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Cronache

Il giudice a Totti e Ilary: avete tre mesi di tempo per evitare di scannarvi in Tribunale

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Il giudice del tribunale civile di Roma, Simona Rossi, ha dato a Francesco Totti e Ilary Blasi, comparsi in aula venerdì pomeriggio per la prima udienza effettiva (dopo il rinvio del 14 marzo) della causa di separazione, un consiglio. Trovate un accordo. Evitate di scannarvi in tribunale. Stop alla guerra per l’affidamento dei figli,  assegno di mantenimento, casa coniugale, proprietà immobiliari e patrimonio in banca.
Il giudice Rossi avrebbe concesso tempo di qui fino all’estate agli avvocati della coppia – Antonio Conte e Laura Matteucci per lui, Alessandro Simeone e Pompilia Rossi per lei – perché trovino un benedetto accordo che scongiuri la lunga e accanita battaglia legale che altrimenti li aspetta.
Il Capitano Totti e la conduttrice dell’Isola dei Famosi sono in guerra. E nessuno dei due pare disposto a cedere. Né Ilary che la causa l’ha avviata, con ricorso del novembre scorso, né Francesco, che si è costituito ai primi di marzo con una memoria difensiva da 120 pagine più allegati, un tomo. Per rispondere punto per punto alle rivendicazioni dell’ex moglie. Consigliato in tal senso (non sempre bene, azzarda qualcuno) dalla compagna Noemi Bocchi, che sa come farsi ascoltare. Dopo un momento di relativa pace, grazie alla ritrovata serenità sentimentale di entrambi – Ilary con Bastian Müller, Totti con Noemi – i rapporti tra i due sono di nuovo molto tesi. L’ex 10 giallorosso sarebbe furioso perché il biondo e aitante imprenditore tedesco di 36 anni, spesso in vacanza romana, alloggia e dorme nella villa dell’Eur, che, finché giudice non li separi, è ancora legalmente il tetto coniugale dei Totti-Blasi. Dove abitano i tre figli. E le recenti foto di Bastian, mano nella mano con Isabel e la sua mamma al parco, modello famiglia felice, pubblicate dal settimanale Chi – sono state come un panno rosso davanti ai suoi occhi. Il Capitano le considera una provocazione di Ilary (che conosce i suoi punti deboli) , non la prima e forse nemmeno l’ultima. Come se non bastasse – e come dimenticarla – è ancora in corso la celebre causa accessoria «borsette contro Rolex», davanti al giudice Francesco Frettoni della VII sezione del tribunale civile, che sta valutando quanti e quali testimoni convocare dei circa 25 messi in elenco, un cast troppo affollato. Per poi stabilire chi ha torto e chi ha ragione nel «ratto» incrociato di beni di lusso.

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Cronache

Volvera, tragedia in un condominio: uomo uccide due vicini a coltellate e si toglie la vita

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Duplice omicidio seguito da suicidio questa sera nel cuore di Volvera, cittadina della pianura torinese a 25 chilometri dal capoluogo piemontese. In un appartamento al primo piano di un condominio di via XXIV Maggio 47, un uomo di 34 anni ha ucciso a coltellate i suoi due giovani vicini di casa – una donna di 28 anni e un uomo di 23 – per poi togliersi la vita con la stessa arma.

Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe maturato al culmine di una lite esplosa tra la coppia e l’aggressore, già noto alle forze dell’ordine. Per compiere l’atroce gesto, il 34enne avrebbe usato un coltello da sub, colpendo a morte prima i due vicini, che avrebbero cercato invano di fuggire nel cortile dell’edificio, e poi si sarebbe inferto un fendente mortale alla gola.

I primi a intervenire sono stati i carabinieri della stazione di None e i soccorritori del 118, seguiti dai militari del comando provinciale e dalla compagnia di Pinerolo. I corpi sono stati trovati nel cortile della palazzina: per tutti e tre non c’è stato nulla da fare. Sul posto anche la Scientifica, impegnata nei rilievi e nell’analisi della scena del crimine.

Le indagini sono in corso per chiarire le cause esatte della lite che ha scatenato la furia omicida. I carabinieri stanno ascoltando i vicini di casa e ricostruendo le relazioni tra i protagonisti della tragedia. La comunità di Volvera è sotto shock, sconvolta da una violenza improvvisa e brutale che ha spezzato tre vite nel cuore di una tranquilla zona residenziale.

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Cronache

Abuso di sostanze, madre indagata per morte feto

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Una donna è indagata per omicidio colposo perché ritenuta presunta responsabile della morte del feto, quando era incinta, dovuta a un sospetto abuso di sostanze cannabinoidi e benzodiazepine. Sulla vicenda, avvenuta in provincia di Pordenone, indaga la polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica: il fascicolo è stato affidato al sostituto Enrico Pezzi. La magistratura, sospettando un ‘distacco intempestivo massivo di placenta in travaglio precipitoso’, ha indagato la donna e disposto l’autopsia del corpo della neonata. La vicenda risale ad alcuni giorni fa. L’esame autoptico sarà eseguito sabato mattina all’ospedale civile di Pordenone dall’anatomopatologo Antonello Cirnelli – lo stesso che si occupò del caso di Giulia Cecchettin – e dai professori Pantaleo Greco (direttore di Ginecologia e Ostetricia del Sant’Anna di Ferrara) e Marny Fedrigo (specialista in Anatomia patologica dell’università di Padova).

La Procura ha incaricato i tre periti di accertare se il decesso del feto sia avvenuto prima, durante o dopo il travaglio. Le indagini sono scattate dopo che l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale ha riferito alla polizia – le indagini sulla vicenda sono svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone – della morte di un feto in un’abitazione privata di una cittadina contermine a Pordenone. Su quanto accaduto vige comprensibilmente il massimo riserbo anche perché tra le persone offese ci sarebbe il padre della bimba morta. I medici che si sono presi cura della donna nella fase di emergenza hanno manifestato sospetti e chiesto dunque un supplemento di indagine e l’esecuzione dell’esame autoptico. Secondo quanto si è appreso, infatti, sarebbero state riscontrate incongruenze tra il racconto della donna e quanto accertato dal personale che ha preso in carico la stessa paziente senza poter fare nulla per poter salvare la vita alla nascitura.

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Torre Annunziata, orrore in famiglia: 91enne colpisce la moglie a martellate e si toglie la vita

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Tragedia questa mattina in via Carminiello 9, nel cuore del centro abitato. Un uomo di 91 anni avrebbe aggredito la propria moglie, una donna di 78 anni, colpendola ripetutamente con un martello. Subito dopo, si sarebbe lanciato nel vuoto dal balcone del proprio appartamento situato al quinto piano, togliendosi la vita.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della compagnia locale per i primi rilievi e per avviare le indagini. Al momento le cause del gesto restano da accertare, ma si ipotizza un raptus improvviso.

La donna, ferita gravemente ma ancora vigile al momento dei soccorsi, è stata trasportata d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia in codice rosso. I medici hanno riscontrato un trauma cranico importante, ma al momento la sua vita non sarebbe in pericolo.

Le forze dell’ordine stanno ascoltando i vicini e acquisendo eventuali immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. L’episodio ha sconvolto l’intera comunità, rimasta attonita di fronte a un gesto di tale violenza all’interno delle mura domestiche.

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