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Massoneria e mafia, 27 arresti nel paese del capo della cupola Matteo Messina Denaro: in cella sindaci e deputati. Anche tre poliziotti nell’inchiesta

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Operazione Artemisia contro una loggia massonica segreta a Castelvetrano, il paese natale del boss latitante Matteo Messina Denaro. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Trapani, hanno eseguito 27 arresti per reati che vanno dalla corruzione alla concussione, e poi traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della c.d. legge Anselmi). Altre dieci persone sono indagate a piede libero. Arrestati anche esponenti politici come l’ex deputato regionale di Fi Giovanni Lo Sciuto, l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante e l’ex deputato di Forza Italia Francesco Cascio, e tre poliziotti.

Per gli stessi reati sono stati notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre 4 informazioni di garanzia ad altrettanti indagati.

Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di Trapani,sono iniziate nel 2015 e hanno avuto come fulcro Giovanni Lo Sciuto, ex Deputato Regionale, in carica fino al 2017,  a carico del quale sono emersi gravi indizi di reità in ordine alla commissione di numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, reati che avrebbe perpetrato per ampliare la sua base elettorale in vista delle varie elezioni e di conseguenza il proprio potere politico.

Secondo gli inquirenti Lo Sciuto avrebbe creato uno stabile accordo corruttivo con Rosario Orlando – già responsabile del Centro Medico Legale dell’ INPS, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello steso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili”– che riusciva a corrompere, attraverso regalie ed altre utilità, nonché la sua intercessione con l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo. Da Orlando l’ex deputato regionale avrebbe ottenuto la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge.

Ogni pensione di invalidità fatta concedere, in forza del consolidato accordo corruttivo, rappresentava per l’ex onorevole regionale un cospicuo pacchetto di voti certi.

Ci sono circa  70 casi di pensioni di invalidità, attualmente al vaglio degli inquirenti, che sarebbero state concesse a cittadini sponsorizzati da Lo Sciuto.

L’ex deputato regionale godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale “A.N.F.E.(Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco, anch’egli tratto in arresto, con il quale creava uno stabile accordo corruttivo. Genco infatti gli garantiva sostegno economico e raccolta di voti per le sue candidature, così da rafforzare la sua posizione politica, nonché il suo consenso popolare, strettamente connesso alle assunzioni presso l’ANFE. Lo Sciuto riusciva infatti ad ottenere assunzioni per persone da lui segnalate oltre che appoggio elettorale, anche finanziario. In cambio intercedeva al fine di agevolare la concessione dei finanziamenti a favore dell’ente. Inoltre in qualità di deputato regionale e membro della commissione cultura, lavoro e formazione si prodigava per l’approvazione di delibere e progetti di leggi regionali a favore dell’ANFE.

La complessiva attività di indagine -secondo gli inquirenti – avrebbe dimostrato ancora l’esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata da Giovanni Lo Sciuto con la collaborazione, nel settore organizzativo, del massone Giuseppe Berlino, associazione che, con certezza indiziaria, vede tra i suoi membri ad esempio l’ex Sindaco di Castelvetrano Felice Errante Jr., l’ex Vice Sindaco di Castelvetrano Vincenzo Chiofalo ed il commercialista massone Gaspare Magro. Caratteristica precipua di tale associazione è che gli scopi della stessa non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso, ma ha avuto ad oggetto anche il condizionamento e l’asservimento dell’attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del consesso criminoso.

Tali finalità venivano, in particolare, perseguite con modalità che garantivano la segretezza degli scopi associativi e della reale composizione del sodalizio, anche e soprattutto grazie al ruolo di appartenenti alle istituzioni.

La complessiva attività dell’associazione si esplicava, in particolare, nella conclusione di accordi collusivi con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell’ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell’imprenditoria, nell’ infiltrazione nei predetti centri di potere di membri dell’associazione segreta o comunque di soggetti etero diretti dagli associati in modo da strumentalizzarne l’azione al perseguimento delle finalità del sodalizio stesso ed, infine, infiltrando appartenenti al sodalizio criminoso o altri soggetti legati al Lo Sciuto da vincoli di fedeltà all’ interno delle logge massoniche e sfruttando a fini elettorali l’appoggio delle logge, appoggio che veniva ricambiato con il sostegno da parte del Lo Sciuto alle richieste di nomina, segnalazioni e raccomandazioni provenienti da affiliati alla massoneria – come avvenuto nella scelta fatta dall’ex Sindaco Errante di nominare, su indicazione del Lo Sciuto, 4 nuovi assessori iscritti a logge massoniche.

