La terra rossa torna a sporcarsi sotto i passi di Jannik Sinner. Dopo tre mesi lontano dalle competizioni – una pausa forzata ma concordata con i vertici del tennis mondiale – il campione altoatesino riprende finalmente in mano la racchetta a tempo pieno. È il giorno della liberazione: dal 13 aprile Sinner può di nuovo allenarsi senza restrizioni, dopo aver scontato lo stop che lo aveva tenuto “all’ombra” del circuito internazionale.
Non è stato un periodo semplice, ma Jannik ne ha fatto virtù. Lontano dai riflettori dei tornei, il 23enne numero uno del mondo ha trovato modo di ricaricare corpo e mente. “Sto molto bene, sono riposato e quindi sono contento”, ha confessato sorridendo Sinner, apparso rilassato nella sua prima intervista post-sospensione. Senza la pressione dei match, il talento di San Candido si è concesso anche un po’ di svago: lo si è visto sciare sulle Dolomiti, sfrecciare sui kart e pedalare in bici con amici sportivi. “Ho fatto tante cose diverse. Ovviamente se potessi scegliere, sceglierei di giocare a tennis, però d’altra parte sto molto bene e non sto neanche pensando tanto al tennis in questo momento”, ha ammesso con sincerità, lasciando intendere come la mente abbia beneficiato di questo stacco inusuale.
Di nuovo in campo: allenamenti a Monte Carlo
Ora però il conto alla rovescia è terminato. Nella quiete di Monte Carlo, dove Sinner risiede e si allena, è ricominciata la routine di sempre. I suoi coach, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, sono tornati a lavorare a bordocampo, e Jannik ha ripreso a sudare sulla terra battuta del Country Club monegasco. Ogni colpo in allenamento ha il sapore della normalità ritrovata. “Ci siamo avvicinando, ogni giorno mi sento meglio fisicamente, mentalmente, anche se ancora manca un bel po’.
Quindi ragazzi ci vediamo a Roma, speriamo di prepararci bene”, ha dichiarato il tennista azzurro, caricando tifosi e squadra con il suo ottimismo contagioso. La forma fisica è buona, quella mentale addirittura rinvigorita: l’incubodel caso doping è ormai alle spalle, risolto con la squalifica lampo patteggiata con la WADA, e Jannik può finalmente concentrarsi solo sul tennis giocato.
Sul piano atletico, questo periodo è stato trasformato in un’occasione per lavorare sui dettagli. Senza l’assillo dei risultati immediati, Sinner e il suo team hanno affinato la preparazione con sessioni mirate: tecnica, condizione fisica e approccio mentale sono stati curati con calma, per farsi trovare pronti al momento del rientro. I colpi di Jannik esplodono di nuovo con potenza e precisione durante gli sparring, segno che il motore è tutt’altro che arrugginito. Anzi, la voglia di tennisaccumulata in questi mesi sembra dare al campione italiano una carica speciale.
Roma nel mirino, con il pensiero a Parigi
Adesso l’orizzonte di Sinner ha un nome ben preciso: Internazionali BNL d’Italia. Il torneo di casa, in programma al Foro Italico dal 7 maggio, segnerà il ritorno ufficiale di Jannik nel circuito. Sarà un rientro attesissimo: l’ultima volta a Roma, due anni fa, si fermò ai quarti; lo scorso anno dovette saltare l’evento per un infortunio all’anca. Questa volta ci arriverà da protagonista assoluto.
In cima al ranking ATP da 44 settimane consecutive, il ragazzo di Sesto Pusteria sa di essere il punto di riferimento del circuito – e il pubblico romano è pronto a tributargli un’accoglienza da rockstar. Sinner però affronta questa tappa con la giusta umiltà: Roma è importante, ma rappresenta soprattutto un banco di prova dopo la lunga inattività. L’obiettivo non dichiarato, infatti, va oltre il suolo italico.
Nel cuore e nella mente di Jannik c’è il sogno parigino. Il Roland Garros, primo Slam stagionale sulla terra rossa, è il vero traguardo di questa faticosa rincorsa. Sinner ha iniziato il 2025 trionfando agli Australian Open – terzo Major della sua carriera – e nulla gli farebbe più piacere che aggiungere Parigi alla sua collezione. Per arrivarci al top, ogni giorno di lavoro conta. Gli Internazionali d’Italia serviranno proprio a questo: ritrovare il ritmo partita, testare il proprio livello contro avversari di alto rango e scrollarsi di dosso la ruggine accumulata. Non a caso Jannik ha deciso di giocare senza sosta anche l’ATP 500 di Amburgo la settimana successiva, pur di mettere quante più partite nelle gambe prima dello Slam francese.
