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Maldini avverte Giampaolo, lo difendiamo ma gioco stenta

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Legato a un filo, ma Marco Giampaolo non molla la panchina del Milan. E incassa anche una nuova mezza fiducia da Paolo Maldini, che ha voluto difendere il tecnico nonostante la sconfitta con la Fiorentina. Mezza fiducia, perche’ il direttore tecnico rossonero ha anche sottolineato i problemi della squadra: “L’allenatore e’ stata una scelta condivisa tra area tecnica e societa’ – le parole di Maldini -. Noi lo difenderemo sempre, e’ giusto dargli tempo. Sapevamo quali potevano essere i problemi, ma pensavamo di fare meglio perche’ quattro sconfitte in sei gare e la qualita’ del gioco non e’ soddisfacente”. Come uscire dalle difficolta’? “Attraverso il lavoro”, l’opinione di Maldini. “I giocatori devono fare autocritica, cosi’ come noi, almeno finche’ la leadership dell’allenatore non si fa sentire chiaramente. Le responsabilita’ vanno condivise. Di certo preoccupa l’involuzione vista da Torino a oggi, ma sappiamo che anche le situazioni piu’ nere si possono ribaltare in un secondo. Forse dipende proprio da San Siro, molti dei nostri ci hanno giocato poco e il blasone di questo club qui rende la maglia molto pesante”.

Dal canto suo, Giampaolo allontana l’ipotesi dimissioni. “Se ho mai pensato a dimettermi? No”, ha tagliato secco Giampaolo. “Mi assumo le mie responsabilita’ da allenatore ma vado avanti perche’ sono convinto delle mie idee – le parole del tecnico -. La squadra e’ sembrata essersi ritrovata a San Siro come se non avesse mai giocato insieme, il dovere di vincere ha pesato nei muscoli e nella testa. La contestazione dei tifosi? I tifosi del Milan muoiono per la maglia e hanno giustamente manifestato il loro disappunto”. In casa Fiorentina la seconda vittoria consecutiva profuma di “vendetta” per Vincenzo Montella, dopo l’esonero da allenatore rossonero nel novembre 2017.

“E’ una grande soddisfazione battere il Milan a San Siro. Non avevo nessuno spirito di rivalsa, per me non e’ stata un’esperienza negativa. Ma e’ stata una gran bella vittoria”, ha commentato il tecnico viola. Protagonista assoluto in campo e’ stato Franck Ribery: “Io vecchio? Si’, sono vecchio, ma in campo sono giovane. Sono contento perche’ il calcio e’ la mia vita. Ho sempre fame, mi diverto, mi piace giocare in questa squadra di giovani”. Festeggia anche il patron Commisso: “Vi dico la verita’, mi aspettavo che i ragazzi facessero una partita cosi’. Dopo tre partite siamo gia’ nella parte sinistra della classifica, non c’e’ voluto assai, ma si vedeva dal primo giorno che con un po’ di tempo avremmo fatto bene”.

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Uccide il figlio al termine di una lite e si costituisce

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Dramma familiare a Lamezia Terme. Un trentenne, Bruno di Cello, è stato ucciso dal padre, forse al termine di una lite. L’uomo si è poi costituito alle forze dell’ordine. L’omicidio è stato commesso nel quartiere Marinella, nella zona sud della città. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia ed è stato informato il magistrato di turno.

L’omicidio è avvenuto lungo una strada che costeggia una villetta. La vittima, secondo una prima sommaria ricostruzione fatta dagli investigatori, Bruno Di Cello  percorreva la strada a bordo della sua auto quando è stato raggiunto dal padre, Francesco. I due avrebbero avuto quindi una discussione al termine della quale Francesco ha sparato un colpo di pistola contro il figlio, uccidendolo. Quindi si è costituito. Sul posto sono giunti i sanitari del 112 ma per Bruno Di Cello non c’era più niente da fare.

