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Corona Virus

Casi in aumento e ancora 377 morti, è allerta varianti

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Nuovo aumento dei casi di positivita’ al virus SarsCov2, arrivati oggi a quota 14.218 contro i 13.659 di ieri, mentre il numero dei morti continua a mantenersi alto: 377 le vittime segnalate nel bollettino quotidiano del ministero della Salute. L’epidemia da Covid-19 in Italia fa registrare un peggioramento, mentre cresce l’allarme per le varianti del nuovo coronavirus, gia’ diffuse in alcune Regioni. I numeri giornalieri ed il monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffuso oggi, descrivono dunque una situazione di “lieve peggioramento” con 13 Regioni nelle quali il trend dei casi e’ in aumento. Si mantiene stabile, invece, evidenzia il monitoraggio, il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: si tratta di 7 Regioni/PPAA. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, pero’, si colloca sotto la soglia critica (26%). Inoltre, l’attuale quadro a livello nazionale, avvertono ministero e Istituto superiore di sanita’, “sottende forti variazioni inter-regionali” e in alcuni contesti “un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari”. Insomma, i dati non indicano l’auspicato miglioramento della curva, come conferma anche il valore dell’indice di trasmissibilita’ Rt, che si mantiene questa settimana pressoche’ stabile a 0,84 a livello nazionale. Anche i dati giornalieri confermano tale trend, con il tasso di positivita’ pari al 5,2% (ieri era stato del 5,05%) a fronte di 270.507 test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore. Quanto all’occupazione dei posti letto ospedalieri, le persone ricoverate in terapia intensiva sono 2.142, in calo di 9 unita’ rispetto a ieri, mentre i ricoverati con sintomi sono 19.575 (168 in meno di ieri). In totale da inizio epidemia i casi sono 2.611.659, i morti 90.618. Un quadro che allerta gli esperti. “Ci sono molte regioni che sfiorano Rt intorno a 1 e questo indica che c’e’ una situazione di stallo e non di decrescita della curva, e 13 regioni hanno un trend di casi in aumento. Tutto questo e’ un segnale di allerta e potenziale segnale di controtendenza che – ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa al ministero della Salute per l’analisi dei dati – richiede grande attenzione nel mantenere le misure di mitigazione anche alla luce delle varianti”. Anche secondo il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza “la situazione non e’ confortante, anche se le misure prese fanno si’ che quanto meno teniamo pressoche’ stabile il numero delle nuove infezioni”. In questo contesto, il monitoraggio mette in guardia deal rischio di un “nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. Al contempo, cresce la preoccupazione legata alle varianti del virus. L’Italia, avverte la Cabina di regia, “si trova in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanita’ pubblica in molteplici regioni, che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”. Le varianti, ha sottolineato Rezza, “hanno maggiore trasmissibilita’, quindi dobbiamo fare presto a vaccinare ed e’ necessario prendere provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti”. E’ “una corsa contro il tempo – ha detto – cercando di coprire la popolazione da un lato, con il vaccino, e cercando di arginare il virus che circolando accumula mutazioni e puo’ ridurre l’efficacia del vaccino”. A Chieti in Abruzzo e’ stata identificata la variante inglese che ha maggiore trasmissibilita’ ma per fortuna la risposta ai vaccini non e’ inficiata, ha aggiunto, “ma bisogna intervenire prontamente, anche perche’ sembra possa infettare di piu’ la popolazione pediatrica, e si stanno implementando zone rosse nei comuni colpiti”. In Umbria, invece, sembra ci sia la circolazione di 2 varianti, quella inglese e quella brasiliana, e a Perugia, sono stati identificati dei cluster ospedalieri nei quali sembra aver circolato la variante brasiliana. L’allerta resta dunque alta e, ha concluso Rezza, “si stanno prendendo misure”.

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Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

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In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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