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Niente procedura di infrazione, altro capolavoro politico-diplomatico del premier Conte che mette all’angolo un Salvini a caccia di motivi per aprire la crisi di governo

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“Oggi é un giorno importante per l’Italia, che porta a casa il risultato che merita. Nessuna procedura di infrazione, l’Europa – spiega il premier Giuseppe Conte – ci riconosce serietá e responsabilità. Non era facile e in molti erano pronti a scommettere contro di noi. Noi invece abbiamo sempre creduto nel nostro Paese, sulla soliditá dei nostri conti pubblici e sulla bontá e sull’efficacia delle politiche adottate dal mio Governo. L’Italia é un grande Paese, credibile, e anche oggi ne abbiamo avuto ulteriore conferma”.

Il sottosegretario. Stefano Buffagni

Parla invece di “bella giornata per l’Italia” il ministro del Tesoro Giovanni Tria. “L’impegno del Governo a rilanciare crescita e occupazione nel segno della coesione sociale e della stabilità finanziaria, in linea cioè con le regole Ue del Patto di Stabilitá e Crescita, è stato premiato due volte: dall’accordo con la Commissione europea e, ancora più importante, dalla reazione estremamente positiva dei mercati” dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria.

I politici più assennati, quale che sia il loro colore, non possono fare a meno di essere contenti della retromarcia della Commissione europea che d’un tratto scopre che i conti del Belpaese non sono un disastro e dunque finiscono le dichiarazioni terroristiche di inopinate procedure di infrazione per debito eccessivo.

“Lo dicevamo da settimane, non c’erano i presupposti tecnici per la procedura d’infrazione, quindi sono felice che questo tiro al bersaglio gratuito sia definitivamente terminato. Un applauso al nostro Presidente Giuseppe Conte per il grande lavoro fatto ai tavoli europei in queste settimane di tensione” sostiene il sottosegretario del M5S Stefano Buffagni.

Il deputato dialogante. Emilio Carelli

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ragionamento del deputato Emilio Carelli, pentastellato sempre misurato e dialogante. Carelli da un lato sottolinea la “bellissima giornata per l’Italia perché grazie al lavoro diplomatico del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stata evitata la procedura di infrazione”, dall’altra parte spera che questo ennesimo capolavoro di “intelligenza del premier sia un buon viatico per ridare spinta alla voglia di cambiamento del Paese” argomenta Carelli. “Sono stati giorni di duro lavoro al governo – aggiunge – per creare le condizioni per un assestamento di bilancio che garantisse di conseguire un miglioramento strutturale dei conti italiani. Ora a lavoro per la crescita del nostro Paese”. La speranza per Carelli è che ora si riprenda “a lavorare per cambiare il Paese seguendo l’eccellente lavoro di Conte”. Ma sono tutti davvero felici della fine dello spauracchio della procedura di infrazione? Nel Pd, a leggere le dichiarazioni di alcuni, in primis Matteo Renzi, “è una bella notizia” anche se ritengono che il merito sia della “fatturazione e dello scontrino elettronico varato nella precedente legislatura dal governo di centrosinistra”. Chi sembra quello meno felice di tutti, almeno in apparenza, è un altro Matteo, il vicepremier Salvini. Chi si aspettava dichiarazioni roboanti o felicità che sprizzava da tutti i pori sarà rimasto deluso dal sorriso sornione e da un laconico “me l’aspettavo” del leader della Lega. Un capo di partito lanciatissimo che ora ha un argomento in meno per fare le sue guerre di trincea all’Ue. Salvini dovrà concentrare ora le sue attenzioni solo contro “i giudici che fanno politica” e “l’Europa che ha lasciato sola l’Italia davanti al fenomeno migratorio”. Il buon Salvini era pronto ad aprire una crisi di governo al buio davanti ad una procedura di infrazione. Ora dovrà scegliere un altro argomento e tenere in mano acceso il cerino della crisi. Quale sarà il prossimo casus belli per impantanare un premier bravo e diplomatico come Conte? Tocca aspettare per capire. È il teatrino della politica. Uno spettacolo dove la recita migliore è senza dubbio quella leghista.

 

 

 

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Esteri

Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Esteri

Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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