Tutte le condotte ideate e poste in essere dal Lo Sciuto e dai suoi sodali erano finalizzate all’ampliamento sempre maggiore del potere di influenza del consesso criminoso nei settori nevralgici della politica, della pubblica amministrazione e della sanità; giungendo, come nel caso del Comune di Castelvetrano ad un controllo generalizzato e penetrante delle scelte politiche ed amministrative, al condizionamento delle scelte inerenti le nomine in enti pubblici o di interesse pubblico (come nel caso dell’IPAB Infranca e del Parco Archeologico di Selinunte e della nomina del BERLINO all’interno della segreteria dell’assessorato regionale), la predisposizione di bandi e l’assegnazione di finanziamenti regionali, all’assegnazione di pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento ed all’assunzione in strutture pubbliche e privata (una fra tutte l’ANFE) di soggetti scelti dal Lo Sciuto sulla base di interessi clientelari, affaristici o personali.  

La macchina di potere gestita dal Lo Sciuto utilizzava tali modalità d’azione anche e soprattutto per condizionare le competizioni elettorali ed ottenere l’elezione dei componenti dell’associazione grazie all’enorme rete clientelare creata mediante la commissione dei reati fine dell’associazione a delinquere stessa (corruzioni, abusi di ufficio,truffe in danno dello Stato e falsi contro la fede pubblico).

In tale contesto di profondo condizionamento della corretta amministrazione della cosa pubblica, è estremamente sintomatico il caso del Comune di Castelvetrano in cui il Lo Sciuto ed i suoi sodali, dopo aver “governato” tramite il Sindaco Errante ed il Vice Sindaco Chiofalo dal 2012 al 2017, raggiungevano un accordo con l’ex rivale politico Perricone Luciano, raggiunto da misura cautelare degli arresti domiciliari, finalizzato alla elezione del predetto alla carica di Sindaco in occasione delle elezioni del 2017 (non tenutesi in considerazione del sopravvenuto commissariamento del Comune)

Preme osservare che non viene contestata, dal Giudice delle Indagini Preliminari, l’appartenenza alla massoneria in quanto tale. Non viene addebitata infatti alcuna responsabilità al maestro venerabile della Loggia al cui interno si annidava l’associazione segreta, in quanto è emerso chiaramente come il “gruppo occulto”,facente capo a Lo Sciuto, prendesse le decisioni a prescindere dalle direttive della loggia palese e si avvalesse degli aiuti degli appartenenti occulti più che di quelli palesi in caso di bisogno.

L’indagine ha infine portato alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di LO SCIUTO da parte di appartenenti alle Forze dell’Ordine e di esponenti politici regionali quali l’ex deputato regionale Francesco Cascio, tratto anch’egli in arresto.

 

Destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere

1) LO SCIUTO Giovanni n. Castelvetrano 4.2.1963;
2) GENCO Paolo n. Salemi 6.9.1954;
3) MAGRO Gaspare n.  Caltagirone 5 giugno 1965;
4) ANGILERI Giuseppe n. Marsala 4 marzo 1957
5) CALCARA Isidoro n. Castelvetrano 18 giugno 1963
6) PASSANANTE Salvatore n. Castelvetrano 28 marzo 1960
7) VIRGILIO Salvatore n. Erice 12 ottobre 1971  
8) GIACOBBE Salvatore, n. Castelvetrano 3 maggio 1970
9) ORLANDO Rosario n. Alcamo 5 maggio 1951
10) BERLINO Giuseppe n. Castelvetrano 31 agosto 1978

Destinatari di ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari

1) MORTILLARO Maria Luisa n. Marsala 15 dicembre 1956
2) GIAMMARINARO Vincenzo n. Castelvetrano 20 novembre 1959
3) CASCIO Francesco n. Palermo 17 settembre 1963
4) BARBA Adelina n. San Biagio Platani 21.12.1970
5) GENNA Sebastiano n. Marsala 9.2.1951
6) DI LIBERTO Giovanna Ivana n. Alcamo 15.4.1986
7) CAMMARERI Giuseppe n. Marsala 2.7.1965
8) LENTINI Vincenza Daniela n. Marsala 17.4.1967
9) SALERNO Gaetano Castelvetrano 30.7.1977
10) DI GIORGIO Antonio n. Palermo 14.5.1973
11) CAMMISA Alessio n. Palermo 18.5.1975
12) BARRESI Antonietta n. Castelvetrano 11 agosto 1962
13) MESSINA DENARO Francesco n. Castelvetrano18 agosto 1961
14) CHIOFALO Vincenzo n. Castelvetrano 8 giugno 1954
15) GERACI Tommaso n. Castelvetrano 8 dicembre 1954
16) ERRANTE Felice Junior n. Latisana 8 luglio 1975
17) PERRICONE Luciano n. Trapani il 6 ottobre 1956

