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Meloni a Fox News: un onore per me guidare l’Italia

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Alleanze sicure, collegi divisi, nelcentrodestra e’ la giornata dei temi, rilanciati dai leader nelle loro uscite pubbliche. Il tavolo permanente di coalizione per la redazione del programma si aggiorna di ora in ora, ma a dettare l’agenda ci sono i messaggi lanciati da radio, palchi e televisioni. Non si e’ risparmiata dalle presenze in Tv Giorgia Meloni che nelle interviste, concesse a Studio Aperto e al network statunitense Fox News, e’ riuscita a disegnare ad ampi tratti la sua idea di Paese, non nascondendosi nemmeno di fronte alla prospettiva di poter diventare “la prima donna a guidare il governo nella storia d’Italia. Sarebbe per me un grande onore”. La presidente di Fdi ci pensa sul serio e sollecitata dagli intervistatori, sottolinea, ancora una volta, quale debba essere per lei la collocazione internazionale del Paese: “Noi siamo sicuri della posizione che l’Italia deve mantenere per difendere il proprio interesse nazionale”, “Fdi anche dalla opposizione ha aiutato il governo Draghi a fare quello che doveva fare, a partire dal sostegno all’Ucraina. Quel conflitto e’ la punta dell’iceberg di un processo che punta ad una revisione dell’ordine mondiale. Se l’Occidente perde, a vincere sono la Russia di Putin e la Cina di Xi; e nell’Occidente gli europei sono quelli che pagheranno le conseguenze peggiori”.Oltre la politica estera, Meloni e’ tornata a parlare di presidenzialismo: “Serve una riforma seria per le nostre istituzioni: continuiamo a essere convinti di una riforma in senso presidenziale” e di politica economica “c’e’ disperato bisogno di mettere le persone in condizione di lavorare, di produrre ricchezza, e di mettere le aziende in condizione di non essere continuamente massacrate e tartassate dallo Stato”. E poi ha servito un assist a distanza al suo alleato di coalizione Matteo Salvini, proponendo una soluzione, da concordare con le istituzioni europee, per fronteggiare la questione migrant tramite il blocco navale. Bisognerebbe “trattare insieme alla Libia la possibilita’ che si fermino i barconi in partenza, l’apertura in Africa di hotpsot, la valutazione in Africa di chi ha diritto a essere rifugiato e chi invece e’ immigrato irregolare”, dice la leader di Fdi. Da Lampedusa, doven Salvini era in visita per monitorare la situazione degli sbarchi, il segretario della Lega e’ tornato a cavalcare uno dei suoi storici cavalli di battaglia parlando di “numeri insostenibili”, relativamente agli arrivi dal nord Africa e arrivando a lanciare l’idea di un commissario straordinario per gestire i flussi “che arrivi dall’Esercito o dall’Arma dei carabinieri”. Salvini fa anche dei nomi: “pensavo pero’ all’esperienza di Figliuolo a livello nazionale e di Bertolaso a livello lombardo”. A fare un’ulteriore carezza a Matteo Salvini ci pensa anche Silvio Berlusconi, che oggi rilancia un antico pallino dell’ex ministro dell’Interno , citando l’introduzione di una “flat tax al 23% che sara’ uguale per le famiglie e per le imprese”. Il Cavaliere, in diretta a Radio Montecarlo, e’ tornato a parlare dell’obiettivo di portare le pensioni minime a 1000 euro (“sia quelle di anzianita’ sia quelle di invalidita’ almeno a €1000 al mese per 13 mensilita’”) e poi della campagna elettorale, facendo un confronto tra la coalizione di centrosinistra “concentrata sul modo migliore per non far vincere quella che loro chiamano la destra e in nome di questo chiamano a raccolta le forze piu’ diverse”, e il suo schieramento “unito” e “nato dalla mia discesa in campo nel ’94. Da allora a oggi – spiega il Cavaliere – non e’ mai venuta meno l’unita’ di fondo del nostro schieramento”. Un’unita’ che oggi aggrega in maniera piu’ definita altre due realta’: hanno presentato a poche ore di distanza i simboli delle liste con le quali correranno alle elezioni la doppia coppia del centro moderato. La prima quella formata dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti e da quello di ‘Noi con l’Italia’ Maurizio Lupi; la seconda quella di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. e Lorenzo Cesa, leader dell’Udc.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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