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Cronache

Olbia, due arresti per associazione con finalità di terrorismo internazionale  

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Questa mattina, a Olbia (SS), la Polizia di Stato di Sassari ha condotto un’operazione di grande rilevanza, in stretto coordinamento con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno. L’obiettivo era eseguire due Ordini di Carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Sassari per associazione con finalità di terrorismo internazionale.

I due arrestati, entrambi cittadini di origine siriana, sono stati individuati e tratti in arresto sulla base delle attività investigative condotte dalle autorità competenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due individui avrebbero fatto parte di un’organizzazione coinvolta in attività di hawala, un sistema informale di trasferimento di denaro, che consentiva loro di effettuare rimesse finanziarie dall’Italia alla Siria e viceversa. Tali fondi, secondo le accuse, sarebbero stati destinati alle milizie combattenti siriane, che operano in opposizione al regime di Bashar al-Assad.

Le indagini della D.I.G.O.S. di Sassari, condotte sotto la direzione dei Sostituti Procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Cagliari, hanno rivelato la presenza di video compromettenti che mostrano giuramenti, addestramenti militari e scene di guerra, celebrando le azioni violente delle forze ribelli siriane contro il regime.

Gli arrestati sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Tuttavia, tenendo conto del periodo trascorso in custodia cautelare, sconteranno una pena di circa 1 anno e 6 mesi presso la Casa Circondariale di Bancali (SS), dove sono stati trasferiti.

Questa operazione dimostra l’impegno costante delle autorità italiane nel contrastare il terrorismo internazionale e sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale nel contrastare le minacce alla sicurezza globale.

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Cronache

Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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Coldiretti, 30 aprile agricoltori in assemblea in tutta Italia

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Il prossimo 30 aprile almeno 50mila agricoltori della Coldiretti si preparano a riunirsi in 96 assemblee nelle province di tutta Italia in vista delle elezioni europee e nell’ambito delle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola. Fra i temi della “giornata dell’orgoglio Coldiretti”, la raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, la fauna selvatica, la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole “che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali”.

Lo rende noto la stessa organizzazione agricola in un comunicato. Fra gli altri temi, le “importazioni sleali”, il “falso made in Italy” e “la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici”. Al centro degli incontri ci sarà la raccolta di firme “per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti” e “l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi, che deve diventare una priorità”. Per la Coldiretti “il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.

Sulla fauna selvatica incontrollata, definita “un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”, l’organizzazione agricola rileva che “mancano i piani regionali straordinari di controllo” e “strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto”. In particolare, la Coldiretti dice di avere chiesto “un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina”.

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