il contatto vero della Chiesa con le persone, non importa se erano credenti o no. Ora dobbiamo portare avanti il suo messaggio di fratellanza e di accoglienza”. Per Sienna, australiana, “vale la pena di essere qui, in questo giorno storico”.

Mentre Janet, danese, spiegava di essere qui col marito “per vivere un momento storico”. Ma aggiungeva “apprezzavamo il suo messaggio, il mondo è troppo per i ricchi”. Per Ida, calabrese trapiantata a Roma, “Papa Francesco è sceso dal piedistallo per stare tra le persone. Ora molto dipende da chi erediterà il suo posto. Io spero che il prossimo faccia come lui, perché se vogliamo la pace, dobbiamo preoccuparci per chi sta peggio di noi”.

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Cronache

L’addio a Papa Francesco seguito da tutto il mondo, dalle tv ai social

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Francesco lo avrebbe voluto cosi: quello di Bergoglio è da considerarsi ad oggi il funerale di un pontefice con il più vasto accesso a livello mondiale. Non per le 250mila persone stimate in piazza San Pietro, ma per l’incalcolabile moltitudine di schermi accesi sulle esequie: quelli tv ma anche cellulari, tablet, pc e laptop. Con i social che da soli hanno sfiorato i 7 milioni di interazioni nelle ultime 12 ore. I network internazionali più noti – per la gran parte americani ma non solo, come Bbc, Sky e Al Jazeera – hanno tutti offerto sui propri siti web le dirette video della cerimonia in Vaticano e gli aggiornamenti fin dai primi arrivi sul sagrato della Basilica. E poi i quotidiani in ogni lingua, le radio, i canali youtube, a partire da quello della Santa Sede che ha trasmesso la cerimonia per intero.

La rivoluzione tecnologica, che ha viaggiato veloce negli ultimi 20 anni – ovvero dal funerale di Giovanni Paolo II – ha portato così tutto il mondo lungo via della Conciliazione, tra le colonne di piazza San Pietro e al seguito dell’ultimo viaggio del pontefice che ha attraversato Roma fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore: dalle Filippine (il più popoloso paese cattolico al mondo), all’Africa, passando per l”Asia, gli Stati Uniti o l’America Latina che a papa Francesco aveva dato i natali. L’attesa era tale che fin dai giorni precedenti diverse testate, nelle loro edizioni online, offrivano indicazioni in dettaglio su come sintonizzarsi: le pagine web, gli orari, i canali social dedicati.

Quest’ultima la maggiore novità da quando, nel 2005, il mondo salutò un papa in carica con la morte di Karol Wojtyła . E’ infatti, per esempio, rimbalzata prima sui social l’immagine – subito considerata storica – del faccia a faccia fra il presidente Usa Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky nelle navate della Basilica prima delle esequie. E dalle prime analisi risulta essere al top dell’interesse globale, sfiorando alle 15 (ora italiana) quasi 3 milioni di interazioni, esattamente 2 milioni 915 mila e 481 così divise: su X 547.789, su Instagram 1.689.547 e su Facebook 678.145, secondo l’analisi della società Arcadia sulle conversazioni social e sul web. Tra le 25 emoji più utilizzate online per commentare i funerali ci sono le mani congiunte in preghiera e le bandiere dello Stato Pontificio, dell’Argentina e degli Stati Uniti. E, ovviamente, quasi la metà (47%) sono gli utenti dai 25 ai 34 anni ad aver partecipato maggiormente alle conversazioni digitali.

(la foto in evidenza è di Imagoeconomica)

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