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L’Agenzia delle Entrate di Napoli annulla le pretese di ottenere le spese di giustizia dalla famiglia Sarpa, deve pagare l’assassina

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Il Fisco cancella l’iniqua pretesa di farsi rimborsare le spese di giustizia  dalla famiglia di un giovane ucciso a Napoli. E questo perchè la persona che aveva ucciso il loro figlio nonveva i soldi per pagare. Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Angelo Pisani che, visto l’annullamento in autotutela dell’Agenzia delle Entrate, ha ringraziato “ma ora riformare una legge ingiusta e assurda”.

L’avvocato Pisani, infatti, informato del positivo esito del ricorso per la famiglia Sarpa, su cui pendevano “pretese fiscali per risarcimento mai ottenuto dal colpevole nullatenente, esprime soddisfazione e ringraziamenti all’agenzia delle entrate per veloce annullamento di spese e imposte a carico di vittime innocenti da parte del fisco e dichiarava la soluzione esempio di speranza e alleanza cittadini/Stato contro criminalità e beffe” è scritto in una nota dello studio legale Pisani.

Angelo Pisani. Avvocato e presidente di Noi Consumatori

“Ringraziamo l’Agenzia delle Entrate – ha dichiarato l’avvocato Pisani insieme ai suoi assistiti – ,  che ha liberato la famiglia Sarpa da un incubo e dalla cartella fiscale anche impossibile da pagare, per aver accolto le nostre istanze e cancellato tasse e sanzioni inammissibili, dopo il riesame della pretesa fiscale opposta, tra l’altro per somme mai ricevute e ,comunque, ingiustamente tassate (non essendo investimenti, vincite di gioco o altra rendita), a carico dei familiari di un’altra vittima innocente distintisi solo per aver fatto condannare in sede penale e civile il colpevole poi risultato formalmente nullatenente e quindi libero anche dal fisco”.

“L’Agenzia delle Entrate – sostiene Pisani – ha dimostrato che chi sta dalla parte giusta deve continuare a credere nella giustizia e contrastare sempre ingiustizia . Ora aspettiamo il riscontro del presidente della repubblica in merito alle nostre richieste e tante problematiche/oneri per i cittadini che auspicano giustizia ma collezionano delusione e danni , continuando la nostra battaglia di civiltà contro una normativa medievale che vede tassare addirittura simbolici risarcimenti spesso mai ottenuto aggiungendo il danno alla beffa e per veder riformare tale legge assurda che impone tasse anche sui risarcimenti alle vittime che chiedono tutela, soprattuto quando i responsabili risultano poi nullatenenti , anziché prevedere per loro assistenza e sostegno a difesa del coraggio ed impegno per la legalità contro la criminalità .  Come nel caso ( anno 2014) di “Carmen Polce”, anche per la famiglia Sarpa vittima di errori burocratici risolti in tempo ed in autotutela con la fine di un incubo esattoriale per i familiari del malcapitato Nicola , correttamente l’agenzia delle entrate di napoli “ ha annullato l’avviso di liquidazione imposte giunto proprio alle vittime ed in piena pandemia covid , dando un grande esempio di giustizia , correttezza e scusandosi per il disagio risolvendo con eleganza e autorevolezza , un contenzioso frutto di errori di cancelleria che le vittime non meritavano . Speriamo che in futuro nessuno più debba pagare o peggio esser tassato in luogo di chi sbaglia e del colpevole di turno che con trucchi e cavilli mortifica e delude chi chiede giustizia”.

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Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

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Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

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Nozze d’argento boss in chiesa con le spoglie di Falcone

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Lui abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. La coppia d’oro delle famiglie mafiose palermitane, Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, per distinguerlo dall’omonimo detto “il lungo”, e la moglie Teresa Marino, ha festeggiato in grande stile, con amici e familiari l’anniversario dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile scorso.

La coppia, lui è stato scarcerato da poco dopo anni di detenzione per mafia ed estorsioni, lei pure condannata per mafia, ha scelto per la cerimonia religiosa in cui rinnovare la promessa d’amore un luogo simbolico, la chiesa di San Domenico, che si trova in una delle piazze più belle di Palermo e che è nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice. Nel complesso in cui è inserita la chiesa c’è anche il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta, in cui sorge anche la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie di Giovanni Falcone. I mafiosi quindi sono stati accolti dai frati, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d’argento.

Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, afferma di aver saputo chi fosse l’elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d’informazione Palermotoday che ha pubblicato la notizia alcuni giorni dopo la cerimonia. “Le verifiche non spettano a noi – aggiunge – ci sono organi istituzionali che devono farlo”. Ma la coppia della cosca di Portanuova, lui è sorvegliato speciale e deve rientrare in casa entro una certa ora, poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia in qualsiasi posto. La valutazione dell’opportunità di ospitare due mafiosi di questo calibro nel complesso dove ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe a chi ha la responsabilità di quei luoghi.

Alla chiesa Lo Presti ha lasciato anche un’offerta che padre Catalano dice “servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno”. Dopo la cerimonia a san Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi al sorvegliato speciale, in una villetta allietata anche dalle canzoni di due noti neomelodici. Dopo l’arresto di Lo Presti, 48 anni, nell’operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l’ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell’organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”.

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