Lo Stadio Diego Armando Maradona è al centro di una vera e propria battaglia strategica tra il Comune di Napoli e il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. L’obiettivo dell’amministrazione guidata dal sindaco Gaetano Manfredi è ristrutturare l’impianto senza privare la squadra della sua casa storica e senza compromettere la candidatura di Napoli come sede per Euro 2032.
Per superare i dubbi del presidente del Napoli, che non intende investire senza garanzie economiche, il Comune sta studiando una soluzione tecnica innovativa: rendere agibile il terzo anello e utilizzarlo come spazio alternativo per il pubblico mentre si svolgeranno i lavori negli altri settori.
La questione principale che frena De Laurentiis è l’impatto economico della ristrutturazione. Il presidente teme che la riduzione della capienza dello stadio durante i lavori possa comportare una perdita economica rilevante per il club, limitando la vendita dei biglietti e l’appeal dell’impianto.
Da qui l’idea del Comune, che sta conducendo uno studio di fattibilità sulla possibilità di riaprire e rifunzionalizzare il terzo anello dello stadio come passante temporaneo, evitando così un calo drastico delle entrate.
La struttura, chiusa da anni per problemi di stabilità, potrebbe essere resa nuovamente sicura grazie alle nuove tecnologie di rinforzo. Questo eviterebbe un drastico calo di capienza e garantirebbe una continuità di utilizzo dello stadio durante i lavori.
Per essere tra le città che ospiteranno gli Europei del 2032, Napoli dovrà presentare un progetto definitivo con garanzie bancarie entro il 2026. Il tempo stringe, ma il sindaco Manfredi, che è anche un esperto ingegnere strutturista, sta lavorando per individuare una soluzione tecnica che renda fattibile l’intervento senza bloccare le attività sportive del Napoli.
Il finanziamento resta il nodo centrale. Secondo la legge sugli stadi, i costi dovrebbero essere a carico del club, ma sono previsti incentivi come:
- Detassazioni elevate per le società che investono negli impianti sportivi;
- Mutui a tassi agevolati con il Credito Sportivo;
- Agevolazioni per le ZES (Zone Economiche Speciali), di cui fa parte il Sud Italia.
Se De Laurentiis non accetterà di finanziare i lavori, il Comune potrebbe cercare sponsor privati per contribuire alla ristrutturazione dello stadio.
Nonostante il confronto acceso tra il Comune e la SSC Napoli, entrambe le parti sono d’accordo sul modello di stadio che serve alla città. L’idea è quella di una struttura moderna e polifunzionale, che non sia utilizzata solo per le partite ma che diventi un punto di riferimento per il quartiere.
L’archistar Gino Zavanella, progettista dello Juventus Stadium, sta lavorando al nuovo Dall’Ara di Bologna, alla ristrutturazione dell’Arechi di Salerno e al nuovo stadio della Roma. A dicembre ha dichiarato al Mattino:
“Uno stadio di calcio non può avere una pista di atletica, il pubblico deve essere vicino al campo.”
L’idea è creare un’agorà dello sport, con dentro:
- Museo del Napoli
- Spazi commerciali e di intrattenimento
- Parcheggi moderni
- Nuove aree verdi
Questo progetto si inserisce nel più ampio piano di rigenerazione urbana che coinvolge Agnano e Bagnoli, due zone destinate a subire profondi cambiamenti nei prossimi anni.
Il futuro del Maradona è un rebus ancora da risolvere, ma il Comune ha messo in campo un’ultima carta per convincere De Laurentiis: riaprire il terzo anello per garantire continuità alle partite durante la ristrutturazione.
Resta da vedere se il presidente del Napoli accetterà di investire sullo stadio, sfruttando gli incentivi statali, o se il Comune dovrà cercare finanziamenti alternativi.
La partita è aperta e il tempo stringe: entro il 2026 Napoli dovrà dimostrare di poter ospitare gli Europei del 2032. E il Maradona, in un modo o nell’altro, dovrà rinascere.