Collegati con noi

Politica

Opposizioni in piazza per la pace, mancano Iv e Azione

Pubblicato

del

Le opposizioni si ritrovano nella piazza per la pace e nella battaglia sul salario minimo. Anche se non tutte e non sempre in completa sintonia. Italia viva è sempre assente. E dalle piazze mancherà anche Azione. Le manifestazioni per la pace promosse in diverse città italiane hanno ottenuto un veloce sostegno del M5s e di Verdi-Si. Il Pd c’ha messo un po’ di più. Per i Cinque Stelle, a Roma scenderà in piazza anche il presidente Giuseppe Conte, per i Verdi il co-portavoce Angelo Bonelli e per Sinistra italiana, a Milano, il segretario Nicola Fratoianni. Per il Partito democratico non ci sono volti ufficiali: il responsabile Esteri Peppe Provenzano ha annunciato che “tra i molti cittadini, sicuramente ci saranno anche tanti esponenti del Pd”.

Non potrà esserci Elly Schlein, perché ha da tempo in programma un evento a Mestre per illustrare le proposte del Pd sul piano casa. Parlando anche di Kiev, Conte non ha mancato la stoccata: “Io credo che quando si parla di pace bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo. Non mi permetto però di mettere bocca sui travagli interni di un altro partito, ma che tra noi e il Pd ci siano distanze rispetto al tema dell’invio di armi a oltranza in Ucraina è un fatto noto”. All’interno del Pd, assicurano, resta la condivisione della linea seguita finora da Schlein: “Condanna dell’azione di Hamas – ha ripetuto anche alla Camera nei giorni scorsi – e insistere affinché il diritto di Israele a difendersi rispetti il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario”. Ma la partecipazione alla piazza qualche bocca storta l’ha provocata.

Le iniziative portano le firme di un vasto gruppo di realtà, da Amnesty all’Aoi (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale), dall’Acli all’Arci, dalla Rete italiana pace e disarmo ai laici comboniani. A Roma è in programma una fiaccolata che chiede di “proteggere tutta la popolazione civile”. Sarà una manifestazione “silenziosa e senza bandiere”. Che è stato un modo per chiedere alle forze politiche di non metterci il cappello. Per il Pd è stato meglio così: le sensibilità nel partito sono tante e mantenere la compattezza mostrata finora non è sempre facile. Per scelta non ci sarà il fu Terzo polo. Mentre Conte ha annunciato in un video che scenderà in piazza: “Io personalmente parteciperò a Roma alla manifestazione – ha sottolineato – facciamo sentire la nostra voce, di chi vuole la pace per due popoli due Stati”.

L’altro fronte comune delle opposizioni è quello del salario minimo. La proposta di legge per una paga oraria non inferiore ai 9 euro è stata inviata di nuovo in commissione dalla maggioranza. Ma M5s, Pd, Avs, Più Europa e Azione aspettano il centrodestra al varco. La proposta delle opposizioni – hanno spiegato in una conferenza stampa Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5s), Francesco Mari (Avs) e Benedetto della Vedova (Più Europa) – arriverà comunque in Aula e a quel punto “ci aspettiamo che Meloni invece di scappare ci metta la faccia. Se vuol dire no venga e ci dica perché dice di no al salario minimo”. Intanto, le opposizioni aspettano di capire qual è la proposta della maggioranza: “E’ quella presentata da Fi? Lo dicano”.

Advertisement

In Evidenza

Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

Pubblicato

del

“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

Continua a leggere

In Evidenza

Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

Pubblicato

del

Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

Continua a leggere

In Evidenza

Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

Pubblicato

del

Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto