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Cronache

Ferragni contro Corona: paghi un milione di euro o lo porto in Tribunale

L’imprenditrice chiede un milione a Corona per violazione dell’accordo, ma lui rilancia con nuove rivelazioni

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L’ultima puntata della saga Ferragni-Corona ha un sapore tutto particolare: tra diffide, conti da saldare e promesse di nuove rivelazioni, il gossip italiano si prepara a un nuovo terremoto mediatico. Al centro della disputa c’è una scrittura privata firmata da Chiara Ferragni e Fabrizio Corona, con cui l’ex re dei paparazzi si impegnava a non parlare male dell’imprenditrice per dieci anni. Pena? 100.000 euro di multa per ogni violazione. Ora l’avvocato della Ferragni, Giuseppe Iannaccone, ha presentato il conto: undici violazioni, per un totale di 1,1 milioni di euro. Da pagare entro sette giorni.

Ma la cifra da capogiro è solo un dettaglio nel quadro più ampio di questa battaglia senza esclusione di colpi.

La puntata che fa tremare Chiara: “Solo Achille Lauro?”

Il vero nodo della questione è il videocast di Corona, che minaccia di svelare “il vero amore” di Chiara Ferragni. Secondo l’ex fotografo, Fedez non sarebbe mai stato il grande amore della sua ex moglie. Ma allora chi?

I nomi che circolano sono Achille Lauro, da tempo accostato alla Ferragni per una presunta relazione extraconiugale, e forse qualcun altro ancora. Su Instagram, infatti, Corona ha lanciato la bomba: “Solo Achille Lauro?”, lasciando intendere che i tradimenti siano stati più di uno.

Lui, intanto, resta fermo sulle sue posizioni e promette di pubblicare la puntata numero 5 di “Falsissimo” il 10 febbraio, proprio alla vigilia del Festival di Sanremo, dove saranno presenti Fedez, Lauro e Tony Effe (quest’ultimo, già al centro di un altro scandalo per i messaggi inviati in segreto a Chiara). Insomma, un tempismo perfetto per creare il massimo scompiglio.

Fedez tradito due volte? Il sospetto di un doppio gioco

La vicenda si complica perché Corona aveva convinto Fedez di essergli amico. Il rapper si era fidato e gli aveva parlato apertamente delle sue vicende personali, mentre l’ex re dei paparazzi registrava tutto. Le conversazioni private sono poi finite nel suo format a pagamento “Falsissimo”, portando alla luce il coinvolgimento della stilista Angelica Montini, che secondo Corona sarebbe stata la vera amante di Fedez.

A questo punto ci si chiede: Fedez ha inavvertitamente fornito a Corona informazioni compromettenti anche su Chiara?

E soprattutto: perché la Ferragni non ha mai smentito pubblicamente la relazione con Achille Lauro? Se fosse stata un’invenzione, non sarebbe stato più semplice stroncare tutto sul nascere?

La scrittura privata: un’arma a doppio taglio?

L’accordo siglato tra Ferragni e Corona il 15 settembre 2023 prevedeva che l’ex paparazzo si astenesse per dieci anni dal fare dichiarazioni denigratorie su Chiara e Fedez. L’obiettivo della Ferragni era mettere a tacere un personaggio scomodo ed evitare il ripetersi di attacchi pubblici.

Ma l’idea si è rivelata un boomerang: Corona ha continuato a parlare e ora le violazioni ammontano a undici. Ecco perché la Ferragni ha deciso di far valere la clausola e presentare il conto da 1,1 milioni di euro.

A questo punto la domanda è una sola: Corona pagherà o continuerà a sfidare apertamente l’influencer?

Il Festival di Sanremo sarà il teatro del nuovo atto?

Con il videocast in uscita il 10 febbraio e il Festival di Sanremo che inizia l’11, la vicenda potrebbe esplodere in diretta nazionale. Fedez, Achille Lauro e Tony Effe si ritroveranno sullo stesso palco, proprio mentre il gossip si infiamma.

Se la puntata di “Falsissimo” dovesse contenere prove concrete o nuove confessioni, sarebbe impossibile evitare il contraccolpo mediatico. La Ferragni riuscirà a fermare tutto con la diffida o vedremo un nuovo scandalo travolgere i Ferragnez?