Nel frattempo, le sensazioni sono positive e Sinner non vede l’ora di riassaporare l’atmosfera della competizione. “Ogni giorno mi sento meglio” ha ribadito, e le sue parole trasudano entusiasmo. In questi mesi il tennis mondiale ha visto numerosi vincitori alternarsi nei tornei, ma il ritorno del numero uno aggiunge alla stagione quel protagonista che mancava. Jannik rientra in scena con umiltà e determinazione: ha trasformato lo stop in opportunità, presentandosi ai blocchi di partenza di Roma più maturo, affamato e consapevole dei propri mezzi.
La curva finale della preparazione è tracciata. Sinner si allena a spron battuto sotto il sole di Monte Carlo, con in testa un solo mantra: farsi trovare pronto. Il Foro Italico lo attende per riabbracciarlo, e lui è pronto a ripagare l’affetto a suon di vincenti. Ma nella sua mente, oltre l’ombra del Colosseo, già si staglia la sagoma della Torre Eiffel: Parigi chiama, e Jannik Sinner vuole farsi trovare lì al massimo, per inseguire il suo prossimo grande sogno sulla terra battuta. La corsa ricomincia ora, dal campo d’allenamento fino al centrale di Roma, con lo sguardo puntato verso quel rosso Philippe-Chatrier dove potrebbe compiersi la prossima impresa. Sinner è di nuovo in gioco – più veloce, leggero e coinvolgente che mai.
Tragedia in Val d’Isère durante un allenamento. La procura di Albertville apre un’indagine Una nuova tragedia ha sconvolto il mondo dello sci internazionale: Margot Simond, 18 anni, giovane talento della nazionale francese, è morta ieri in allenamento sulla pista di Val d’Isère, in Savoia. La ragazza, campionessa francese Under 18 di slalom, è caduta rovinosamente durante un esercizio ad alta velocità. I soccorsi sono stati immediati, ma ogni tentativo di rianimarla è stato inutile.
L’incidente durante la preparazione al trofeo Red Bull
Margot si stava preparando per il trofeo “Red Bull Alpine Park”, organizzato con la collaborazione del campione di slalom Clément Noël. La sciatrice, associata allo Ski Club di Les Saisies e originaria di Aillons Margeriaz, era una delle atlete più promettenti del panorama francese. Nel marzo scorso aveva vinto il titolo nazionale giovanile nello slalom a Les Menuires, e in stagione aveva già debuttato in Coppa Europa e preso parte ai Mondiali Juniores a Tarvisio, classificandosi al ventesimo posto.
Secondo quanto riportato da L’Équipe, la caduta è avvenuta poco dopo un tratto di zig-zag tra le porte, attorno alle ore 13. Il medico di pista è intervenuto immediatamente, ma ha confermato: «Non è stato possibile rianimarla».
Indaga la procura di Albertville
La dinamica dell’incidente è ora al vaglio della procura di Albertville, che ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte. La comunità sportiva francese è sotto choc. «I nostri pensieri sono con la Francia e con tutta la comunità dello sci sconvolta per la perdita di Margot», ha scritto in un messaggio la Federazione francese di sci.
Una stagione nera per lo sci internazionale
La morte di Margot arriva pochi mesi dopo quella di Matilde Lorenzi, 20enne azzurra caduta durante un allenamento in Val Senales lo scorso ottobre. E tra questi due tragici eventi, lo sci piange anche Marco Degli Uomini, promessa 18enne del SuperG italiano, morto lo scorso 10 marzo sullo Zoncolan dopo un salto di 40 metri.
Tre lutti in meno di sei mesi che riaccendono i riflettori sulla sicurezza degli allenamenti e delle piste. Intanto, il mondo dello sport piange un’altra giovane vita spezzata troppo presto.
Un risveglio drammatico per tutto il mondo giallorosso. L’US Lecce piange la scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico massofisioterapista della squadra, scomparso a soli 47 anni. A comunicarlo è stata la stessa società salentina con una nota ufficiale intrisa di dolore: «L’Us Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita».
