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Cronache

Cardiologo napoletano arrestato, andava a sciare ma risultava a lavoro in clinica dove però…

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Il cardiologo Giuseppe De Martino è agli arresti domiciliari. Il professionista che era stato già rinviato a giudizio lo scorso anno dal Tribunale di Napoli per falsificazione di cartelle cliniche in una precedente inchiesta condotta dal pm Henry John Woodcock, questa volta dovrà rispondere di accuse ancora più gravi. Accuse, non sentenze. L’uomo dovrà essere processato. E la sua posizione davanti alla legge è quella di innocente fino a giudizio definitivo in Cassazione. Il medico originario di Pagano, nel Salernitano,  operava presso la Clinica Mediterranea di Napoli. Il medico faceva risultare di essere in sala operatoria mentre invece era in vacanza sulla neve in un relais di Madonna di Campiglio. Poi c’è un faro acceso sul suo operato per capire se gli interventi più invasivi che effettuava erano necessari. Perché erano operazioni che avevano un costo maggiore rispetto a quelli semplici. Ma la questione non è la semplicità bensì utilità e costi oltre che invasività. Infine De Martino è accusato di aver somministrato degli anestetici senza averne titolo oppure di aver minacciato infermieri ed altri operatori della Clinica Mediterranea che si rifiutavano di iniettare gli anestetici senza la supervisione degli specialisti. . L’accusa, che è riuscita comunque a far convalidare la richiesta degli arresti domiciliari dal gip Giovanna Cervo, ha messo sotto indagine il medico per falso ideologico e materiale, violenza privata e minacce per costringere a commettere un reato.
Per ben 32 volte, in appena quattro giorni, quindi falsificando – secondo le acquisizioni di prova effettuate dai Nas dei carabinieri – delle cartelle cliniche, mentre invece il professionista era a Madonna di Campiglio. Poi ci sono le minacce, vere o presunti, contro gli infermieri. Pure su questo versante ci sono approfondimenti. Ancora, sempre secondo l’accusa, quando la direzione generale della clinica ha provato a fermarlo, il De Martino avrebbe cercato di colpire un manager pedinandolo e – secondo quanto emerge da un’intercettazione – di scoprire l’esistenza di un’amante del manager così da inviare delle foto alla moglie di chi voleva ostacolarlo. Davanti a questo complesso quadro accusatorio, con ipotesi direstò anche gravi, il legale del dottor De Martino, Alfonso Mutarelli,  spiega che il suo assistito “respinge ogni accusa e già il 25 luglio nell’interrogatorio di garanzia, fornirà ogni chiarimento”.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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