Collegati con noi

Cronache

Mercato punta su cocaina e ‘droga stupro’. boom di sequestri

Pubblicato

del

Fiumi di cocaina sempre piu’ grossi per inondare le piazze del mercato dello spaccio in Italia, nel post pandemia, anche con una parte dei carichi ‘invenduti’ negli ultimi anni. Ma le trasformazioni del Covid hanno cambiato anche i canali di vendita con il narcotraffico online, principale modalita’ di acquisto per la “droga dello stupro”, che registra un boom grazie alla rete. Dal rapporto annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga emergono nuovi record di sequestri delle forze di polizia: dati che pero’ non possono essere visti come rassicuranti, perche’ riflettono un aumento dell’offerta e della domanda di stupefacenti. Nei primi sei mesi del 2022 sono state sequestrate in Italia oltre 21 tonnellate di cocaina. La cifra supera anche quella di tutto il 2021, vale a dire 20,7 tonnellate che gia’ rappresentava un record (+47%) mai raggiunto nel nostro Paese. “Il totale di questo primo semestre – ha spiegato il direttore dell’Antidroga, Antonino Maggiore, illustrando la relazione del 2021 – conferma l’accelerazione registrata negli ultimi anni”. Sono invece triplicati nel 2021, rispetto all’anno precedente, i sequestri di Gbl (90 litri) e quelli di Ghb (quasi 6 litri), i due potenti sedativi noti anche come “droga dello stupro”, spacciata spesso attraverso siti web. Sono state anche intercettate 32 nuove sostanze psicoattive, di cui cinque mai individuate prima in Italia, prodotte con l’obiettivo di eludere i controlli perche’ non ricomprese nelle tabelle internazionali: in America sono responsabili di decine di migliaia di decessi per overdose. Aumentano in generale i sequestri di droga: dalle 59 tonnellate nel 2020, si e’ saliti alle 91 tonnellate del 2021, con un incremento percentuale del 54,04%, che, per effetto di una sensibile crescita dei sequestri di cocaina e dei derivati della cannabis, e’ il quarto risultato piu’ alto dal 2000. Sono piu’ che raddoppiati rispetto allo scorso anno i sequestri di droga derivata dalla cannabis (resta lo stupefacente piu’ sequestrato nel nostro Paese), sia di hashish (+113%) che di marijuana (+135%). Dopo un calo negli ultimi tre anni, il livello dei sequestri ha raggiunto nel 2021 quota 67,7 tonnellate. I quantitativi complessivamente sequestrati riguardano 20,8 tonnellate di hashish e 46,8 tonnellate di marijuana. I primi localizzati principalmente a Nord del Paese (43,7%), i secondi al Sud e nelle Isole (68,83%). Negli ultimi mesi e’ anche emerso il fenomeno di “una produzione outdoor nazionale, soprattutto in Sardegna” (+498% di marijuana e +150,62% di piante rispetto all’anno precedente). In generale, nel 2021 si conferma il calo relativo ai decessi per overdose (293 morti, -5%). Quello che oggi “preoccupa maggiormente” chi lotta ogni giorno per contrastare il traffico mondiale di droga, sono le “alleanze trasversali” tra le organizzazioni di narcotrafficanti, spiega il vice capo della Polizia e direttore della Criminalpol, Vittorio Rizzi, secondo il quale e’ in atto una “metamorfosi” delle organizzazioni, sotto molteplici aspetti. Dal ‘Libro bianco sulle droghe’, il rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti, arrivano inoltre nuove cifre sulle incarcerazioni. Nel nostro Paese sono il 34,88% i detenuti per reati riguardanti il Testo Unico sulle Droghe: la percentuale e’ il doppio della media europea (18%) e lungamente superiore a quella mondiale (21,65%), piu’ di quella russa, stimata al 28,6%. Nell’ultimo anno si e’ anche riscontrato un picco percentuale di carcerati tossicodipendenti: il 28,16% dei presenti.

Advertisement

Cronache

Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

Pubblicato

del

Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

Continua a leggere

Cronache

Nozze d’argento boss in chiesa con le spoglie di Falcone

Pubblicato

del

Lui abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. La coppia d’oro delle famiglie mafiose palermitane, Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, per distinguerlo dall’omonimo detto “il lungo”, e la moglie Teresa Marino, ha festeggiato in grande stile, con amici e familiari l’anniversario dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile scorso.

