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Melenchon lancia de Magistris: è l’unico a sinistra a fare resistenza

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Alza il pugno sinistro e arringa la folla urlando “resistenza, resistenza, resistenza”. Con questo gesto Jean-Luc Melenchon, il leader della sinistra radicale francese, ha riconosciuto un analogo ruolo a Luigi de Magistris, “un leader che non ha paura”, assegnando l’ambito endorsement alla sua lista Unione popolare e alla sua “agenda Robin Hood”. Melenchon in patria e’ andato a un pelo dallo sfilare a Emmanuel Macron la presidenza della Francia, il suo amico ex magistrato ed ex sindaco di Napoli deve sperare di superare almeno il 3% alle elezioni, e fra i circa cinquecento all’assemblea pubblica nel cuore del Quadraro, quartiere della periferia romana, molti pensano che sarebbe stato piu’ semplice con un fronte di sinistra piu’ ampio. Cosa pensa Melenchon del M5s, forse lo spieghera’ domani in conferenza stampa. Non incontrera’ Giuseppe Conte, contro cui de Magistris e’ netto: “Non so come possa dire che chi e’ di sinistra deve votare per lui. Nel 2019 chiuse il porto di Napoli alle ong. E’ un riposizionamento elettorale”. “Ma non si capisce perche’ la sinistra non e’ unita, con Rizzo e Fratoianni – dice quasi arrabbiato Francesco, un sessantenne giunto da Acilia – cosi’ e’ inutile…”.

Sono incuriositi alcuni sedicenni dei licei Tasso e Avogadro, in zone piu’ centrali. Non possono dare il loro voto ma sono sicuri, “quello utile e’ la morte della democrazia”. Ecco Melenchon, arriva su una 500 (nei giorni scorsi i detrattori lo hanno criticato perche’ a Lille ha usato un Suv, “ibrido e a noleggio” la replica dei suoi) accolto dal servizio d’ordine dell’Opposizione studentesca d’alternativa, fra le bandiere viola di Unione popolare, quelle rosse di Potere al popolo (in prima fila i due portavoce, Giuliano Granato e Marta Collot) e Rifondazione comunista e striscioni contro la guerra. “Ho sempre ammirato il movimento comunista italiano, e’ sempre stato il piu’ creativo e allegro – esordisce -. E avrei preferito venire a trovarvi come presidente della Repubblica francese. La prossima volta magari torno come primo ministro”. Oggi punta su de Magistris e cita “i grandi eroi della Rivoluzione francese come Robespierre, che e’ stato un po’ maltrattato”: “L’Italia e’ fortunata ad avere Unione popolare, altrimenti non rimarrebbe nessuno a resistere qua. Non posso dire che il vostro programma e’ il migliore, perche’ e’ uguale al mio”. Acqua pubblica, pensione a 60 anni, niente compromessi con chi vuole solo il potere, le parole chiave. E un messaggio a chi vota a destra: “Ma cazzo, usate il cervello una volta. Non e’ sbarazzandovi di arabi e musulmani che migliorerete la vostra condizione”. Antonella, 65 anni, sorride: “Che entusiasmo, che leader. Ma qua manca Sinistra italiana…”. Anche Mario, mentre parla di organizzare una biciclettata elettorale, concorda: “Ci sa fare, ma speravo ci fosse piu’ gente. Ci danno all’1,5%, speriamo…”.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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