L’Unione Europea va verso l’apertura a piante prodotte con le nuove biotecnologie. A Bruxelles si lavora a una bozza di regolamento, di cui si inizierà a discutere a luglio, che prevede un regime meno stringente per le piante basate su Tecniche di Evoluzione Assistita, o Tea, rispetto agli Organismi geneticamente modificati. La scelta vede però sulla barricata le organizzazioni non profit. Con “la deregolamentazione sul nuovo biotech agricolo”, denuncia il Corporate Europe Observatory, “l’Ue apre agli Ogm”. Pensate per produrre colture più resistenti alla siccità o ai parassiti, le Tea si differenziano dagli Ogm perché questi ultimi prevedono l’inserzione nel genoma originario di sequenze di geni provenienti da altre specie. Le Tea, invece, consentono la modifica del genoma, ma senza inserimento di geni ‘estranei’. La sperimentazione in campo del nuovo biotech agricolo è regolata dalla direttiva europea 2001/18 sugli Ogm.
Ma, ora, il mondo scientifico ritiene che abbiano le caratteristiche di una ‘mutagenesi’ in quanto, diversamente dagli Ogm, le piante editate non contengono Dna proveniente da altre specie e quindi dovrebbero essere esentate dalle strette regole previste dalla direttiva. Al Parlamento europeo si lavora quindi a rivedere il quadro normativo con l’obiettivo di distinguere le nuove biotecnologie dagli Ogm. Secondo la bozza del regolamento che dovrebbe essere pubblicata il 5 luglio, le modifiche genetiche ottenute con alcune biotecnologie di ultima generazione che potrebbero verificarsi in modo naturale o mediante incrocio tradizionale non dovrebbero essere soggette allo stesso regime di autorizzazione, valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura degli Ogm, ma a una semplice notifica. Non mancano le polemiche. La Commissione europea vuole “una nuova deregolamentazione degli Ogm”, con “maggiori rischi per la biosicurezza e maggiore dominio del mercato per una manciata di aziende di sementi biotecnologiche”.
E’ la reazione del Corporate Europe Observatory alle bozze sulla nuova regolamentazione delle piante ottenute da biotecnologie di ultima generazione. “Se questa proposta andasse in porto, significherebbe che questi Ogm non saranno più soggetti a valutazione del rischio per la salute e l’ambiente, tracciabilità o etichettatura – dichiara l’attivista della Ong Nina Holland – ciò aumenterà i rischi per la biosicurezza e abolirà la libertà di scelta dei consumatori. Poiché i semi saranno brevettati, ciò eroderà i diritti degli agricoltori e porterà a un’ulteriore monopolizzazione del mercato dei semi già altamente concentrato”. L’intenzione della Commissione europea è quella di offrire alternative sostenibili agli agricoltori, “ma i presupposti per giustificare questa storica deregolamentazione si basano su affermazioni del settore, non su prove – conclude- in realtà, questo è un omaggio alle aziende di sementi biotecnologiche”. Intanto già diversi Paesi, come Stati Uniti, Canada, Sud America, Giappone, Regno Unito, hanno liberalizzato l’uso in campo delle Tea. E anche in Italia è stato di recente approvato un emendamento al dl Siccità che ne autorizza la sperimentazione in campo, finora consentita solo in vitro.