“I genitori del piccolo Samuele non hanno mai rilasciato una dichiarazione diretta sull’accaduto, i virgolettati che compaiono in Rete non sono certamente di loro paternità: sono qui in quanto mi è stato chiesto di fare da cuscinetto rispetto a questa situazione che crea in loro turbamento, sconcerto e strazio”. Attraverso l’avvocato Domenico De Rosa, chiede riservatezza la famiglia del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni ucciso venerdi’ scorso da Mariano Cannio, il 38enne che adesso si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il legale, che da poco ha assunto la difesa della famiglia del bimbo, ha incontrato i giornalisti nel centro di Napoli, qualche ora prima delle esequie nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci. “Nella nota che ho diramato ieri – ribadisce il legale – la famiglia chiede riservatezza e attenzione in occasione dei funerali che saranno celebrati oggi”. “Ieri c’e’ stato l’incarico conferito al medico legale per la consulenza autoptica, – ha detto ancora De Rosa – e sono giorni particolarmente tristi per i genitori”.
“Non sappiamo com’e’ stato possibile che quel video sia circolato in rete” ma si tratta di un video “che va contestualizzato, che risale perlomeno a due anni fa” ha detto l’avvocato Domenico De Rosa. Il legale rispondendo alle domande dei cronisti ha spiegato che quel video pubblicato e poi rimosso dai social, che vede protagonista il piccolo, “è completamente scollegato da quello che e’ successo. Solo i meccanismi mentali di chi associa quel video alla tragedia possono spingere a ipotizzare che ci sia una relazione tra i due eventi. Ed e’ questo quello che teme la famiglia, che vengano ipotizzate le cose piu’ incredibili”.
I rapporti tra la famiglia di Samuele, il bimbo di 4 anni ucciso venerdi’ scorso a Napoli, e il suo assassino, Mariano Cannio, il domestico 38enne che adesso si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato, sono sempre stati “di estrema normalita’”. Lo sottolinea ai giornalisti l’avvocato Domenico De Rosa, legale della famiglia della piccola vittima, lasciata cadere nel vuoto dal terzo piano dal domestico che stava facendo le pulizie in casa quel tragico giorno. “Mi risulta che Mariano Cannio – ha detto ancora l’avvocato De Rosa – da anni faceva le pulizie a casa Gargiulo e a casa di altre persone tra le quali figurano anche parenti della famiglia di Samuele. Peraltro la mamma di Samuele, incinta di 8 mesi, aveva bisogno di una mano”. Mariano, dice ancora l’avvocato rispondendo alle domande dei cronisti, “non ha mai dato segni di squilibrio”. “La famiglia – sottolinea ancora – non aveva nessuna contezza della sua schizofrenia. Anzi, il senso di riservatezza e di tranquillita’ che mostrava era un motivo in piu’ per continuare a trattarlo come una persona alla quale affidare le pulizie in presenza di una signora incinta e di un bimbo di 4 anni”. (
“La famiglia non cerca vendetta, ne’ soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio, la famiglia attende la verita’ per capire perche’ e’ successo” sottolinea l’avvocato Domenico. “I genitori non hanno nessuna responsabilita’, neppure di carattere morale, circa l’accaduto”, ha aggiunto De Rosa, “non hanno lasciato il figlio nelle mani di una persona che non sta bene, cosa che alla famiglia non risultava affatto”. Circa le pressioni subite dai cronisti (uno sarebbe stato anche preso a schiaffi, ndr) registrate sul luogo della trageda, che hanno spinto il sindacato dei giornalisti a diffondere un comunicato nel quale viene stigmatizzata la vicenda, l’avvocato De Rosa ha precisato che il “picchetto” che sosta sul luogo della tragedia e allontana i giornalisti “non e’ certamente composto da familiari di Samuele. La famiglia chiede solo che venga di rispettato il loro dolore e anche il lavoro dei giornalisti, quello della Procura e pure quello dell’avvocato di Cannio”.
“Tu solo Samuele avresti in questo giorno diritto di parola” ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, celebrando i funerali di Samuele. “Chi perde i genitori e’ orfano, chi il coniuge e’ vedovo ma non c’e’ parola per definire un genitore che perde un figlio”. E’ quanto ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia pronunciata ai funerali del piccolo Samuele, morto dopo una caduta dal terzo piano della sua abitazione. Per la morte del piccolo un uomo, collaboratore domestico della famiglia, e’ stato arrestato. Battaglia, con la voce rotta e il voto solcato dalle lacrime, ha letto una “lettera a Samuele”, definito piu’ piu’ volte “caro dolce, piccolo principe”. Aiutaci “a venire fuori da questo dolore cosi’ grande, cosi’ sconosciuto che puo’ fare paura”. Cosi’ l’arcivescovo di Napoli, monsignor Battaglia, nel corso dei funerali del piccolo Samuele. “Noi ora abbiamo bisogno di te, piccolo principe – ha detto ancora mons. Battaglia – e sono sicuro che da dove sei ora continuerai a guardarci, a sorriderci, a volerci bene”. “Ora dovrai indicarci tu come ridere a questo mondo”, ha proseguito “mentre noi stiamo ancora a cercare di dare risposte a tante domande, in questa vita che ci sembra troppo grigia e troppo buia senza di te”. Per il vescovo di Napoli ora bisogna avere la forza per “vivere questo dolore senza lasciarsi sopraffare da esso, per non smarrirci, per non perderci, per continuare a resistere, a stare in piedi, ed andare avanti sotto questa croce che ci sembra troppo pesante. E tu ci insegni, Samuele, che solo l’amore resta”. Centinaia di palloncini bianchi sono stati lanciati all’uscita del feretro del piccolo Samuele, il bimbo venerdi’ dopo una caduta dal terzo piano di un edificio di via Foria, a Napoli, all’uscita dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci, in via Veterinaria. Poi il corteo funebre ha percorso le vie del quartiere fino ad arrivare dinanzi al palazzo dove il piccolo abitava con la famiglia. Ed anche qui sono stati lanciati dei palloncini bianchi. Momenti di tensione si sono registrati dinanzi alla chiesa quando un agente della polizia .- presente per il servizio d’ordine – scambiato per un giornalista, ha preso una telecamera da una borsa. Alcune persone hanno lasciato capire di non gradire la presenza di video operatori.