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Ambiente

Italia 2022, l’anno più caldo della storia

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Che l’anno scorso in Italia avesse fatto un caldo tremendo, ce ne eravamo accorti tutti. Ma che il 2022 fosse stato l’anno più caldo nella storia nel Belpaese, non potevamo saperlo. Ce lo hanno detto oggi l’Organizzazione meteorologica mondiale, la Wmo, e il servizio meteo della Ue, Copernicus. Insieme hanno preparato e diffuso il rapporto “Stato del clima in Europa 2022”. L’anno passato non è stato il più caldo solo in Italia, ci spiega lo studio. Lo è stato anche in Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Il 2022 è stato il secondo anno più caldo in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche, cioè dalla seconda metà dell’Ottocento.

Lo precede solo il 2020. E l’estate dell’anno passato è stata la più calda della storia sul continente. Ma le notizie più preoccupanti non sono neppure queste. Wmo e Copernicus ci rivelano che nel 2022 la temperatura media in Europa è stata di 2,3 gradi sopra i livelli pre-industriali (1850 – 1900).

L’Accordo di Parigi sul clima, firmato da tutti i paesi dell’Onu nel 2015 a Parigi, e aggiornato a Glasgow nel 2021, impegna i firmatari a mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi dai livelli pre-industriali, e possibilmente entro 1,5 gradi. Nel 2022, la temperatura media globale è già arrivata a 1,15 gradi sopra la media 1850-1900. Ma in Europa, abbiamo sforato tutti i limiti, arrivando a +2,3 gradi. Secondo Wmo e Copernicus, il Vecchio Continente dal 1980 si è riscaldato il doppio della media globale. Le conseguenze di tutto questo non sono state solo afa e condizionatori a palla. Secondo il rapporto, nel 2022 in Europa gli eventi meteorologici estremi (alluvioni, tempeste, ondate di calore) hanno provocato 16.365 morti e hanno coinvolto direttamente 156.000 persone.

Circa il 67% dei disastri sono stati alluvioni e tempeste, con circa 2 miliardi di dollari di danni complessivi. “Le alte temperature hanno esasperato condizioni di siccità severa e diffusa – ha spiegato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas -, hanno alimentato violenti incendi che hanno provocato la seconda più larga area bruciata mai registrata, e hanno portato a migliaia di morti legate all’eccesso di calore”. Per Carlo Buontempo, direttore del Servizio cambiamento climatico di Copernicus, “l’ondata di caldo che gli europei hanno sperimentato nel 2022 non può essere considerata un evento unico o una stranezza del clima. La nostra attuale conoscenza del sistema climatico e della sua evoluzione ci dice che questo tipo di eventi sono parte di un modello che renderà le ondate di calore più frequenti e più intense nella regione”.

Il rapporto sul clima in Europa nel 2022 tuttavia contiene anche buone notizie. L’anno scorso nel nostro continente le fonti rinnovabili per la prima volta hanno prodotto più energia elettrica del gas. Eolico e solare hanno generato il 22,3% dell’elettricità prodotta nell’Ue, contro il 20% del metano. Il Vecchio Continente, forte della sua ricchezza e della sua tecnologia, ha imboccato con decisione la strada della decarbonizzazione. Il problema è che, anche se riduci le emissioni, l’effetto serra non cala subito. Specialmente se hai un territorio densamente popolato e cementificato, con milioni di veicoli a carburanti fossili che circolano, e migliaia di aziende che buttano CO2 nell’atmosfera. Il riscaldamento globale inoltre va ad influire anche sulla produzione energetica. Nel 2022, la radiazione solare annua è stata la più alta dall’inizio delle rilevazioni nel 1983, il 4,9% più alta della media del 1991-2020. Il caldo e la siccità tuttavia, se hanno favorito il solare, hanno ridotto la produzione dell’idroelettrico (meno acqua nei bacini) e del nucleare (meno acqua per raffreddare i reattori).

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Procida, la Corricella sulla copertina di Lonely Planet

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Una bellissima foto della Marina Corricella, il suggestivo e policromo borgo dei pescatori dell’isola di Procida, è sulla copertina della guida Lonely Planet nella edizione dedicata al Sud Italia appena pubblicata. L’immagine dall’alto dell’anfiteatro di case dipinte di mille colori che si affaccia sul Tirreno è stata scelta dai curatori della guida tustistica più famosa del mondo per rappresentare esaustivamente “Il sud essenziale e sbiancato dal sole dell’Italia è il paese nella sua forma più antica, piena di sentimento e sensuale. Quaggiù le rovine sono più antiche, i pranzi più lunghi, i paesaggi più selvaggi e intensi”. La copertina di Lonely Planet arriva pochi giorni dopo l’annuncio che, sempre la Corricella, è stata scelta dalla Accademia Europea del Cinema presieduta da Juliette Binoche, tra gli otto nuovi “Tesori della cultura cinematografica europea”, luoghi simbolici per il cinema del nostro continente e da preservare per le generazioni a venire.

