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Cronache

Lo Stato a Napoli è morto nel pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini e all’esterno della Caserma Pastrengo

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Quello che vedete in foto è l’ingresso dell’ospedale Pellegrini mentre viene devastato. Si vedono sei auto della polizia. Immagino ci fossero poliziotti a bordo. Le auto non sono arrivate da sole. Non sono inquadrate ma ci sono anche auto dei carabinieri. Nel giro di 200 metri ci sono le sedi della Questura di Napoli (via Medina) e del Comando Provinciale dell’Arma (piazza Carità). Il Questore di Napoli e il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri dovrebbero spiegare dove erano, che cosa hanno fatto per impedire che una banda di minus habens criminali, la feccia di Napoli devastassero tutto e poi andassero fin dentro la caserma Pastrengo a sparare. Possibile che non abbiano nulla da dire? Possibile che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non abbia nulla da ridire, nulla da fare se non dirci ancora una volta che a Napoli il Governo farà e dirà e bla bla bla?. Non può sempre finire tutto a tarallucci e vino. Qui parliamo della credibilità dello Stato non del nostro narcisismo. Ho visto le immagini del circuito di video sorveglianza (che sono poi andate al pm inquirente), non sono pubblicabili perché coperte da segreto investigativo. Ma davvero a vederle ci si vergogna di essere napoletani e italiani. Noi napoletani abbiamo consentito di devastare un ospedale e fatto assaltare una caserma a colpi di pistola senza fiatare, senza profferire una parola.

Le immagini della video sorveglianza e quelle dalle quali prendo questo fermo immagine sono infatti molto più penose di quello che scrivo. E quelle le ha già visionate il Pm ed ha già chiesto di identificare uno ad uno i partecipanti alla devastazione dell’ospedale. A me quello che fa specie è il fatto che alcuni di noi considerino tutto normale, della serie “eh che fa, po’ succedere”. Qui il problema non sono i poliziotti o i carabinieri non intervenuti. Il problema è quello che è accaduto ed era già accaduto. Informo qualche solone da tastiera che qualche mese fa, esattamente stesso posto, stesso ospedale, stesso pronto soccorso, entrarono i killer in ospedale per finire un lavoro che non erano riusciti a portare a termine in strada: uccidere un uomo. Abbiamo già dimenticato? Bene, ve lo ricordo. E lo ricordo anche al capo dei carabinieri e al capo della polizia napoletana. Fate qualcosa per affermare che siete voi lo Stato. Qualcuno ha capito che è la camorra che comanda. Battete un colpo. E fatecelo vedere che siete lo Stato. Non vi nascondete più. Non si capisce.

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Cronache

Domani i funerali della bimba di 4 anni morta nel Napoletano

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Si svolgeranno domani, alle ore 16 nella parrocchia di San Nicola di Castelvenere (Benevento) i funerali di Alessandra, la bambina di 4 anni morta in circostanze ancora da chiarire in un’abitazione di Tufino, in provincia di Napoli, nella notte tra il 14 e 15 dicembre dello scorso anno, dopo una caduta da una scala a chiocciola. Lo rende noto Alessandro Di Santo, sindaco di Castelvenere, dove la bimba risiedeva ufficialmente. Sulle cause, non del tutto chiare, della morte di Alessandra indaga la Procura di Nola.

Due zii della bambina sono stati iscritti nel registro degli indagati. A carico della coppia di coniugi, presso cui la piccola era stata collocata dai servizi sociali, si ipotizzerebbero i reati di maltrattamenti e omicidio colposo. La morte della bambina risale alla sera del 13 dicembre scorso e sarebbe stata provocata dalle ferite conseguenti a quella che si ipotizza sia stata una caduta accidentale dalla scala interna dell’abitazione. Sembra che in un primo momento le condizioni della piccola non fossero state considerate così gravi, ma quando sul posto sono giunti i medici del 118, per la bambina non c’è stato più nulla da fare. Due le telefonate fatte al 118 quella sera: nella prima si faceva riferimento a una broncopolmonite, nell’altra si citava invece la caduta dalle scale. “La nostra comunità – aggiunge il primo cittadino – si unisce commossa ai genitori e ai nonni della piccola Alessandra per la sua tragica scomparsa”.

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Tragedia a Lanciano durante il corteo del 25 aprile: un morto e tre feriti investiti da un’auto

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Doveva essere una mattina di celebrazione e memoria quella di oggi a Lanciano, in occasione del 25 aprile. Invece, si è trasformata in tragedia quando una Lancia Musa ha travolto un gruppo dell’Anpi, che si stava dirigendo verso piazza Plebiscito per partecipare alla manifestazione organizzata dal Comune.

Un uomo di 81 anni muore sul colpo

Nell’incidente ha perso la vita un uomo di 81 anni, mentre altre tre persone sono rimaste ferite. Le loro condizioni non sono gravi, come ha comunicato la Asl Lanciano Vasto Chieti: al pronto soccorso dell’ospedale “Renzetti” sono giunti il conducente dell’auto, un uomo di 79 anni, e due donne. Si attendono gli esiti degli esami radiologici per valutare l’entità dei traumi. In assenza di lesioni significative, verranno trattenuti in Osservazione Breve.

Le indagini della Polizia: dinamica ancora da chiarire

La Polizia è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il conducente, fortemente provato, ha dichiarato di non ricordare nulla di quanto successo, se non di essere rientrato in auto dopo aver partecipato al momento celebrativo davanti al monumento agli Eroi Ottobrini. Al termine della cerimonia, i partecipanti si erano diretti a piedi verso il centro, percorrendo via del Torrione, dove l’auto ha improvvisamente sfrecciato tra loro a tutta velocità, travolgendo il gruppo.

Un dramma inaspettato che ha scosso profondamente la comunità di Lanciano proprio nel giorno della Festa della Liberazione.

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Addio a Nicola Rivelli, Forza Italia saluta un uomo di politica e cultura

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È morto Nicola Rivelli (foto Imagoeconomica del 13 aprile del 2000), ex parlamentare e storico militante di Forza Italia. A comunicarlo è stato Fulvio Martusciello, coordinatore regionale del partito in Campania, che ha annunciato il decesso avvenuto a causa di un arresto cardiaco.

Un protagonista della Seconda Repubblica

Rivelli è stato una figura centrale nella prima fase di costruzione del centrodestra italiano. «È stato parlamentare in una fase cruciale per il centrodestra, quando si costruivano i nuovi equilibri della Seconda Repubblica», ha dichiarato Martusciello. «Ha partecipato con determinazione alla nascita del progetto politico che avrebbe portato Forza Italia a guidare il Paese».

Politico, artista, cittadino

Ma Nicola Rivelli non è stato soltanto un uomo di partito. «Napoli perde una figura poliedrica, capace di esprimersi in politica come nell’arte e nella vita civile», ha sottolineato ancora Martusciello, ricordando il contributo di Rivelli anche fuori dalle aule parlamentari. Uomo brillante e mai banale, con una visione capace di andare oltre il contingente, ha saputo guadagnarsi la stima anche al di fuori del perimetro politico.

Una presenza costante e leale

«Sempre coerente, sempre presente, sempre con noi, fino alla fine», ha detto commosso il coordinatore regionale. «La sua amicizia è stata per me un punto fermo. Lo ricorderemo sempre con affetto e gratitudine».

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