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Le Maldive scelgono Muizzu, un presidente filo-cinese

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Terremoto politico nell’arcipelago delle Maldive. Il candidato filo cinese alle presidenziali, Mohamed Muizzu è uscito vincitore dalle elezioni, aggiudicandosi il 54% dei voti, secondo i conteggi ufficiali della Commissione elettorale. Sconfitto il presidente uscente filo-indiano Ibrahim Mohamed Solih, 61 anni, che ha riconosciuto la vittoria del rivale con un messaggio su X. “Congratulazioni al presidente eletto Muizzu”, ha scritto Solih. L’emittente locale Tvm – riporta la France Presse – ha mostrato le immagini dei sostenitori di Muizzu che ballavano per le strade di Malé fuori dall’ufficio elettorale del suo partito, urlando e cantando: “Ha vinto, ha vinto”. Nato il 15 giugno 1978, Mohamed Muizzu ha studiato in Occidente, ingegneria all’Università di Londra. Ha poi conseguito un dottorato in ingegneria civile presso l’Università di Leeds.

Tuttavia, ha stabilito stretti legami con la Cina. Fervente sostenitore della “Nuova Via della Seta”, gigantesco progetto di investimenti cinesi nelle infrastrutture di numerosi Paesi in via di sviluppo, Muizzu ha promesso solide relazioni con Pechino se il suo partito fosse tornato al potere. “Non vediamo l’ora di tornare al governo nel 2023 (…) per scrivere un nuovo capitolo di forti legami tra i nostri due Paesi, sia a livello nazionale che internazionale”, aveva detto ai membri del Partito comunista cinese l’anno scorso. “Il popolo maldiviano si è fatto avanti e ha offerto un grande esempio di nazionalismo nonostante i vari ostacoli che si trovano davanti a lui”, aveva affermato Muizzu dopo la vittoria al primo turno delle presidenziali del 9 settembre, quando aveva ricevuto il 46,08% dei voti, contro il 39,1% a favore di Solih.

Muizzu è stato anche il primo sindaco eletto di Malé, l’isola capitale, la più popolosa dell’arcipelago formato da 1.192 isolotti corallini sparsi per circa 800 chilometri nell’Oceano Indiano. Candidato per il Partito Progressista delle Maldive (Ppm), è stato costretto a candidarsi alla presidenza, dopo che il leader del partito Abdulla Yameen, che attualmente sta scontando una pena detentiva di 11 anni per corruzione, era stato bandito dalle elezioni. Le Maldive si trovano in una posizione strategicamente vitale nel mezzo dell’Oceano Indiano, a cavallo di una delle rotte marittime est-ovest più trafficate del mondo. I riflessi geopolitici di questo cambiamento politico non mancheranno.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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