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Avvistata in Italia una nuova specie di uccelli

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Piccoli migratori con piumaggio fra il marrone e il grigio, finora mai visti in Italia, sono stati avvistati per la prima volta in Campania. Si allunga così l’elenco delle specie di uccelli presenti nel nostro Paese- Il risultato. annunciato in occasione della Giornata della Terra, è pubblicato sulla rivista Dutch Birding da Marco del Bene, Alessia Addeo e Rosario Balestrieri ,della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La specie avvistata per la prima volta in Italia si chiama Monachella dal cappuccio (Oenanthe monacha) ed è stata vista durante rilievi ambientali nei pressi di Bacoli (Napoli), il 24 maggio 2023. Per Balestrieri è la “prima testimonianza del passaggio della specie nel Mediterraneo Centrale”. Finora, infatti, la Monachella dal cappuccio era nota in Egitto, Israele, Penisola Arabica e Pakistan.

“L’esemplare osservato a Bacoli – dicono i ricercatori – si trovava su un muro di contenimento degli argini di un canale, vicino al mare. Presentava un piumaggio marrone camoscio/grigio chiaro, con coda marrone, sottocoda camoscio e timoniere scure”. La scoperta, osservano ancora i ricercatori, sottolinea l’importanza di monitorare costantemente la biodiversità e proteggere gli ambienti che l’accolgono, ma anche l’importanza di documentare quel che si vede e di confrontarsi fra specialisti del settore”. Del Bene rileva che si conferma “l’importanza dei monitoraggi ai fini della conservazione e gestione delle specie” e per Addeo questa scoperta permette di “ampliare sempre di più le reti di conoscenze che ci permettono di comprendere al meglio le rotte migratorie”.

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Rifiuti, planet contro plastic: obiettivo è il – 60% entro il 2040

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Ridurre il 60% delle plastiche sul pianeta entro il 2040, sensibilizzando i cittadini del mondo sui danni arrecati dalla plastica alla salute umana, animale e alla biodiversità; eliminare la plastica monouso entro il 2030, investire in tecnologie e materiali innovativi per costruire un mondo senza plastica: questi gli obiettivi della 54esima Giornata mondiale della terra sul tema Planet Vs Plastics. “Una Giornata e insieme una richiesta pressante per agire subito a salvaguardia della salute di ogni essere vivente sul pianeta non solo per limitare il più possibile l’uso della plastica, ma anche per chiedere iniziative e politiche di sensibilizzazione. Prendere consapevolezza è il primo passo”, spiega il direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero.

I dati dell’indagine Waste Watcher, realizzata su monitoraggio Ipsos ed elaborazione dell’Università di Bologna-Distal, segnalano che in Italia oltre otto cittadini su 10, l’85%, sono disposti a ridurre l’acquisto di prodotti con packaging plastico, malgrado il consumatore italiano riconosca al packaging un’importante funzione per la conservazione del cibo e quindi per la prevenzione e riduzione degli sprechi. E quasi un terzo dei consumatori italiani è disposto a rinunciare all’acquisto di un prodotto di cui ha bisogno, qualora fosse contenuto in un packaging non riciclabile. Sempre secondo Waste Watcher, quasi il 75% dei consumatori nella scelta di un prodotto considera la tipologia dell’imballaggio e l’impatto che quest’ultimo ha sull’ambiente grazie alla sua potenziale riciclabilità. “Un piccolo passo avanti nella sensibilità diffusa sul tema delle plastiche, anche se molto resta da fare”, per Segrè.

Planet Vs Plastics ci ricorda che non c’è un’altra Terra: dalla prima edizione della Giornata Mondiale, il 22 aprile 1970, nostro pianeta non ha certo migliorato il suo stato di salute. Fra meno di 30 anni, ai ritmi attuali, negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica e uno degli hotspot globali per le microplastiche è il Mediterraneo. Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ben 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, secondo l’ultimo rapporto Wwf. Ogni anno il Mediterraneo ingurgita 229.000 tonnellate di rifiuti di plastica, come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto.

Di queste, ben il 15% arriva dall’Italia. Se i mari del pianeta sono invasi dalle plastiche, non sta meglio la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), quella su cui si producono gli alimenti: la perdita di terreni coltivati determina un deterioramento degli ecosistemi, che porta a dissesti ambientali e sociali. Waste Watcher International ha calcolato quanti terreni coltivabili stanno producendo rifiuti alimentari domestici: in Italia lo spreco medio pro capite pari a 566.3 g secondo le rilevazioni del “Caso Italia” Waste Watcher (febbraio 2024), vanifica e ‘brucia’ il raccolto di una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 1,643 milioni di ettari e quindi quasi come l’estensione agricola di Belgio + Slovenia (1,833 milioni di ettari).

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