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I Sentieri del Bello

Il paradigma dell’abbinamento tra sigari e grandi distillati

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Il paradigma dell’abbinamento come moltiplicazione del valore di un prodotto. Una sorta di sublimazione della qualità intrinseca che non riesce trovare la sua dimensione più piena solo di per sé stessa ma che assurge a status anche grazie all’abbinamento con un elemento esterno già “posizionato” sul livello dell’eccellenza. Arriviamo così all’origine dell’abbinamento del sigaro. Un prodotto straordinario in virtù di una combinazione che lega la materia prima (tabacco nella sua relazione magica con il terroir) alla sua elaborazione intesa come manifattura (tour des mains). Non bastava però questo nonostante premesse, appunto, uniche. Il salto quantico avvenne nella frequentazione delle sale e dei salotti europei: da Davidoff a tutto il mondo anglosassone più quartato. Già l’ambiente trasferisce e posiziona a piani più alti il piacere edonistico, una condizione che può essere moltiplicata con un linguaggio consono. Una serie di riferimenti linguistici che richiamano proprio a situazioni già assodate nel campo valoriale. Il vino in primis.

E il sigaro comincia una partita che lo vede protagonista in un linguaggio traslato. Lo capisce bene Davidoff che utilizza i nomi dei grandi Château d’Oltralpe per indicare formati assurti a icona: Haut-Brion, Margaux, Lafite, continua, continua. Poi inizia la teoria degli abbinamenti e si comincia, dopo aver appoggiato il sigaro nel mondo dell’alta società, a trovargli una collocazione in una mano parallela a quella con cui si fuma. Ecco quindi la grande bottiglia in abbinamento: più è di valore e più il sigaro si riverbera in questo volano. Non è detto che il valore intrinseco dell’abbinamento sia il più pertinente, quello che importa è posizionare entrambe le cose ai massimi livelli. Successe nel caso del caviale o delle ostriche abbinati allo Champagne, al tartufo abbinato con il Barolo. Le leggende iniziano anche così: abbracciandosi l’una con l’altra. E il sigaro diventò prezioso assurgendo a simbolo dello status. Iniziò così una lunga teoria di abbinamenti non sempre perfetti ma fascinosi. Il mondo dei grandi distillati da invecchiamento. In gran parte francesi: i più opulenti Cognac, i più raffinati Calvados, i vecchi Armagnac di millesimi perduti. E sempre rimanendo in tema transalpino che dire dei grandi Champagne con la loro bolle suadenti a intrecciare trame con le volute del fumo dei puros? E poi si va sui grandi vini da dessert o in questo caso – meglio – da meditazione in cui non solo la mappatura organolettica fa da plafond alla fumata ma anche quella storicità dei millesimi antichi che contribuiscono al piacere edonistico del momento. Che peraltro appunto è meditativo e che rappresenta proprio l’anima più profonda della fumata lenta.

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Brand Ischia e sana comunicazione, le sfide del sindaco di Serrara Fontana Irene Iacono per l’isola

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Scenari diversi denotano caratteristiche differenti con le proprie sfide e le proprie peculiarità. Il comune di Serrara Fontana è viva espressione di questa territorialità eterogenea e il suo Sindaco ne coordina le vicende con intenzioni unitarie. “Occorre un brand Ischia”, una sana comunicazione ed un tavolo di intenti. Sono queste alcune delle ricette nella visione di rilancio della prima cittadina, Irene Iacono. Ascoltiamola.

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Programmazione turistica e rilancio dell’isola: le idee del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale

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“La vicinanza del Governo la si sente al di là dei numeri” questa la dichiarazione del Sindaco Pascale al netto degli interventi post alluvione. “Era mio desiderio la creazione di una Ctl (Consulta turistica locale) con intervento di enti sovracomunali”: questo l’organismo che il Sindaco auspica e che potrebbe favorire una nuova organizzazione del comparto turistico e della sua riqualificazione su scenari più ampi. 

Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.

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Le sfide che aspettano Ischia: l’analisi del commercialista Antonio Tuccillo

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L’Italia, la Campania e Ischia devono dimostrarsi al passo con i tempi per esserne protagonisti. Le sfide sono ardue e le possibilità da cogliere tante. Ma le si devono affrontare con dignità e cognizione di causa. I giovani devono essere consapevoli dell’impegno richiesto e messi in condizione di poterlo espletare. Ce ne parla il Dottor Antonio Tuccillo, Presidente della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti italiani.

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