La coppia, lui è stato scarcerato da poco dopo anni di detenzione per mafia ed estorsioni, lei pure condannata per mafia, ha scelto per la cerimonia religiosa in cui rinnovare la promessa d’amore un luogo simbolico, la chiesa di San Domenico, che si trova in una delle piazze più belle di Palermo e che è nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice. Nel complesso in cui è inserita la chiesa c’è anche il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta, in cui sorge anche la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie di Giovanni Falcone. I mafiosi quindi sono stati accolti dai frati, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d’argento.

Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, afferma di aver saputo chi fosse l’elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d’informazione Palermotoday che ha pubblicato la notizia alcuni giorni dopo la cerimonia. “Le verifiche non spettano a noi – aggiunge – ci sono organi istituzionali che devono farlo”. Ma la coppia della cosca di Portanuova, lui è sorvegliato speciale e deve rientrare in casa entro una certa ora, poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia in qualsiasi posto. La valutazione dell’opportunità di ospitare due mafiosi di questo calibro nel complesso dove ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe a chi ha la responsabilità di quei luoghi.

Alla chiesa Lo Presti ha lasciato anche un’offerta che padre Catalano dice “servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno”. Dopo la cerimonia a san Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi al sorvegliato speciale, in una villetta allietata anche dalle canzoni di due noti neomelodici. Dopo l’arresto di Lo Presti, 48 anni, nell’operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l’ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell’organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”.

Continua a leggere

Cronache

Sindaci Ue rivendicano diritto a imporre limiti velocità

Pubblicato

del

Imporre i limiti di velocità sia una prerogativa di città e regioni. A chiederlo sono i 13 firmatari tra sindaci e vicesindaci di città europee che dalle colonne del Financial Times criticano alcune iniziative promosse in Italia, con la riforma del codice della strada, e nel Regno Unito che potrebbero impedire a città e comuni di attuare misure per la sicurezza stradale, come l’introduzione di limiti di velocità più bassi e telecamere per il controllo del traffico. Da Bologna a Firenze e Milano, passando anche da Amsterdam, Bruxelles e Helsinki. Tra i firmatari italiani Matteo Lepore e Dario Nardella, sindaci di Bologna e Firenze e la vice sindaca e assessora alla mobilità di Milano, Arianna Censi.

La lettera fa esplicito riferimento al disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso settembre per riformare il codice della strada, criticato anche in Italia da varie associazioni perché ritenuto svantaggioso per i pedoni. Per sindaci e vice le nuove norme ostacolerebbero “gravemente” la capacità delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, installare autovelox e fissare limiti di velocità inferiori che invece sono fondamentali per abbattere le emissioni e rendere anche le strade più sicure. Nella missiva non si fa riferimento solo all’Italia. I firmatari prendono di mira anche il “piano per i conducenti” nel Regno Unito che punta a introdurre misure altrettanto restrittive e alle resistenze in Germania, dove il governo ha finora resistito agli sforzi di oltre 1.000 comuni che vogliono un maggiore controllo sui limiti di velocità locali.

“Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull’opportunità politica, danneggiano la capacità delle autorità locali di prendere decisioni sul miglioramento della sicurezza e della salute dei propri cittadini”, accusano i rappresentanti locali. Sottolineando l’importanza di limiti di velocità più bassi nelle aree urbane – si legge ancora nel testo – che “stanno prevenendo le morti e migliorando la vita oggi nelle città di tutta Europa”. Non “si tratta di limitare la libertà degli automobilisti, ma di rendere le strade più sicure per tutti, ridurre il rumore e l’inquinamento e rendere la città più invitante per coloro che scelgono forme di trasporto più salutari come camminare e andare in bicicletta”. Insieme ai tre rappresentanti italiani la lettera è siglata anche da Alison Lowe, vicesindaco di West Yorkshire; Thomas Dienberg, vicesindaco di Lipsia; Frauke Burgdorff responsabile della pianificazione di Aquisgrana; Philippe Close, sindaco di Bruxelles; Mathias De Clerq, sindaco di Gand; Melanie Van der Horst, vicesindaco, di Amsterdam; Vincent Karremans, vicesindaco di Rotterdam; Karin Pleijel vicesindaco di Göteborg; Andréas Schönström vicesindaco di Malmö; Juhana Vartiainen, sindaco di Helsinki.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto