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L’arrivo di Higuain al Chelsea, il saluto ai nuovi compagni, il primo contatto con lo Stamford Bridge

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Un Gonzalo Higuain finalmente sorridente quello che è arrivato a Londra, al quartier generale del Chelsea, voluto dal suo papà calcistico, Maurizio Sarri. Dopo i malumori e le sceneggiate fatte in casa Milan, molto simili a quelle viste per esempio in campo contro l’Udinese quando era al Napoli, il suo è una specie di ritorno del figliol prodigo. Ha pure calcato l’erba del glorioso Stamford Bridge ed ha portato fortuna ai Blues che hanno battuto il Tottenham ai rigori garantendosi la finale della Coppa della Lega. Con Maurizio Sarri come allenatore Higuain ha fatto registrare il record di gol in campionato, poi si è un po’ perso fra le nebbie di Torino e Milano. Vediamo quanto il ritorno sotto la guida di Sarri potrà farlo tornare ad essere uno dei centravanti più forti del mondo.

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Luna Rossa sconfitta, in America’s Cup va Ineos

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Luna Rossa è stata sconfitta nell’undicesima regata della finale della Louis Vuitton Cup, concedendo a Ineos Britannia (foto imagoeconomica) il punto decisivo del 7-4, per la vittoria nella Louis Vuitton Cup. Saranno dunque gli inglesi a contendere l’ America’s Cup ai detentori di Team New Zealand.

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Addio a Lea Pericoli, la ‘Divina’ del tennis italiano

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Il tennis italiano dice addio a Lea Pericoli, la Divina. Così l’aveva soprannominata Gianni Clerici, per l’eleganza che emanava in campo e nella vita. E ancor più oggi, nel giorno del lutto per la sua morte a 89 anni, riaffiora il ricordo delle sue tenute, un inno a grazia e bellezza: gonnelline in piume di struzzo, visone, petali di fiori. Capi firmati, che spesso meritavano la prima pagina quanto i successi sportivi. Ma con la racchetta tra le mani Lea si trasformava. Pioniera del tennis moderno non solo nell’abbigliamento, diventava tenace e combattiva. Nata il 22 marzo 1935 a Milano, era però cresciuta in Etiopia, dove si era trasferita a due anni con la mamma Jole, al seguito di papà Filippo, in Africa per lavoro.

E ad Addis Abeba aveva scoperto il tennis, su un campo fatto costruire dal padre. Tornata in Italia, lo sport non era la sua unica attività: lavorava come segretaria in una ditta di import-export a Milano. Nel suo palmares 27 titoli vinti ai Campionati italiani. Per ben quattro volte negli ottavi di finale nel singolare al Roland Garros, è poi arrivata in semifinale nel doppio e nel doppio misto. A Wimbledon per tre volte è entrata negli ottavi nel singolare, due volte nel doppio misto e una volta nei quarti nel doppio. Si era ritirata a 40 anni, dopo essere stata per un ventennio regina del tennis in Italia, alla cui diffusione e popolarità ha contribuito più di chiunque altro.

Lasciata la racchetta per la penna ed il microfono, aveva confermato la sua classe innata in ambito giornalistico segnalandosi per competenza, professionalità e buon gusto. In tv fu la prima donna a commentare una partita di tennis su Telemontecarlo. E scrisse per ‘Il Giornale’, dopo essere stata scoperta da Indro Montanelli. Appassionata giocatrice di golf, non va dimenticato il ruolo di testimonial nella lotta al cancro, nel quale l’aveva coinvolta Umberto Veronesi: malattia che aveva vissuto sulla propria pelle, e battuto. Nel 1973, sei mesi dopo l’operazione per un carcinoma, riconquistò il titolo italiano. Pericoli fu protagonista, tra gli anni ’55 e ’75, di un tennis ben lontano dai premi milionari di oggi, dove al massimo si poteva aspirare ad un invito e il viaggio pagato.

“Ma c’era tanta allegria, tanta voglia di vivere, di vincere e battere pure la fame” aveva ricordato in occasione degli 80 anni. E poi le sue famose tenute. Non negava di aver acquisito notorietà anche grazie a questi vestiti molto particolari, stravaganti. Consapevole, però, che non bisognava esagerare, soprattutto contro avversarie molto forti, “come Billie Jean King”, raccontava, perché “se perdi con un vestito un po’ ose’ la stampa ti crocifigge”. Alcune sue ‘mises’, disegnate dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra.

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Europa League: Lazio forza 4, Nizza battuto sotto il diluvio

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La Lazio concede il bis e, dopo aver avuto la meglio sulla Dinamo Kiev all’esordio, nella seconda giornata dell’Europa League si sbarazza anche del Nizza con un netto 4-1 che consente ai biancocelesti di salire a quota 6 punti. Sotto il diluvio che si abbatte sull’Olimpico gli uomini di Baroni dimostrano di essere più forti andando subito avanti con Castellanos e Pedro – dopo aver colpito due pali con l’argentino e con Vecino – e poi, ancora con il numero 11, a chiudere la pratica dopo dieci minuti dall’avvio della ripresa prima che Zaccagni cali il poker dal dischetto. Baroni opta per il turnover cambiando 8 titolari rispetto alla vittoria di Torino mentre il Nizza si affida ai guizzi dell’ex Sassuolo Boga e Bouanani per innescare Moukoko. I ritmi sono subiti alti, soprattutto per merito della Lazio.

Che mette subito in mostra quelli che saranno i protagonisti assoluti, Castellanos e Pedro. E’ proprio l’argentino a scaldarsi per primo con un colpo di testa che colpisce il palo. Appena dopo è Vecino ad andare vicino alla rete del vantaggio con un destro, deviato, che colpisce la parte alta della traversa. Si capisce che il gol è nell’aria e arriva puntuale dopo 20 giri d’orologio grazie all’ex Barcellona, bravo a trovare il varco giusto con il sinistro che tocca la traversa prima di gonfiare la rete. A legittimare il predominio laziale ci pensa poco dopo l’altro grande protagonista della serata, Castellanos, che, nel giorno del suo compleanno, si concede il regalo più atteso, il primo gol con la Lazio in Europa. Il suo tocco sotto, dopo l’assist al bacio di Pedro, beffa Bulka e vale il raddoppio biancoceleste.

Il vantaggio fa arretrare la Lazio, che però accusa qualche calo di tensione, come avviene in occasione del gol di Boga, lasciato solo dopo un uno-due, e libero di battere Mandas per la rete che riapre un match pronto ad andare in soffitta già all’intervallo. Al rientro in campo Baroni lancia Rovella e Zaccagni, ma il protagonista è sempre Castellanos che si regala la doppietta insaccando di destro all’incrocio dei pali la rete che vale il tris. La Lazio non si ferma, Castellanos è scatenato e si conquista anche il rigore per la tripletta personale, facendosi stendere dal portiere Bulka in uscita. L’argentino prende il pallone in mano, ma sul dischetto, dopo un breve conciliabolo, si presenta Zaccagni che insacca il poker mandando in archivio il match con mezz’ora di anticipo – anche a causa di un campo ai limiti della praticabilità – e proiettando i biancocelesti a punteggio pieno dopo due giornate di Europa League.

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