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Scorsese: ultima intervista del Papa per il cinema

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Papa Francesco ha dato a Martin Scorsese la sua “ultima intervista approfondita davanti a una telecamera”: le conversazioni dell’82enne regista di Silenzio, un film sui gesuiti in Giappone, con il primo papa gesuita della storia sono state filmate in Vaticano lo scorso dicembre e incluse nel documentario Aldeas – A New Story, il racconto di Scholas Occurrentes, una organizzazione no-profit fondata dallo stesso pontefice nel 2013, anno dell’elezione, per promuovere la “cultura dell’incontro” tra i giovani attraverso il cinema. Il film mostrerà giovani in Indonesia, Gambia e Italia che partecipano al programma e realizzano corti. E’ “radicato nella convinzione del papa sulla natura sacra della creativita’”, si legge in un comunicato diffuso dalla produzione.

Brani di colloqui tra Francesco e Scorsese saranno inseriti nella narrazione del film che non ha ancora una data di distribuzione. “Era importante per Francesco che gente di tutto il mondo scambiasse idee con rispetto pur preservando la loro identita’ culturale, e il cinema e’ il mezzo migliore a questo scopo”, ha detto Scorsese. Prima di morire il Papa aveva definito Aldeas “un progetto poetico perche’ va alle radici di cosa e’ la vita umana”. Scorsese, che e’ cattolico e molto vicino alla chiesa di Papa Francesco, e’ stato tra i primi a esprimere cordoglio lo scorso 21 aprile per la morte del pontefice. “E’ stata una perdita immensa per il mondo. Sono stato fortunato di conoscerlo e mi mancherà il suo calore e il suo affetto”, ha detto il regista, secondo cui il Papa si è lasciato alle spalle “una luce inestinguibile”.

Autore di molti film a tema cattolico tra cui L’Ultima Tentazione di Cristo che, all’uscita nel 1998, provoco’ le proteste di gruppi religiosi, Scorsese aveva incontrato Francesco varie volte nel corso del mandato pontificale: la prima nel 2016, per discutere del suo film Silenzio sui “cristiani nascosti” del Giappone del diciassettesimo secolo, e poi nel 2023 quando il regista annuncio’ di aver aderito all’appello del Papa agli artisti iniziando a lavorare a un nuovo film su Gesù, la cui sceneggiatura e’ finita ma ancora nel cassetto. L’anno scorso il regista aveva partecipato all’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI e aveva avuto un incontro personale con il Pontefice nello studio adiacente. In questa occasione, aveva donato al Papa un libro fotografico dedicato al suo film Killers of the Flower Moon.

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Vucic ribadisce, ‘andrò a Mosca il 9 maggio, pronto a sanzioni’

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha ribadito che si recherà a Mosca il 9 maggio per partecipare, unitamente a Vladimir Putin, Xi Jinping e altri leader internazionali, alle celebrazioni per l’80/mo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Parlando ai giornalisti al seguito in Florida, dove si trova da ieri in vista di un suo incontro con il presidente Usa Donald Trump, Vucic ha detto che intende mantenere la promessa fatta nei mesi scorsi al presidente russo, aggiungendo al tempo stesso di essere pronto ad affrontare per tale visita a Mosca ogni tipo di punizione e sanzione da parte di Bruxelles. E’ interessante vedere, ha osservato, come negli ultimi giorni ai briefing a Bruxelles l’unico problema riguardi Vucic e la Serbia. Confermando tuttavia che la Serbia è sulla strada verso l’integrazione europea, che non abbandonerà, e che lui personalmente è pronto ad accettare ogni tipo di sanzione.

“La Serbia, anche dopo tutto ciò, con questo o con un altro presidente visto che per me tra non molto scadrà il mandato, resterà sulla strada verso l’Europa”. Vucic ha detto che l’8 maggio, il giorno prima delle celebrazioni sulla Piazza Rossa, consegnerà al patriarca di Mosca Kirill una onorificenza conferitagli nei mesi scorsi, e ha espresso la speranza di poter aver un colloquio seppur breve anche con il presidente cinese Xi Jinping. “Potete immaginare quale importanza avrebbe ciò per la Serbia? Avere un bilaterale con il presidente americano, e avere successivamente incontri anche con i presidenti russo e cinese. Chi lo può fare oggi nel mondo?”.

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