La tragedia si è consumata nella camera d’albergo di Coccaglio, in provincia di Brescia, sede del ritiro scelto dal Lecce per preparare la sfida di campionato contro l’Atalanta, poi rinviata a domenica alle 20.45. Non vedendolo arrivare al consueto appuntamento mattutino, i membri dello staff hanno cercato Fiorita, trovandolo senza vita nella sua stanza.
Professionista stimato e figura storica del club, Graziano era legato al Lecce da oltre vent’anni, seguendo le orme del padre Fernando, anch’egli fisioterapista e scomparso due anni fa. Lascia la moglie Azzurra e i figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, oltre alla madre Francesca e a una comunità intera che oggi si stringe attorno alla sua famiglia.
«In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità – prosegue la nota del Lecce – il club può solo stringersi intorno alla sua famiglia».
Anche l’Atalanta ha voluto esprimere il proprio cordoglio con una nota ufficiale. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, tecnico partenopeo e leccese di nascita, hanno inviato messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Fiorita e al club.
Graziano Fiorita resterà per sempre nel cuore di chi ha condiviso con lui la passione per il calcio, il lavoro dietro le quinte, la dedizione silenziosa e costante a una maglia che amava come una seconda pelle.
A 51 anni di distanza dall’ultima volta, il Bologna torna in finale di Coppa Italia: Fabbian e Dallinga aprono e chiudono la sfida che vede i rossoblù piegare l’Empoli anche al ritorno, dopo il 3-0 del Castellani, confermando il Dall’Ara un fortino inespugnabile: Kovalenko non basta ai toscani. Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi scrivono una pagina di storia del club rossoblù, pagina che il tecnico già conosce essendo alla seconda finale negli ultimi 4 anni, dopo quella disputata e persa con la Fiorentina. Dopo le finali perse di Coppa Italia e Conference (2) con la viola, il tecnico avrà la possibilità di regalare e regalarsi un epilogo diverso e voltare pagina il 14 maggio a Roma, contro il Milan, in un match che metterà in palio un posto in Europa League. Nell’attesa, il Bologna corre anche e nuovamente per la Champions.
Italiano, però preferisce non badarci e non si fida neppure dei tre gol di vantaggio e dello 0-3 con cui i rossoblù avevano espugnato Empoli nella semifinale di andata. Il tecnico opta per un turn over ragionato, ma conferna la spina dorsale della sua squadra con Beukema e Lucumi al centro della difesa, Freuler in mediana e Dallinga di punta, con Orsolini, Cambiaghi e Fabbian a sostegno. E’ Bologna vero contro un Empoli rimaneggiato, con un D’Avesa che offre spazio a giocatori reduci da infortunio e in cerca di condizione, risparmiando titolari per il campionato e la Fiorentina. E allora i rossoblù possono mettere in chiaro le cose fin dal principio: passano al 7′, con Moro che offre a Fabbian il cross dell’1-0. Terza rete dell’ex Inter all’Empoli e quarta stagionale, che arriva dopo un inizio arrembante che vede Dallinga sprecare sotto porta e pure Lykogiannis chiamare Seghetti all’intervento, ma pure Marianucci recuperare in extremis su Dallinga.
Dopo un quarto d’ora di spinta e il vantaggio, il Bologna amministra i ritmi e l’Empoli trova campo e capacità di reagire con l’esuberanza di Sambia e Solbakken. Il primo inventa, Konate rifinisce, Solbakken si presenta tre volte a tu per tu con Ravaglia: la prima spara fuori, la seconda debolmente, la terza chiama il portiere rossoblù alla grande parata che trova Kovalenko pronto al tap in vincente: è 1-1 al 32′. A inizio ripresa arrivano i cambi su ambo i fronti, con i tecnici che dimostrano di ragionare anche in chiave campionato. Il Bologna riprende campo e ritmo e sfiora il nuovo vantaggio Cambiaghi e Fabbian. Dominguez, Dallinga e Moro si divorano tre occasionissime per la vittoria tra il ventesimo e il 37′ e il successo è nell’aria. Lo firma Dallinga con un colpo di testa a tre minuti dal triplice fischio, su cross di Lykogiannis. Il Bologna si giocherà un trofeo 51 anni dopo l’ultima vittoria.