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Kim licenzia il supergenerale, ‘piani di attacco a Seul’

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Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha destituito il suo massimo generale Pak Su-il e ha chiesto di intensificare i preparativi di guerra con una “postura offensiva” al fine di “neutralizzare in un colpo solo” qualsiasi “attacco nemico con schiacciante deterrenza strategica e più azioni militari simultanee” in caso di emergenza. Con una retorica decisamente più alta, il supremo comandante ha chiesto l’aumento della produzione di armi e più esercitazioni militari. In una riunione della Commissione militare centrale tenuta mercoledì, Kim è stato ripreso dai media ufficiali mentre punta il dito su una mappa di Seul e del complesso militare di Gyeryongdae, quartier generale dell’esercito, della marina e dell’aeronautica sudcoreani, target di piani di attacco. La riunione dei militari di vertice dello Stato eremita è maturata mentre Seul e Washington si preparano per le principali esercitazioni congiunte di fine agosto (denominate ‘Ulchi Freedom Shield’), che il Nord ha denunciato come prove generali di attacco ai suoi danni.

Durante l’incontro, Kim ha licenziato dopo soli 7 mesi il capo di stato maggiore Pak, sostituendolo con il vice maresciallo Ri Yong-gil, ha riferito la Kcna. Nell’agenda dei lavori c’era anche “la messa in sicurezza dei mezzi di attacco più potenti” per garantire “la perfetta prontezza militare per una guerra”, nonché i preparativi della grande parata in occasione dei 75 anni della fondazione della Corea del Nord che ricorre il 9 settembre. A luglio, Pyongyang ne ha tenuta una in Piazza Kim Il-sung (alla presenza anche del componente del Politburo del Partito comunista cinese Li Hongzhong) per i 70 anni dell’anniversario dell’armistizio della Guerra di Corea, vista come “la più grande e palese dimostrazione del Nord di sistemi con capacità nucleare”.

ùPyongyang ha tenuto in concomitanza della parata un’esposizione della difesa, con Kim che ha offerto al ministro della Difesa russo Serghei Shoigu un tour tra le armi più nuove e avanzate del Paese, inclusi missili balistici e droni spia. Intanto, il 18 agosto il presidente americano Joe Biden ospiterà a Camp David un vertice a tre con l’omologo sudcoreano Yoon Suk-yeol e il premier giapponese Fumio Kishida al fine di rafforzare il coordinamento sulle questioni della Corea del Nord, oltre che sulla maggiore assertività della Cina. L’incontro a tre riunirà i leader dopo i loro brevi colloqui ai margini del vertice del G7 di maggio a Hiroshima. In una telefonata tenuta mercoledì per discutere i relativi preparativi, il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin e il segretario di Stato americano Antony Blinken hanno concordato che i colloqui segneranno una “svolta storica”, secondo quanto ha poi riferito Seul. I tre Paesi dovrebbero rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza contro le minacce nucleari e missilistiche in evoluzione della Corea del Nord (e le sue possibili forniture di armi alla Russia) e anche nella sicurezza economica, nelle tecnologie all’avanguardia e negli scambi interpersonali.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

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Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

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