Di certo, le discussioni sui baci di Rosa Chemical e Fedez dello scorso Sanremo sembrano ormai preistoria.

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Il Papa al Corriere della Sera: bisogna disarmare la Terra

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“Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”. Lo scrive il Papa in un passaggio di una lettera pubblicata sul sito del Corriere della Sera. La lettera, datata 14 marzo, è indirizzata al direttore, Luciano Fontana, che gli aveva inviato un messaggio di augurio chiedendogli se voleva intervenire con un appello. “La guerra – scrive altro Francesco – non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità”.

“Caro direttore, desidero ringraziarla – scrive il Papa – per le parole di vicinanza con cui ha inteso farsi presente in questo momento di malattia nel quale, come ho avuto modo di dire, la guerra appare ancora più assurda. La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide. Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità”.

“Vorrei incoraggiare lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole. Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità”. “Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni, inoltre, possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace. Tutto questo chiede impegno, lavoro, silenzio, parole. Sentiamoci uniti in questo sforzo, che la Grazia celeste non cesserà di ispirare e accompagnare”.

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Garlasco, le contraddizioni nel racconto di Sempio: il nodo delle celle telefoniche e degli scontrini

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Nuove ombre sul caso di Andrea Sempio, il giovane che nel 2017 era stato iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi, prima che il procedimento nei suoi confronti venisse archiviato. Al centro dell’attenzione ci sono alcune anomalie nel suo alibi, con discrepanze tra le dichiarazioni fornite agli inquirenti, i dati delle celle telefoniche e lo scontrino del parcheggio che lo posizionerebbe fuori da Garlasco la mattina del delitto.

IL RACCONTO DI SEMPIO: L’ALIBI E LO SCONTRINO DEL PARCHEGGIO

Secondo quanto dichiarato da Sempio, la mattina del 13 agosto 2007 si trovava a Vigevano, dove era andato in libreria. Il suo alibi si basa su uno scontrino del parcheggio, emesso alle 10.18 in piazza Sant’Ambrogio, con validità di un’ora. Questo biglietto sarebbe stato ritrovato una settimana dopo dal padre, conservato per un anno dalla madre e poi consegnato ai carabinieri nel corso del secondo interrogatorio, nell’ottobre del 2008.

Nel 2017, quando le indagini vengono riaperte, Sempio viene nuovamente interrogato come indagato. Ribadisce la sua versione, confermando di essere stato a Vigevano per acquistare libri. Tuttavia, proprio in quell’occasione emerge una prima discrepanza: in una conversazione intercettata con il padre, il giovane ammette di aver detto agli inquirenti di essere andato a Vigevano per comprare il cellulare, e non libri, come aveva sempre dichiarato.

LE CELLE TELEFONICHE: IL DUBBIO SULLA POSIZIONE DI SEMPIO

Se da un lato lo scontrino potrebbe confermare la sua presenza a Vigevano, dall’altro ci sono le registrazioni delle celle telefoniche che pongono seri interrogativi. Tra le 9.58 e le 12.18, infatti, il telefono di Sempio aggancia sempre la cella di via Santa Lucia a Garlasco, con sette contatti registrati tra chiamate e sms. Nessuna delle celle di Vigevano risulta attivata.

Secondo Vodafone, in teoria è possibile che un cellulare si colleghi a una cella diversa rispetto alla sua posizione reale, ma senza l’analisi dei tracciati completi non è possibile avere una risposta definitiva. Questo elemento rimane uno dei punti più controversi della vicenda.

LE INTERCETTAZIONI E LE INCONGRUENZE NELLE DICHIARAZIONI

Un altro elemento di dubbio riguarda il momento in cui lo scontrino del parcheggio è stato ritrovato. Secondo il racconto fornito dalla madre e dal padre di Sempio, il tagliandino fu scoperto pochi giorni dopo l’omicidio, ma in un’intercettazione del 2017, lo stesso Sempio afferma che fu trovato dopo che lui era stato già sentito dagli inquirenti.
Quando si accorge di questa discrepanza, ne discute con il padre:

  • Sempio: “Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima”.
  • Padre: “A me sembra la prima però non cambia niente, son passati dieci anni”.

