«De Luca ha il 60% di gradimento. Nessuno in Italia ha questi numeri. E io sono tra questi, a prescindere da ciò che succederà il 9 aprile». Così l’eurodeputato Lello Topo apre la giornata politica targata PD al Ramada di Napoli, dove si ritrova tutta l’area deluchiana, riunita sotto la bandiera del gruppo europeo dei Socialisti e Democratici. Al centro dell’incontro ufficialmente c’è il Sud e l’Europa, ma dietro le quinte si parla chiaramente di terzo mandato e di strategie per le prossime elezioni regionali in Campania.
Il peso dei riformisti campani dentro il PD
Nessuno pronuncia apertamente la parola “terzo mandato”, ma l’intenzione è chiara: far pesare il fronte deluchianonelle scelte del partito regionale e nazionale. «Guai a tornare indietro — avverte il deputato Piero De Luca — rischiamo di consegnare la Regione a una destra che si è dimostrata nemica del Sud».
L’obiettivo è lanciare un messaggio forte alla segreteria nazionale, in particolare a Elly Schlein, da sempre fredda sull’ipotesi di una terza candidatura per il governatore. E lo dimostra anche l’accoglienza fredda riservata al commissario regionale del partito, Antonio Misiani, unico “intruso” del Nazareno presente all’evento.
La tensione con il commissario Misiani
Misiani prova a gettare acqua sul fuoco: «Possiamo fare bene se ci rispettiamo. Sono fiducioso, sono bergamasco e testardo». Ma viene subito “punzecchiato” dal figlio del governatore: «Non è più solo commissario, ormai è commissario ad acta. È stato promosso». Più ironico Maurizio Petracca, consigliere regionale irpino: «Come in Benvenuti al Sud, il bergamasco Misiani si è innamorato della Campania e non vuole più andare via».
Nonostante le battute, resta la distanza politica: il commissariamento del partito campano è vissuto dai fedelissimi di De Luca come un’ingerenza romana. Ma Misiani prova a correggere il tiro: «Le scelte politiche saranno fatte in Campania, con il confronto delle comunità locali. Roma accompagnerà, ma non deciderà da sola».
Rilancio politico e bilancio di legislatura
Il capogruppo Mario Casillo e i consiglieri regionali rivendicano il lavoro svolto: «Abbiamo risollevato una Regione che era a terra. Ora bisogna proseguire». Misiani riconosce i risultati ma lancia un segnale al futuro: «Siamo nel 2025, non nel 2015. Dobbiamo anche migliorare».
Alleanze e strategie future
Nel pubblico, insieme al segretario del PSI Enzo Maraio, ci sono anche esponenti del M5S e dell’AVS, come Michele Gubitosa e Francesco Emilio Borrelli. Ma sul tema delle alleanze si apre un altro fronte. Piero De Luca frena: «Non si costruisce un’alleanza in laboratorio. Serve un cantiere programmatico. Basta veti: rischiamo di perdere in partenza».
La strada per le regionali è tracciata, ma tutto ruota ancora attorno alla Corte Costituzionale, attesa per il 9 aprile. Solo dopo quella data si capirà se Vincenzo De Luca potrà scendere ancora in campo.