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Cronache

Il vicino di casa le diede fuoco dopo una lite per il posto auto, morta dopo 47 giorni di agonia

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E’ durata oltre un mese e mezzo l’agonia di Antonella Iaccarino, la donna finita in ospedale dopo una lite condominiale nel Napoletano. Aveva 48 anni e dallo scorso 5 settembre era ricoverata all’ospedale Cardarelli di Napoli con il corpo pieno di ustioni dopo che il suo vicino di casa, un 53enne già noto alle forze dell’ordine, ne ricoprì il corpo con liquido infiammabile per poi darle fuoco. Il tutto, pare, per un lenzuolo steso che ostruiva l’ingresso dell’uomo nel suo box. Avvenne tutto a Quarto, nel Napoletano. E’ il 5 settembre: Antonella Iaccarino e Francesco Riccio, questo il nome dell’uomo, vivono nello stesso stabile di via De Gasperi, separati solo da un piano. Lei al secondo, lui al terzo del civico 68. In passato c’erano già stati dissidi tra loro. Ma quella mattina è diversa dalle altre. Sono da poco passate le 12,30 quando i due vengono a contatto.

Una parola tira l’altra fino alla reazione violenta dell’uomo che alla vista della donna nel cortile condominiale decide di procedere alla resa dei conti. E’ così che ricopre lei e la sua auto di liquido infiammabile per poi dare fuoco al tutto con un accendino. Questione di secondi, neanche il tempo di fare i conti con l’incredulità di un gesto così violento, che Antonella prende fuoco. Arrivano i soccorsi: la donna viene portata all’ospedale Cardarelli di Napoli in prognosi riservata e con ustioni di terzo grado su metà del corpo. La sua situazione appare subito complicata ai medici. Per Riccio, invece, scattano le manette dei carabinieri con l’accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Sul posto arrivano anche i vigili del fuoco per domare il rogo che, dalla vettura della donna, si era esteso anche ad un altro veicolo vicino.

A far deflagrare la situazione – accertano le prime indagini – sarebbe stato un lenzuolo steso nel posto sbagliato. O forse un parcheggio fatto male. In ogni caso nulla che potesse giustificare una simile reazione. Oggi il tragico epilogo con la morte di Antonella e la salma della donna sequestrata e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli esami autoptici. Non é la prima volta cha una lite nata per motivi di vicinato si trasforma in tragedia. Per restare nei confini campani nel 2015 a Capodrise, nel Casertano, sempre al termine di una lite per futili motivi un 51enne uccise a martellate una donna di 59 anni che abitava nel suo condominio. Storia analoga ad Afragola (Napoli) dove nel 2015 una ex guardia giurata – in preda a raptus – sparò dal suo balcone con un fucile ferendo otto persone, tra i quali tre minori. Dopo anni di liti e screzi continui per i rumori, la scintilla in quel caso scoppiò per un cancello non chiuso all’una di notte.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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