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Spettacoli

In 70mila con Boy George. E Tony Effe fa il sindaco

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Lo aveva detto in Campidoglio a poche ore dalla fine dell’anno: “Amo davvero fare il mio lavoro, non dormo e sono molto occupato dai tempi di Karma Chamaleon. E sono contentissimo di tornare sul palco a Roma dopo tutti questi anni, è stata una notizia inaspettata e stimolante. Perché l’Italia è l’Italia”. E quindi Boy George, in forma smagliante e in gran sintonia anche con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ha mantenuto la promessa cantando, saltando e ballando con gli oltre 70mila che hanno festeggiato il Capodanno della Capitale a Circo Massimo.

Poco più a Sud, in un Palaeur sold out, c’era Tony Effe, originariamente uno dei cantanti scelti con Mara Sattei e Mahmood per il Circo Massimo a cui è stato chiesto di tirarsi indietro dopo dopo le polemiche sui testi sessisti delle sue canzoni. Un Tony Effe, al secolo Nicolò Rapisarda, che ha dimostrato un bel senso dell’umorismo salendo sul palco con una luccicante fascia da sindaco a tracolla.

“Devo ringraziarvi davvero, ultimamente non sono stato bene per tutte queste critiche. Ma abbiamo le spalle larghe. È stato un Capodanno organizzato all’ultimo, grazie per essere venuti qui” ha detto il trapper, che sarà tra i Big in gara al prossimo festival di Sanremo, ai suoi fan. Sui social nelle ore successive si è dimostrato più riflessivo e allo stesso tempo anche più fragile scrivendo: “Sicuramente è più facile attaccare me che risolvere i veri problemi del nostro paese ed essere stato il capro espiatorio di questi dinosauri mi ha solo dato la forza di continuare a spingere sempre di più. Non ascolterò mai il giudizio di persone che non conoscono né me né la mia musica”.

Su Tony Effe aveva detto la sua anche lo stesso Boy George: “Non conoscevo Tony Effe e quando ho sentito la notizia mi sono catapultato su Youtube a cercarlo. Mi è sembrato uno carino e che sa quello che fa. Sai, l’arte deve riflettere la cultura, non necessariamente quello che si pensa, non credo che si debba cantare del fare del male ad altre persone, in fondo io ho cantato ‘Do you really want to hurt me’, ho detto in quell’occasione cosa penso, ho preso una posizione differente. Ma comunque non sono un fan della censura perché siamo tutti adulti e cresciuti…”. Tornando al Circo Massimo, Boy George – che assieme ai Culture Club ha emozionato con Purple Rain di Prince, eseguito hit tra cui Karma Chameleon, Do You Really Want to Hurt Me, It’s a Miracle, Church of the Poison Mind e infine cantato Io che non vivo (senza te) – è stato solo la punta dell’iceberg di uno spettacolo di oltre 5 ore, “una serata convolgente ed emozionante”, nelle parole di Gualtieri.

La Pfm Premiata Forneria Marconi ha regalato al pubblico i più bei brani degli storici concerti con Fabrizio De André, da Bocca di Rosa a Il pescatore, oltre a loro grandi successi come ‘Impressioni di settembre. L’Orchestra Popolare La Notte della Taranta ha fatto scatenare il pubblico al ritmo della pizzica salentina. In precedenza il cantante e attore Andrea Rivera – con una canzone contro l’abbandono degli animali e a favore della loro adozione – è stato ospite speciale dell’Orchestraccia che ha portato sul palco un grande omaggio a Roma e ai suoi protagonisti, come Marcello Mastroianni, Ennio Flaiano, Ennio Morricone, Gabriella Ferri, i cui volti sono stati proiettati nel grande ledwall alle loro spalle. Infine balli fino alle 2 del mattino con le hit di Gabry Ponte. Spazio anche per le grandi radio della Capitale con Mariachiara Belardo, voce di Dimensione Suono Soft, Don Cash di Dimensione Suono Roma e il Dj Mauro Zavadava Mandolesi. E per i giovani e gli emergenti: la serata è stata aperta infatti da Cosmonauti Borghesi e Origami Smiles, in ricordo di Francesco Valdiserri.

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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Spettacoli

Sara Tommasi, “dalla Bocconi al porno, guadagnavo 10mila euro a sera “ho perso tutto e sono rinata”

La confessione dell’ex showgirl: “Il dolore mi ha formata. Ma oggi ho una vita sana e felice”.

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In un’intervista al Corriere della Sera, Sara Tommasi (foto Imagoeconomica) si racconta con tenerezza e consapevolezza, rievocando il passato tra luci e ombre, e descrivendo il presente con un sorriso nuovo, accanto al marito e agente Antonio Orso, sposato nel 2021 in piena pandemia.

Ora sto bene”, dice. Non prende più farmaci da quando si è sposata, vive tra Terni e Sharm el-Sheikh, ha una vita regolare, dorme bene, fa palestra, lavora con equilibrio. E soprattutto si sente amata.

Il passato doloroso e la malattia

La Tommasi racconta con sincerità gli anni più difficili, segnati da un disturbo bipolare che lei stessa con coraggio ha ammesso pubblicamente: “Il problema è quando non si accetta la malattia. Si fanno errori da cui non si può più tornare indietro”. Fa riferimento anche ai film porno, al processo per violenza sessuale poi conclusosi con l’assoluzione degli imputati, e al dolore per non aver ascoltato la madre, che le chiedeva di curarsi. “Ce l’ho con me stessa”, confessa.

Gli affetti, le radici, il nuovo inizio

Ricorda con amore la madre Cinzia, scomparsa tre anni fa per il Parkinson, e la sua infanzia a Terni tra le merende in pasticceria dai nonni e i sogni da bambina. Confessa di essersi persa con le droghe, cercando conforto fuori dai farmaci prescritti: “Mi ha fatto uscire di testa”. Ma oggi, grazie ad Antonio, è rinata: “Quando mi parla, io mi sento bene”.

Carriera e ricordi felici

Rivive con emozione i momenti d’oro della carriera: Paperissima, l’Isola dei Famosi, Chiambretti Night, il calendario per Max. Parla con affetto di Gerry Scotti, Fabrizio Frizzi, Simona Ventura, e rivela che una delle esperienze più belle è stata proprio l’Isola, nel 2006.

A sorpresa, aggiunge: “Mi piacerebbe condurre un programma solare. E c’è l’idea di un docufilm sulla mia vita, per parlare di bipolarismo”.

Il futuro tra sogni e consapevolezza

Non esclude l’adozione: “Ho avuto un’operazione all’utero, la gravidanza sarebbe a rischio. Ma ci stiamo pensando”. Intanto si gode i piccoli gesti, il gelato con il marito, gli incontri con i suoi suoceri. E ammette: “Siamo ancora nella fase adolescenziale del nostro amore”.

Infine, il senso profondo del suo percorso: “Il dolore ti forma. Ma bisogna imparare a valorizzare quello che si ha. Io l’ho capito quando ho perso tutto”.

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