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Obama in aiuto di Biden, scende in campo per il 2024

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Barack Obama scende in campo in aiuto di Joe Biden. Con davanti una campagna elettorale impegnativa e in salita, il presidente si affida all’ex capo per rilanciare la sua immagine e, soprattutto, parlare con quei giovani elettori che non vedono di buon occhio la sua ricandidatura al 2024. Di fronte agli occhi dei giovanissimi Biden paga l’età avanzata: in lui non vedono qualcuno in grado di rappresentarli e farsi carico delle loro battaglie per il futuro.

Nel presidente vedono una vecchia generazione al potere che riesce a interpretare il mondo solo sotto la lente del passato, soffocando i nuovi leader. Ma non sono solo i giovani a non essere convinti da Biden per la sua età: l’ultimo sondaggio di Nbc indica che il 68% degli elettori è preoccupato per il suo stato di salute, con una quota del 55% che si dichiara molto preoccupata. Timori che si riflettono anche sulla raccolta fondi, con i finanziatori democratici scettici a impegnarsi nei confronti del presidente più anziano della storia americana. Biden ha 80 anni e, alla fine di una suo ipotetico secondo mandato, ne avrebbe 86. Per ringiovanire la sua immagine e avviare un dialogo con i giovani e con gli elettori più scettici, Biden si affida così a Obama, l’ex presidente che continua a ispirare e che molti sognano come numero due al posto di Kamala Harris.

Dopo anni di basso profilo, quasi defilato, Obama di recente è sceso prepotentemente in campo prendendo per mano la campagna del presidente nel tentativo di rilanciarla. La presenza dell’ex presidente – è l’auspicio di molti – potrebbe aiutare anche l’immagine di Harris, considerata per la sua impopolarità una zavorra alla campagna per il 2024. Cercando una svolta che spazzi via le perplessità e i timori su Biden, i democratici non perdono di vista quanto accade nel partito repubblicano. Nonostante due incriminazioni e una visibilità più limitata che in passato, Donald Trump regna nei sondaggi e sembra avere la nomination in tasca. I suoi rivali non riescono infatti a far breccia nel cuore del popolo dell’ex presidente pur promuovendo politiche ancora più radicali del tycoon. E vengono travolti dalle critiche, come nel caso di Ron DeSantis sul quale si è scatenata una bufera.

Sulla scia della vittoria consegnata ai conservatori dalla Corte Suprema sui diritti gay, il governatore della Florida ha postato un video per attaccare la posizione ‘conciliante’ di Trump nei confronti degli Lgbtq. Un filmato che riprende le parole pronunciate dall’ex presidente nel 2016 dopo la strage al Pulse, il club gay di Orlando in cui persero la vita 49 persone e altre 53 rimasero ferite. DeSantis è stato duramente criticato da parte degli stessi repubblicani. Log Cabin Republican, la maggiore organizzazione Lgbtq conservatrice negli Stati Uniti, lo ha bollato come “omofobo” e definito “pericolose e stupide” le politiche cavalcate dal governatore nei confronti della comunità gay. “E’ sceso a un nuovo minimo storico” con una “tattica divisiva”, attacca Caitlin Jenner, l’icona transgender padre di Kim Kardashian.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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