Destinatari di misura coercitiva dell’obbligo di dimora

1) LI CAUSI VALENTINA N.  CASTELVETRANO IL 2.4.1986
2) CLEMENTE FILIPPO DANIELE N. CASTELVETRANO 18 APRILE 1986
3) CORSO Arturo n. Salemi 9 marzo 1958
4) BACCHI Gaetano n. Santa Ninfa 13.11.1930
5) BIONDO ZINA MARIA N. SADUSKY (USA) 13.8.1970

Destinatari di misura interdittiva

1)SALUTO GIORGIO N. TRAPANI  1 MAGGIO 1957

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Archivio di Stato di Napoli nella bufera: verifiche tecniche dopo la festa di matrimonio

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La direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino , ha dichiarato che lo svolgimento della festa di matrimonio (nella foto in evidenza un momento della festa) con 300 invitati nei locali dell’istituto, avvenuta il 7 dicembre scorso, si è svolto regolarmente e sotto il suo controllo. Tuttavia, l’evento ha sollevato un’ondata di polemiche per l’uso di spazi di alto valore storico, ricchi di affreschi e documenti antichi, per una celebrazione privata.

In risposta alle critiche, la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura ha disposto l’invio di tecnici per verificare l’integrità dei locali e valutare la compatibilità di simili eventi con la dignità e il decoro del sito.

L’intervento del Ministero della Cultura

Il direttore generale archivi, Antonio Tarasco, ha disposto il sopralluogo per accertare che i monumentali locali non abbiano subito danni e per definire le condizioni restrittive necessarie per future concessioni degli spazi a terzi. In una nota, Tarasco ha sottolineato che sarà valutata l’integrità dei luoghi e del patrimonio documentario, verificando se l’evento si sia svolto in linea con le normative vigenti.

Eventi privati e normative: il punto della Direzione Generale Archivi

La Direzione Generale Archivi ha ricordato che, secondo la normativa, celebrazioni ed eventi privati possono essere organizzati in luoghi di interesse storico e culturale solo con modalità rispettose del valore artistico e documentale degli spazi. Il caso dell’Archivio di Stato di Napoli ha acceso il dibattito sulla necessità di regolamentare con maggiore rigorel’uso di siti culturali per eventi privati, tutelando al contempo il patrimonio pubblico.

Le polemiche e il futuro dell’Archivio

L’evento di Napoli ha suscitato numerose critiche da parte di esperti e cittadini, preoccupati per il possibile danneggiamento di un patrimonio di valore inestimabile. Ora, il sopralluogo dei tecnici rappresenta un passo necessario per garantire che l’Archivio di Stato di Napoli possa continuare a essere utilizzato per eventi pubblici o privati senza compromettere la sua integrità.

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A Calenzano trovati i corpi dei dispersi, cinque i morti

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E’ di cinque vittime il bilancio dell’esplosione avvenuta ieri al deposito Eni di Calenzano, nei dintorni di Firenze. Questa mattina sono subito riprese le ricerche, e i corpi dei tre dispersi che ancora mancavano all’appello sono stati ritrovati nell’area delle pensiline di carico, dove è deflagrata l’esplosione che era stata segnalata: poco prima dell’incidente, infatti, un operatore che era al deposito aveva dato l’allarme, ma nel giro di pochi secondi si è verificato il grande boato con il successivo incendio. Erano le 10.21 e 30 secondi, questo l’orario registrato.

Nel deposito di Calenzano hanno trovato la morte Vincenzo Martinelli, 53 anni, autista originario di Napoli e residente a Prato dal 1998; Carmelo Corso, altro autista 57enne, originario di Catania che viveva a Calenzano; Davide Baronti, 49 anni, autista nato ad Angera (Novara) e residente in Toscana. Ci sono poi due lavoratori originari della Lucania: Franco Cirielli e Gerardo Pepe. Cirielli, 50 anni, aveva fatto parte della Brigata paracadutisti “Folgore” e viveva con la compagna e due figli piccoli a Cirigliano (Matera), piccolo paese con circa 300 abitanti della collina materana. Pepe, 45 anni, nato in Germania dove i suoi genitori erano emigrati per lavorare, viveva invece a Sasso di Castalda (Potenza).

