Collegati con noi

Cronache

Camorra, mani su Napoli: racket durante lo scudetto, barche, pizzo e violenze nei quartieri

Pubblicato

del

Una nuova, inquietante inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha svelato la morsa della camorra su molteplici aspetti della vita cittadina, dai festeggiamenti per lo scudetto del Napoli al noleggio estivo di barche, fino al racket sullo smaltimento di oli esausti. Sono 24 gli indagati e 15 gli arresti tra i clan Troncone di Fuorigrotta e Frizziero della Torretta, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di droga, detenzione di armi, estorsioni e contrabbando di sigarette.

La gestione del racket: trombette, parcheggi e ortofrutta

Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, nessuna attività commerciale sfuggiva al controllo dei due clan. A Fuorigrotta, Vitale Troncone e il figlio Giuseppe avrebbero imposto il pagamento del pizzo a parcheggiatori abusivi, pusher e contrabbandieri di sigarette, arrivando a tentare di obbligare gli ambulanti del Maradona ad acquistare 10mila trombette durante le partite.

Persino un fruttivendolo sarebbe stato costretto a preparare cesti di frutta dal valore di 1500 euro, poi inviati alle mogli degli affiliati detenuti, come gesto “natalizio” imposto dal clan.

Il riciclaggio del denaro: gommoni, ormeggi e società di facciata

I proventi illeciti venivano riciclati in attività turistiche e marittime, in particolare nell’acquisto di tre gommoni intestati fittiziamente a una società di noleggio a Nisida, costretta poi a versare una percentuale degli incassi. Anche il clan Frizziero aveva messo le mani sul business degli ormeggi a Mergellina.

I natanti sono stati sequestrati dalla magistratura, che ha disposto il divieto di esercizio per i titolari della società coinvolta, tra cui una donna e il marito, agente della polizia penitenziaria, accusato di aver fatto da tramite con gli ambienti criminali.

Violenza e “stese”: il linguaggio quotidiano del terrore

L’inchiesta ha documentato una violenza sistematica e pianificata. Il gip parla di “stese diventate quasi normali” in alcuni quartieri, con colpi d’arma da fuoco esplosi in aria per intimidire la popolazione. Un episodio del marzo 2021 evidenzia le tensioni tra clan rivali: dopo una stesa attribuita ai Sorianiello del Rione Traiano, i Frizziero ricevono la visita degli esponenti dei Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Il clima è teso: «State in bocca a tutta Napoli, avete fatto le figure di mer…», si rimproverano tra accuse e minacce.

PlayStation, codici e welfare criminale: i dettagli dell’organizzazione

Per eludere le intercettazioni, i dialoghi avvenivano tramite chat PlayStation, ma la strategia è stata scoperta dai carabinieri. Le “vedette” segnalavano la presenza delle forze dell’ordine con parole in codice come “Marittiello” o “Zia Maria”. L’organizzazione garantiva anche un welfare criminale: funerali pagati per i caduti nei conflitti tra clan, “mesate” mensili per le mogli dei detenuti, e un supporto logistico per ogni attività illecita sul territorio.

(nella foto Imagoeconomica in evidenza il procuratore di Napoli Gratteri)

Advertisement

Cronache

La piccola orsa trovata in Molise ha completato lo svezzamento

Pubblicato

del

L’orsetta Nina, trovata a maggio da sola nei pressi di Pizzone (Isernia) è stata trasferita in un ambiente più simile alle condizioni naturali in cui dovrà vivere una volta libera. Lo ha reso noto il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con un post sui canali social. “Nina era stata trovata nei pressi di Pizzone (Isernia) all’inizio di maggio – si legge nel post – allevata con l’obiettivo di essere reintrodotta in natura non appena le condizioni lo permetteranno. Sabato scorso, i tecnici del Parco, biologi e veterinari, hanno provveduto a trasferire Nina in una nuova struttura.

L’orsetta ha completato con successo lo svezzamento, seguendo il protocollo sviluppato con il supporto di esperti internazionali, sia europei sia nordamericani. Ora può vivere in un ambiente più adatto alle sue esigenze attuali, molto più simile a ciò che incontrerà una volta tornata libera. Si tratta di un ampio recinto immerso nella natura, dove potrà continuare a crescere e prendere peso”. Nel post si ricorda anche che il nome dato all’orsetta “è stato selezionato dopo il concorso lanciato in occasione della seconda edizione della giornata dedicata all’orsa Amarena. Abbiamo deciso di accogliere la proposta degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Gesuè” di San Felice a Cancello (Caserta), che hanno suggerito proprio il nome Nina”.

Continua a leggere

Cronache

Omicidio Giulia Tramontano, legali di Impagnatiello: nessun agguato, fu un errore dettato dal narcisismo

Pubblicato

del

Non un agguato pianificato, ma un delitto “maldestro”, frutto di “errori” e di una personalità narcisistica incapace di sopportare il crollo della propria immagine. È questa la linea della difesa di Alessandro Impagnatiello, l’ex barista dell’Armani Café condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, assassinata a Senago il 27 maggio 2023.

Mercoledì si apre il processo d’appello davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. L’avvocata Giulia Geradini, che difende l’imputato, chiederà di riformare la sentenza di primo grado, sostenendo che l’omicidio non fu premeditato ma la conseguenza tragica di una relazione doppia che Impagnatiello “avrebbe voluto interrompere”, ma che non è riuscito a gestire, sopraffatto dalla necessità di preservare un’immagine pubblica costruita con cura.

Le richieste della difesa: escludere le aggravanti

La difesa punta a escludere le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, non riconosciute dal gip Angela Laura Minerva già nella convalida del fermo, e chiederà il riconoscimento delle attenuanti generiche. Se accolte, queste richieste potrebbero ridurre la condanna a 30 anni.

Secondo l’avvocata, non ci sarebbe “alcuna prova” di un omicidio studiato nei dettagli: la dinamica sarebbe invece “grossolana e maldestra”, come dimostrerebbe il modo in cui Impagnatiello ha cercato di disfarsi del cadavere — bruciandolo con alcol e benzina — e di simulare la scomparsa della 29enne per quattro giorni, spostandone il corpo tra il box, la cantina e l’auto prima di abbandonarlo in un’intercapedine.

L’accusa: 37 coltellate e un corpo dato alle fiamme

La ricostruzione fatta dalla Corte in primo grado parla di 37 coltellate inferte tra le 19.05 e le 19.30 del 27 maggio. Un gesto di violenza estrema, seguito dal tentativo di cancellare ogni traccia, mentre il corpo della giovane, scopertasi poco prima tradita da una collega del compagno, veniva occultato per giorni.

A sostenere l’accusa in aula sarà la sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri, che si opporrà alla richiesta della difesa e chiederà la conferma dell’ergastolo.

Continua a leggere

Cronache

Attentati a commissariato e caserma CC per vendetta, un arresto

Pubblicato

del

Arrestato il presunto autore degli attentati incendiari avvenuti a febbraio scorso nelle sedi della compagnia carabinieri di Castel Gandolfo e del commissariato di polizia di Albano Laziale, vicino Roma. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati, del ROS, e gli agenti della Digos di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Velletri su richiesta della Procura, nei confronti di un 34enne di origine egiziana, regolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia. E’ accusato di strage politica, ovvero commessa allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato. Il movente sarebbe legato a un rancore profondo e persistente nei confronti delle forze dell’ordine locali, maturato nell’ambito di vicende personali.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto