La norma sul rientro dei cervelli andava corretta perché non era più come è stata concepita in origine: troppi abusi e storture, con il risultato che ad usarla sono soprattutto persone benestanti che sfruttano l’agevolazione. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti difende la scelta dell’esecutivo di intervenire sul beneficio e rassicura: la norma non pregiudicherà l’ingresso dei lavoratori dei ricercatori della sanità e dell’istruzione e offrirà un regime di vantaggi pari o migliore al resto d’Europa. Giorgetti parla in Senato, rispondendo a due interrogazioni sul tema. Una è del senatore di Iv Matteo Renzi, che da premier introdusse la norma, nel 2015, e da giorni è in pressing sul governo perché ci ripensi. “Almeno per i prossimi anni non tocchi la legge, anche perché forse il cervello in fuga è quello di chi non si rende conto che ci sono tante famiglie che su questa vicenda sono disperate”, dice il leader di Iv rivolgendosi a Giorgetti. E il ministro non sfugge alla provocazione.
“Senatore Renzi, le risponderò a braccio perché mi sta troppo simpatico. Quando lei ha concepito questa misura probabilmente non aveva in testa la piega che poi ha preso”, dice il titolare del Mef. “Questo governo tiene al rientro dei cervelli”, assicura, e “abbiamo applicato il nostro modesto cervello – aggiunge ironico – su alcuni fenomeni da censurare, tipo qualcuno che rientrava per prendere la residenza a sud per sfruttare la maggiore detrazione ma poi non contribuiva allo sviluppo del Meridione, o pratiche elusive di alcuni gruppi”. Troppi le storture che si sono viste negli anni. “Dei 24.450 impatriati, i ricercatori e docenti sono circa 1.800. Gli altri sono top manager o manager o persone che hanno sfruttato” l’agevolazione, mette in chiaro Giorgetti, puntualizzando che il regime agevolativo pesa non poco sulle casse dello Stato: 1,3 miliardi di euro l’anno.
Ma “il mio modesto cervello” per redigere la legge di bilancio “si è applicato soprattutto sui redditi medio bassi”, rimarca Giorgetti che non si risparmia una stoccata sulle tante bozze “non autorizzate” di provvedimenti in circolazione e promette: le modifiche, contenute nel decreto legislativo approvato in cdm insieme alla manovra, “presenteranno un regime agevolativo pari o addirittura migliore a quello praticato negli altri Paesi europei”. “Comunque agirà per eliminare le distorsioni” e “non pregiudicherà l’ingresso dei lavoratori dei settori della sanità e formazione”: il requisito sarà l’elevata qualificazione e specializzazione. Per gli altri dovrebbe arrivare una stretta sull’agevolazione, che passa dal 70% al 50%. Stoppata invece per il rientro dei calciatori. Un tema su cui lo stesso Giorgetti invita ad una riflessione più ampia: perché “non c’è solo il vantaggio per i grandi campioni”, ma c’è anche da considerare “l’effetto distruttivo” per il vivaio di calciatori italiani – osserva il ministro – che si trovano di fronte ad una “concorrenza impropria”.