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Cronache

Il bilancio non passa, dimissioni sindaco di Aversa sono un caso

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Golia

Ad Aversa, popoloso centro di 50mila abitanti del Casertano, è caduta l’amministrazione comunale: il bilancio non è passato e il sindaco Pd Alfonso Golia, sfiduciato, si è dimesso. Ne è nato un caso, con l’eurodeputata del Partito democratico Pina Picierno che accusa una parte del Pd di avere fatto asse con Lega, FdI e Forza Italia: “una giravolta sulla pelle dei cittadini”. Per la bocciatura del bilancio preventivo 2023 è stata decisiva l’astensione dal voto del presidente del Consiglio Roberto Romano, circostanza che ha fatto venire meno la maggioranza, ponendo di fatto fine all’amministrazione comunale. Serviva infatti il suo voto perché la maggioranza esprimesse 13 voti contro i 12 dell’opposizione, ed invece la votazione si conclusa con un pari che non ha dato disco verde al documento contabile. Golia era stato eletto nel 2019; con la sua caduta anticipata si apre una campagna elettorale che durerà fino alla prossima primavera.

“Non sarò più il sindaco della città, che perderà occasioni importanti. Sono dispiaciuto ma sereno”, ha detto Golia. Esulta il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello. “Il fallimento del centrosinistra ad Aversa, con la fine anticipata della legislatura, è solo l’inizio di un processo che porterà, uno dopo l’altro, i comuni a maggioranza di centrosinistra allo scioglimento”, dice. “Ora ad Aversa c’è vera voglia di centro e in questo contesto Forza Italia costruirà una coalizione che sappia unire tutte le energie”. “Preoccupata”, invece, Pina Picierno, secondo cui “una parte del Pd di Aversa avrebbe fatto asse con Lega, Fdi e Forza Italia per porre fine a un’amministrazione guidata dal Pd stesso. Si tratta di una giravolta sulla pelle, innanzitutto, dei cittadini aversani. Una modalità di concepire la politica che confligge con il rispetto delle istituzioni e basata esclusivamente su opportunismo e tatticismi. Quanto accaduto impone un chiarimento urgente all’interno del Pd aversano e casertano che non è più rinviabile”.

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Cronache

Riforma dei test di accesso a medicina tra innovazione e sfide

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Il dibattito sull’abolizione dei test di accesso a Medicina in Italia prende una nuova piega con le recenti discussioni in Senato, che potrebbero portare a significative modifiche nel percorso di ammissione alle facoltà mediche. Nonostante le notizie che circolano su un’imminente abolizione, la situazione è più complessa e meno definita di quanto possa sembrare a prima vista.

Il testo unificato attualmente in discussione nella commissione Istruzione del Senato non prevede l’eliminazione totale del numero chiuso, ma propone una revisione del metodo di selezione. La nuova normativa suggerisce l’abolizione del test di ingresso preliminare, sostituendolo con una valutazione al termine del primo semestre del primo anno di studi.

Questa proposta rappresenta un cambio di paradigma: tutti gli studenti interessati ai corsi di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria potranno iscriversi e frequentare il primo semestre. Successivamente, una graduatoria nazionale basata sui risultati degli esami del semestre determinerà chi può proseguire nei corsi di laurea magistrale, inclusi quelli di Medicina.

Tuttavia, emergono preoccupazioni riguardo la fattibilità di tale sistema. Con circa 90.000 candidati che ogni anno si presentano ai test di Medicina e solo 20.000 posti disponibili, il sistema attuale è già sotto pressione. La nuova disciplina, pur non escludendo l’uso di forme di test, anche se non preliminari, solleva interrogativi sulla capacità di gestire un numero così elevato di studenti nel primo semestre e sulla standardizzazione delle valutazioni.

Il testo unificato, sebbene ancora soggetto a modifiche attraverso emendamenti, getta le basi per una discussione che si preannuncia intensa. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere più accessibile l’istruzione medica, ma il percorso per attuare efficacemente tali cambiamenti è costellato di sfide, sia logistiche che pedagogiche.

La normativa, in forma di legge delega, richiede al Governo di tradurre gli indirizzi del Parlamento in un decreto legislativo, un processo che non solo richiede tempo ma che è anche carico di responsabilità politica. Infatti, il successo o il fallimento della riforma dipenderà significativamente dall’efficacia con cui il Governo implementerà i principi e gli obiettivi stabiliti.

In conclusione, mentre la promessa di un accesso più libero e meritocratico alla formazione medica è allettante, il passaggio dalla teoria alla pratica presenta complessità non trascurabili. Sarà fondamentale monitorare attentamente come si svilupperanno le discussioni e quali soluzioni saranno adottate per garantire un sistema equo e sostenibile che possa rispondere alle esigenze di tutti gli aspiranti medici in Italia.

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Scontro tra auto, morta una 33enne in viaggio con i due figli

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Ancora un incidente mortale sulle strade bolognesi. Poco prima delle 16, lungo la strada provinciale 61 in località Pian di Lama nel territorio di Monzuno, sull’Appennino bolognese, si è verificato uno scontro frontale tra due autovetture che provenivano da direzioni opposte.

Nel violento impatto è morta una donna di 33 anni, che viaggiava, a bordo di un’utilitaria Honda Jazz insieme ai suoi due figli: una ragazza di 18 anni e un ragazzino di 13 anni che sono stati accompagnati, dal 118, all’Ospedale Maggiore per accertamenti. Sono rimasti feriti, in modo più lieve, gli occupanti dell’altra vettura coinvolta, una Citroen C4. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri che sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Ieri, sulla Statale della Futa, aveva perso la vita un motociclista 76enne uscito di strada con il suo mezzo.

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Concertone sotto tono, funestato dal maltempo

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Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo. Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. “È stato molto rock. Molto d’avanguardia”. L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: “torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica.

A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c’è bisogno di far detonare l’energia musicale”. Il brivido c’è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi. BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. “Ci dicono sempre ‘non mollare, non ti arrendere, devi farcela’. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela.

Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho”. Lo ha detto dal palco del Concertone. “Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva”, ha aggiunto. Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. “Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro.

In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti”. E poi l’affondo: “In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l’indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze”. Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.

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