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Cronache

Neonata rapita a Cosenza, clinica: madre incauta e avventata

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Nessuna responsabilità della struttura sanitaria ma un “incauto ed avventato” comportamento della mamma è all’origine del sequestro di Sofia, la neonata rapita a Cosenza il 21 gennaio scorso e ritrovata dopo circa tre ore dalla Polizia che arrestò anche la presunta rapitrice, Rosa Vespa. A scriverlo sono i legali della clinica Sacro Cuore di Cosenza – dove è avvenuto il rapimento – rispondendo alla diffida presentata il mese scorso dai legali dei genitori della piccola nei confronti della società “IGreco”, proprietaria della clinica, contestando ai responsabili della struttura “l’omessa custodia e vigilanza sui pazienti ricoverati, con particolare riferimento ai minori neonati”. Nella loro replica, i legali della “IGreco” sostengono che la struttura sanitaria “ha attuato tutti i protocolli operativi idonei a tutelare la sicurezza dei pazienti” e che la madre di Sofia, al suo ingresso nella struttura “era stata debitamente istruita e resa edotta dalle operatrici, circa la necessità di rivolgersi, in via esclusiva e per qualsivoglia necessità, alla puericultrice assegnata, riconoscibile attraverso divisa e cartellino con foto identificativa”.

I legali, inoltre, sostengono che la nonna della piccola, presente al momento del sequestro, si era insospettita per l’arrivo nella stanza di una donna con la mascherina che aveva poi prelevato Sofia con la scusa di una visita, spacciandosi per dipendente. Nella replica alla diffida, i legali della clinica evidenziano infine come grazie ai sistemi di videosorveglianza installati all’interno della struttura “è stato possibile individuare in modo tempestivo gli autori del reato e consentirne alle forze dell’ordine l’intervento in tempi estremamente rapidi ai fini dell’arresto, con il conseguente ritrovamento della piccola”. “Mi viene da ridere perché veramente è una situazione tragicomica” è stato il commento dell’avvocata Chiara Penna, legale della famiglia di Sofia.

“Questo atteggiamento – ha aggiunto – mi ricorda chi accusava le vittime di violenza sessuale di indossare la gonna troppo corta. Dimenticano che Valeria Chiappetta era una degente, quindi avevano l’obbligo di vigilare e mantenere in sicurezza anche lei. Nel merito della questione entreremo nelle sedi competenti, perché secondo noi c’è una violazione dei protocolli di sicurezza. Soprattutto, perché sostanzialmente ammettono che c’era una persona sospetta che si aggirava nella clinica, indisturbata, da giorni e addirittura avvicinava le pazienti e nessuno si è preoccupato di chiedere chi fosse. Alla fine l’unica che si doveva preoccupare di chiedere chi fosse era Valeria Chiappetta?. Rosa Vespa – ha concluso Chiara Penna – è uscita con una neonata, quindi nella migliore delle ipotesi, se Rosa Vespa si è camuffata da degente in dimissioni, nessuno l’ha dimessa. Per quanto ci riguarda, ci sono delle grosse responsabilità contrattuali. Quantomeno in sede civile, in sede penale se ne occuperà il pubblico ministero”.

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Muore la terza vittima ferita nella sparatoria a Monreale

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Salgono a tre le vittime della sparatoria della scorsa notte a Monreale (Palermo). E’ morto in ospedale uno dei tre feriti: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni, era ricoverato al Civico di Palermo. Gli altri due deceduti sono Salvatore Turdo, 23 anni, e Massimo Pirozzo, 26 anni.

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Giovane incensurato ferito ad Ercolano

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Questa notte i carabinieri della locale tenenza di Ercolano sono intervenuti in corso Resina per un 26enne ferito. Il giovane, incensurato, sarebbe stato colpito da alcuni proiettili all’addome e a una gamba. E’ stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, non in pericolo di vita. Indagini in corso per ricostruire dinamica e matrice dell’evento. Rilievi a cura del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata.

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Sparatoria in piazza a Monreale, una carneficina: due morti e tre feriti, tutti giovanissimi

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E’ di due morti e tre feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta in nottata nella centrale piazza Duomo a Monreale (Palermo). Le vittime hanno 25 anni e 23 anni; i feriti 26 anni, 33 anni e 16 anni. La sparatoria è avvenuta in una piazza affollata, davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Secondo una prima ricostruzione tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti ad una pizzeria. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell’aggressione, armato di pistola, ha iniziato a sparare. I feriti sono in gravissime condizioni. Le indagini sono condotte dai carabinieri.

Le vittime della sparatoria sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26. Sono morti subito dopo essere stati trasportati negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Anche uno dei feriti sarebbe in gravissime condizioni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione.

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