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Massacrava di botte la moglie e le sue due bambine, i carabinieri lo denunciano e affidano madre e figlie ai servizi sociali

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Era un violento in famiglia. Violento con la moglie e violento con le figlie piccole. Sono sposati da circa 10 anni. Lui lavora in italia e lei fino a poco fa era ancora in Albania. Poi si è ricongiunto col marito. Prima si vedevano due volte l’anno e già nel corso delle rare visite in Albania l’uomo aveva mostrato una certa indole violenta.
Nel frattempo la coppia di cittadini albanesi aveva avuto due bambine che ora hanno 4 e 6 anni. Dopo un breve periodo di convivenza in Germania presso la sorella della donna i due avevano deciso di venire a vivere a Cardito, luogo ormai residenza dell’uomo. Lo stesso comune dove un altro violento, l’altro giorno a massacrare a pugni e calci un bimbo di 7 anni, Giuseppe, e ridotto in fin di vita una bimba di 8 anni, la sorellina Noemi. Sono figli della sua compagna.
La donna albanese, trasferitasi in Italia da circa un mese ha ricominciato a subire violenze nell’abitazione  da parte del marito. Il 26 gennaio la poveretta ha subito un pestaggio violento con calci, pugni e con il lancio di uno smartphone che l’aveva colpita all’addome.
Indecisa sul da farsi, ancora in forse sul denunciare o no il marito e con lui in casa, la donna ieri pomeriggio ha fatto il passo più intelligente della sua vita.
Lui è uscito di casa per andare al lavoro e lei approfittando dell’assenza è andata in strada con le bambine chiedendo aiuto ai passanti: questi ultimi hanno chiamato subito i carabinieri.

Nel giro di pochi minuti i militari dell’Arma di Crispano hanno soccorso la signora e le piccole, raccolto la denuncia della donna che con l’aiuto di un interprete ha raccontato tutte le violenze subite. I militari hanno avviato subito i primi accertamenti. Ed hanno denunciato l’uomo per il reato di maltrattamenti in famiglia mentre
la denunciante è stata affidata ai medici dell’ospedale di Frattamaggiore che le hanno riscontrato vari traumi giudicati guaribili in 10 giorni. La madre e le figlie sono state affidate ai servizi sociali del comune di Cardito.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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