Sono state disposte le autopsie e serviranno gli esami del Dna per l’identificazione esatta dei corpi. Resta intanto la preoccupazione per le tre persone che sono state ricoverate ieri in codice rosso: in particolare, i due pazienti del centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi, e una terza persona che si trova in terapia subintensiva all’ospedale fiorentino di Careggi. Secondo quanto riferito oggi, i due ricoverati a Pisa sono in condizioni gravi e sedati nel reparto di terapia intensiva con ustioni estese in varie parti del corpo. Il fortissimo scoppio li ha centrati praticamente in pieno procurando loro anche traumi e fratture perché entrambi sono stati scaraventati a distanza.

Nelle prossime ore, fanno sapere da ambienti sanitari, saranno necessari ulteriori accertamenti strumentali e diagnostici per delineare un quadro preciso delle lesioni riportate. “Le posizioni dei feriti al centro grandi ustioni di Cisanello sono molto preoccupanti”, ha evidenziato oggi il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine del Consiglio regionale che si è aperto con un minuto di silenzio e la comunicazione dello stesso governatore sull’esplosione di Calenzano. Per Giani è stata “una tragedia di entità fortissima ma che poteva essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante, e quindi se vi fosse stato l’innesto di una catena tra l’incendio dalla pensilina fino alle cisterne chissà cosa sarebbe successo”.

E anche oggi non sono mancate le proteste di lavoratori e sindacati che chiedono maggiore attenzione sulla prevenzione. Per quanto riguarda gli altri feriti, ieri la Regione aveva dato un primo bilancio di 10 raccolti nell’area del deposito portati con i mezzi di soccorso negli ospedali. A questi si sono poi aggiunte almeno altre 17 persone, secondo il dato fornito sempre dalla prefettura, che si sono presentate autonomamente negli ospedali, per ferite e contusioni di vario tipo, ma comunque non gravi. La buona notizia è che questi feriti non gravi sono stati tutti dimessi, o sono in fase di dimissione dall’ospedale.

In particolare, sono stati dimessi quelli ricoverati con i mezzi del 118 sia al policlinico fiorentino di Careggi, sia all’ospedale di Prato. E proprio a Prato e negli altri ospedali Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri e Empoli, è stato “prestato soccorso ieri ad almeno 21 altri feriti, già tutti dimessi – aggiunge la Regione -. Di questi 19 si sono presentati autonomamente. Nel dettaglio: all’ospedale di Prato sono state assistite 14 persone, a Torregalli 3 persone, altrettante ad Empoli ed una al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri”.

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Sedicenne uccide vicino dopo una lite, poi si consegna

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Per punire il vicino di casa che avrebbe avuto un alterco con la nonna, un sedicenne ha ferito mortalmente con diverse coltellate, tra cui una al cuore, Christian Regina, 40 anni, operatore del mercato ortofrutticolo di Siracusa. L’omicidio è avvenuto ieri sera, intorno alle 20.30, in una palazzina di via Italia, zona nord della città. Il minore è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile e trasferito al centro di prima accoglienza di Catania.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura presso il Tribunale dei minorenni di Catania, che coordina le indagini. I poliziotti delle volanti sono arrivati dopo una segnalazione al 112: percorrendo le rampe di scale gli agenti hanno notato tracce di sangue che diventavano sempre più consistenti verso i piani superiori. I poliziotti hanno trovato sulle scale, al terzo piano, il cadavere di Regina in una pozza di sangue. Subito raccolte le testimonianze dei residenti, in brevissimo tempo hanno individuato il presunto autore che era fuggito.

Il sedicenne dopo alcune ore si è presentato negli uffici della questura accompagnato dal suo avvocato. 
 Secondo una prima ricostruzione, Regina avrebbe avuto una lite con il ragazzo e la causa sarebbe stata il precedente alterco con la familiare del giovane. Prima l’animata discussione, poi probabilmente la vittima avrebbe colpito il giovane con uno schiaffo, scatenando la feroce reazione: il sedicenne sarebbe rientrato a casa per prendere un coltello. Poi ha bussato alla porta del vicino e appena Regina ha aperto è scattata l’aggressione sul pianerottolo.

Poi il minore è fuggito, ma in nottata si è consegnato alla Polizia che lo stava cercando. Agli inquirenti il minore ha fornito la sua versione dell’accaduto: sulle scale avrebbe incontrato Regina in stato di forte alterazione alcolica che in precedenza aveva avuto un alterco con una sua familiare. Da lì è partito tutto, sempre secondo il racconto fornito dai ragazzi agli investigatori. Una versione che dovrà essere accertata.

Il ragazzo è figlio di un esponente di spicco della criminalità siracusana, che recentemente ha subito una pesante condanna per traffico di stupefacenti e si trova rinchiuso in carcere. Via Italia, strada di palazzetti popolari, è una nota zona di spaccio a Siracusa, dove la criminalità locale ha messo su un clan che controlla il mercato della droga.

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