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L’allarma di De Luca, c’è una forte ripresa dei contagi in Campania: pronto a chiudere le scuole

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La ripresa dei contagi c’e’ ed e’ “forte”, dice il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Chiama in causa la movida, gli assembramenti. E, soprattutto, chiama in causa la riapertura delle scuole. Lo fa con i dati e con un numero: 2280 positivi in dieci giorni nel mondo della scuola. Numeri di fronte ai quali, ammette, “non reggiamo”. Nelle prossime ore, dopo che l’Unita’ di crisi avra’ valutato anche altri dati, saranno prese delle decisioni. Ma intanto De Luca chiede al Governo di “intervenire” in merito all’aumento dei contagi e di farlo con “decisioni adeguate”. “Stiamo assistendo ad una ripresa forte dei contagi, da una settimana viaggiamo con un tasso di positivi estremamente pesante, sui 1500 nuovi positivi con un tasso del 10% di contagio”, spiega nella consueta diretta Fb. Poi, punta il dito contro l’assenza di “controlli indispensabili” e ribadisce che “e’ arrivato il momento di prendere decisioni nazionali”. Ci sono, poi, i dati sulla scuola. In dieci giorni di apertura delle scuole, dal 25 gennaio al 4 febbraio, in Campania sono 2.280 i positivi tra docenti, non docenti, studenti. Nel dettaglio: “nella fascia d’eta’ 0-5 anni si registrano 573 casi positivi; fascia 6-10 anni, 617 casi positivi; fascia 11-13 anni, 351 positivi; fascia 14-19 anni, 739 casi”. Nella sola citta’ di Napoli “negli ultimi 15 giorni abbiamo registrato a Napoli, per le scuole dell’infanzia-elementari + 30% di contagi, se leggiamo il dato negli ultimi 30 giorni, + 60% di contagi”. Una situazione, di eventuale chiusura, che non piace affatto ai genitori No Dad che gia’ annunciano proteste e azioni legali contro una eventuale ordinanza che determini lo stop della presenza in aula. Il bollettino dell’Unita’ di crisi della Regione Campania parla, intanto, chiaro anche oggi. Nelle ultime 24 ore sono 1.665 (di cui 105 casi identificati da test antigenici rapidi) i positivi (103 sintomatici) su 16.915 tamponi esaminati (di cui 2.266 antigenici). Ieri il tasso di positivita’ era pari al 8,33%, oggi e’ del 9,84%. In merito al report posti letto su base regionale, aumentano i posti letto di terapia intensiva occupati (oggi 103 e ieri 100) e ancor di piu’ quelli degenza con 1490 posti occupati mentre ieri erano 1468. C’e’, poi, la questione vaccini e i tempi che continuano ad allungarsi. “Sulla base dell’attuale distribuzione dei vaccini, in Campania in dieci mesi vacciniamo un milione e 600mila persone, per vaccinare tutti arriviamo al 2023”, spiega De Luca. Tra i ‘prossimi’ traguardi potrebbe esserci quello di vaccinare tutta Napoli entro luglio. “Il presidente De Luca ci ha posto questo obiettivo, non e’ un traguardo semplice, ma e’ possibile riuscirci. Sara’ determinante pero’ che da questo mese sino a luglio si abbia la disponibilita’ dei vaccini nei tempi e nelle quantita’ necessarie”, afferma Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1. Verdoliva nello sprint per arrivare al 70% della popolazione vaccinata fa riferimento pero’ anche all’impegno di tutto il mondo sanitario, dai medici di base ai farmacisti: “E essenziale che tutti gli attori protagonisti facciano la propria parte, senza se e senza ma”.

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Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

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In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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