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La Juve ribalta il Cagliari e blinda il quarto posto

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 La Juventus, ormai tagliata fuori dalla corsa per lo scudetto, a Cagliari blinda il quarto posto, conquistando una vittoria difficile e al termine di un match piu’ combattuto forse di quanto in casa bianconera avessero previsto. E la delusione per il ko nel Derby d’Italia, per un po’, e’ stata messa da parte. Merito di De Ligt e Vlahovic, che rimettono in sesto una partita iniziata male per i bianconeri, a causa del gol dopo 10′ di Joao Pedro. Una partita non brillante: contro un Cagliari chiuso sempre dietro, la Juve ha vinto per sfinimento. Anche grazie agli spunti isolati dei giocatori piu’ tecnici e ispirati: Cuadrado, autore del primo assist; Dybala, protagonista del passaggio-gol per Vlahovic. Per la Juve una partita da vincere in qualunque modo. Anche a scapito della lucidita’. Era troppo importante reagire. Dal canto suo, il Cagliari non poteva fare di piu’ e alla fine si e’ arreso. Per la squadra di Walter Mazzzari e’ la quinta di sconfitta di fila: ora rischia l’aggancio del Genoa e la Serie B. Una sconfitta amara, quella di questa sera, perche’ per un po’ il Cagliari si era anche illuso di poter conquistare dei punti. Lasciare sempre l’iniziativa agli avversari, alla fine, si e’ un boomerang.

Lo schema della partita e’ tutto nei primi minuti: la Juventus comanda, ma e’ infastidita nel palleggio da un Cagliari che non lascia spazio libero per la manovra. Sembra facile, ma non lo e’. Perche’, proprio col pressing alto, il Cagliari conquista la prima palla pesante della partita e va in gol: Marin sradica la sfera dai piedi di Dybala a centrocampo e vola a destra, la Juventus perde i punti di riferimento, Arthur non chiude su Joao Pedro che piazza un destro comodo, comodo sotto il ‘sette’. Al 23′ la Juventus sembra avere gia’ risolto il problema con il primo gol in A di Luca Pellegrini. E’ un diagonale che s’infila all’angolo, ma la traiettoria e’ deviata. Il Var scopre che il tocco decisivo e’ quello del gomito di Rabiot. Tutto da rifare. Nuova emozione alla mezz’ora con una punizione di Dybala finita fuori di poco. Proprio Dybala sembra l’elemento con piu’ iniziativa, ma a volte gli manca la lettura giusta dello sviluppo dell’azione. E per Vlahovic palloni puliti non ce ne sono, nemmeno per far salire la squadra. Allora la Juventus ci prova, ripartendo dal basso con Arthur, ma l’azione e’ sempre farraginosa. Prova e riprova, pero’, il gol arriva. La mossa giusta e’ di Cuadrado, prestato alla fascia sinistra. Prima un tiro del colombiano costringe Cragno all’angolo. Poi, sempre Cuadrado sulla sinistra inventa dribbling e assist per De Ligt che, lasciato solo in area, segna di testa. Nel secondo tempo si riparte con una Juve piu’ convinta che, nel giro di 3′, s’illude due volte. Prima con Chiellini (gol annullato per fuorigioco) e poi con un’occasione d’oro per Dybala. Ora la Juventus sembra piu’ decisa e il Cagliari meno asfissiante rispetto alla prima frazione di gioco. Risultato? Si gioca solo nella meta’ campo rossoblu. Allegri rilancia Bernardeschi al posto di un Rabiot che poco aveva dato in termini di spinta in avanti. Alla fine spingi e spingi, la palla entra. Vlahovic segna su rimpallo con Altare dopo un passaggio filtrante di Dybala. Un gol che chiude il match.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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A San Siro arriva la Roma, l’Inter cerca il riscatto

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Tornare subito a correre. È questo l’obiettivo dell’Inter di Simone Inzaghi che, dopo le sconfitte contro Bologna e Milan in Coppa Italia, vuole rialzarsi immediatamente per non perdere terreno nel testa a testa scudetto con il Napoli di Antonio Conte. L’ultima volta in cui i nerazzurri incapparono in due sconfitte consecutive, nell’annata 2022/23, servì del tempo alla squadra di Inzaghi per rialzarsi, visto che seguirono due pareggi prima di ritrovare la vittoria. Stavolta però, con il traguardo vicino e la concorrenza spietata, la risposta dovrà essere immediata. Domani a San Siro (si va verso il tutto esaurito), arriverà la Roma di Claudio Ranieri, a caccia di punti preziosi nella corsa per la Champions League.