LA CONCLUSIONE DELL’INDAGINE: L’ARCHIVIAZIONE

Nel marzo 2017, dopo l’analisi degli elementi raccolti, il GIP dispone l’archiviazione della posizione di Sempio, ritenendo che il giovane abbia effettivamente lasciato Garlasco alle 9.58 e sia arrivato a Vigevano in circa 15 minuti, senza però effettuare chiamate o inviare messaggi in quel periodo. Secondo questa ricostruzione, dopo aver visitato la libreria, sarebbe tornato a casa e alle 11.10 avrebbe ricevuto una chiamata a Garlasco, compatibile con il tempo necessario per il viaggio di ritorno.

Tuttavia, il nodo delle celle telefoniche continua a suscitare interrogativi: perché il telefono non si è mai agganciato a una cella di Vigevano? E perché Sempio ha dato versioni contrastanti sul motivo della sua presenza in città? Domande che, per ora, rimangono senza risposta.

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Multe, 1,7 miliardi in più dichiarati dai Comuni nel 2024

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Nel 2024 i Comuni italiani hanno dichiarato 1,7 miliardi di proventi in più per le Multe stradali con un aumento del 10% rispetto al 2023. Milano, Roma, Firenze e Torino sono i comuni che hanno registrato i maggiori proventi da Multe e sanzioni a carico delle famiglie per violazioni delle norme del Codice della Strada. A riportarlo è Facile.it che ha analizzato i dati Siope, il sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici Con più di 204 milioni di euro, Milano guida la classifica 2024 dei comuni italiani che hanno dichiarato i maggiori proventi derivanti da Multe e sanzioni stradali.

Al secondo posto, con 145,8 milioni di euro si posiziona il comune di Roma, seguito da quello di Firenze (61,6 milioni di euro); quarto, ad un soffio, Torino (poco meno di 61,2 milioni euro). Continuando a scorrere la graduatoria, al quinto posto si trova il comune di Napoli, che lo scorso anno ha dichiarato incassi per Multe stradali alle famiglie pari a 42,9 milioni di euro, seguito dal comune di Genova (36,7 milioni di euro) e da quello di Bologna (27,7 milioni di euro).

I primi 10 comuni della graduatoria, tra cui figurano anche Verona, Padova e Palermo hanno dichiarato, in totale, quasi 650 milioni di euro di sanzioni provenienti da Multe stradali alle famiglie, vale a dire più di un terzo del totale incassato da tutti i comuni italiani. Questi i dati in assoluto ma analizzando il rapporto pro capite relativo ai capoluoghi di provincia emerge che al primo posto della graduatoria 2024 si trova Siena con una “multa pro capite” pari a 171,5 euro, al secondo posto Firenze con 170 euro, al terzo Milano 1499,10 euro (era 107 euro nel 2023). Quarta Padova, con un valore pro capite pari a 111,30 euro e quinta Verona, dove il rapporto traMulte e abitanti è pari a 92,40 euro.

Per quanto riguarda i piccoli Comuni, secondo i dati di Facile.it, le prime due posizioni sono rimaste invariate rispetto al 2023: Carrodano in provincia di La Spezia, che conta appena 465 abitanti ma, nel 2024, ha dichiarato incassi da Multe stradali alle famiglie per oltre 807 mila euro; Colle Santa Lucia, 346 abitanti in provincia di Belluno, che lo scorso anno ha dichiarato oltre 671.000 euro. Sul gradino più basso del podio si posiziona il comune di Poggio San Lorenzo, provincia di Rieti, con 547 abitanti e 397.000 euro di Multe. Quarta posizione per Rocca Pia, piccolo comune in provincia de L’Aquila, con appena 178 abitanti e incassi da Multe stradali dichiarati nel 2024 pari ad oltre 281.000 euro. Al quinto posto, invece, si trova Calto, comune in provincia di Rovigo, che nel 2024 ha raccolto oltre 278.000 euro di Multe a fronte dei suoi 683 abitanti.

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