Inzaghi prepara una mini-rivoluzione nella formazione rispetto al derby perso mercoledì: saranno infatti sette i cambi nell’undici titolare, anche a causa delle assenze per squalifica di Bastoni e Mkhitaryan, con il tecnico che si affiderà agli altri suoi titolarissimi per tornare subito a conquistare i tre punti. Nel consueto 3-5-2, l’Inter dovrebbe schierarsi con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bisseck a comporre la linea difensiva; Darmian e Carlos Augusto agiranno sulle fasce, con Barella, Calhanoglu e Frattesi in mezzo al campo. In attacco, Lautaro Martinez sarà sicuro del posto, mentre al suo fianco è ballottaggio tra Arnautovic e Correa. Grande fiducia dunque in capitan Lautaro Martinez, vero punto di riferimento per Inzaghi in questa fase cruciale della stagione.

L’argentino infatti ha disputato da titolare 23 delle 27 partite ufficiali giocate dall’Inter nel solo 2025, saltandone due per infortunio e riposando solo in altre due occasioni restando in panchina per tutta la durata del match. E per il capitano interista sorridono le statistiche contro la Roma: nelle ultime sei sfide di Serie A contro i giallorossi, Lautaro ha partecipato a tre reti, con due gol e un assist, riscattando un inizio complicato nei precedenti incroci con la squadra capitolina. Inzaghi potrà inoltre contare su importanti rientri in panchina: Denzel Dumfries e Piotr Zielinski sono nuovamente a disposizione dopo i rispettivi problemi fisici. Più incerta invece la situazione di Marcus Thuram, visto che il francese continua il suo recupero e spera di tornare disponibile per la delicatissima semifinale di Champions League contro il Barcellona, in programma mercoledì prossimo al Montjuïc.

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Conte studia per un Napoli vincente in casa con Torino

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Testa tutta sul Torino, senza pensare all’Inter reduce da due sconfitte, senza farsi condizionare dal risultato che arriverà nel pomeriggio dal match dei nerazzurri contro la Roma. E’ linea che il tecnico Conte ha impartito al suo Napoli in questi giorni. L’aggancio ai nerazzurri in testa alla classifica è avvenuto lo scorso week end grazie a un Napoli, secondo dal 15 febbraio, che non ha mai mollato la presa. La vittoria a Monza coincide con la prima volta in cui il club azzurro è riuscito a vincere due partite di fila, una striscia che non gli riusciva dal 25 gennaio, quando gli azzurri sconfissero la Juventus, inanellando ben quattro vittorie consecutive.

Domani sera il Maradona vuole vedere Lukaku e compagni tornare a quel ritmo, quello dei tre punti a partita, firmando la terza vittoria di fila nella speranza che i giallorossi rallentino la squadra di Inzaghi concedendo al Napoli la vetta in solitaria. Obiettivi importanti, in sostanza, che si costruiscono con determinazione giornata dopo giornata. Lo sa bene il gruppo azzurro che in queste settimane è blindato a Castel Volturno, con pochi occhi a osservare le idee che Conte si prepara a mettere in campo. Il tecnico azzurro ha deciso di non fare conferenza stampa nella giornata in cui si sono celebrati i funerali di Papa Francesco ma qualche idea è trapelata come quella balenata sulla difesa, visto che difficilmente Buongiorno possa recuperare per la partita di domani.

Con Juan Jesus che ha detto addio al finale di stagione, l’alternativa al centro sembra essere solo Rafa Marin. Una soluzione innovativa però potrebbe essere quella di spostare Olivera da terzino sinistro a centrale, al fianco di Rrahmani, mettendo in campo Spinazzola sulla fascia sinistra. Un’idea suggerita dal ruolo di difensore centrale che Olivera ricopre con l’Uruguay ma nella difesa a tre schierata dal ct Marcelo Bielsa. Gli infortuni pesano tanto e questi giorni di avvicinamento al match sono serviti a Conte per capire se si può tentare lo spostamento.

Le risposte arriveranno però solo domani sera, in un match che non vedrà in campo l’ex granata Buongiorno. All’andata la vittoria azzurra venne firmata da McTominay e il centrocampista scozzese ha voglia ancora di segnare e di giocare al meglio, come nelle ultime gare. Come Lukaku, d’altronde, che dopo avere segnato nelle ultime tre partite al Maradona, tiene gli occhi puntati sull’obiettivo scudetto.

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