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I privati verso la Luna, in una corsa a ostacoli

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Si annuncia una corsa a ostacoli, quella dei privati verso la Luna. A 52 anni dall’ultima missione Apollo, il lander Peregrine, il primo costruito da un’azienda privata, l’Astrobotic aveva cominciato bene il suo viaggio, ma poi le comunicazioni si sono interrotte. Il lancio è andato bene, il veicolo si è separato regolarmente dallo stadio Centaur del nuovo razzo Vulcan della United Lauch Alliance, la telemetria è stata ricevuta e tutti i sistemi si sono accesi, ma poi si è verificata un’anomalia al sistema di puntamento del Sole, i pannelli solari non sono più stati illuminati e la batteria si è quasi scaricata.

È stata tentata così una manovra, dopo la quale le comunicazioni con Peregrine si sono interrotte. Inoltre l’Astrobotic sospetta che il mancato orientamento corretto sia dovuto a un problema di propulsione, che renderebbe molto difficile un allunaggio morbido. Peregrine è stato lanciato dalla piattaforma 41 della Space Force Station, la base del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti a Cape Canaveral, con la missione Cert-1 e con l’obiettivo di portare sulla Luna 21 fra esperimenti e altri carichi, dai Bitcoin a ceneri umane, il cui spazio a bordo è stato pagato da università, istituzioni e aziende di sette Paesi e dalla Nasa.

L’agenzia spaziale americana considera questa missione parte del programma Artemis per il ritorno alla Luna e del suo programma commerciale, il Commercial Lunar Payload Services. La missione è stata organizzata nell’ottica della Lunar Economy, la parte della New Space Economy che punta all’utilizzo delle risorse sulla superficie lunare, ed è partita come una gara: se l’Astrobotic puntava all’allunaggio il 23 febbraio, la Intuitive Machine prevede di lanciare il suo lander Nova-C non prima del 12 febbraio e di portarlo sul suolo lunare il 22 febbraio. Il 19 gennaio, intanto, dovrebbe arrivare sulla Luna il lander Slim dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa: in caso di successo, il Giappone diventerebbe il quinto Paese a toccare il suolo lunare, dopo Stati Uniti, Russia, Cina e India.

Ma, soprattutto, Slim inaugurerà una nuova tecnologia per gli atterraggi di precisione su un suolo difficile come quello lunare. A disposizione delle future missioni dirette alla Luna c’è adesso anche il razzo Vulcan, una versione avanzata dell’Atlas. Alto quasi 62 metri e dal diametro di 5,4 metri, il razzo Vulcan è nato per ridurre i costi dei lanci. Ha infatti sostituito i motori Rd-18 dell’Atlas, che erano forniti dalla Russia, con i motori Be-4 costruiti dalla Blue Origin.

“Il volo inaugurale di Vulcan inaugura una nuova capacità di rispondere alle esigenze crescenti dei lanci spaziali”, ha commentato Tory Bruno, presidente e amministratore delegato della Ula. Con il destino di Peregrine è in sospeso anche quello dei carichi che gli stono stati affidati, oltre che dalla Nasa, università e aziende americane, dall’agenzia spaziale messicana Aem, al suo debutto in una missione spaziale, e da Regno Unito, Ungheria, Germania Giappone e Seychelles. Fra i carichi, la moneta dedicata alla Luna caricata con un Bitcoin e la copia del Genesis Block, il primo blocco di bitcoin a essere estratto, poi le nano-litografie dell’artista italiano Alessandro Scali, e le capsule con ceneri umane arrivate sul lander per iniziativa delle aziende Celestis ed Elysium Space, che hanno sollevato le proteste dei Navajo. (

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Dita e viso, il futuro della sicurezza senza password

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Intel ha istituto il World Password Day nel 2013. Ogni primo giovedì di maggio, da quell’anno, si ricorda l’importanza delle chiavi alfanumeriche, numeri e parole, per proteggere le nostre vite digitali. Una giornata che potrebbe presto essere un ricordo, con la dismissione delle password tradizionali a favore di metodi più sicuri. Non a caso, l’azienda di sicurezza Sophos vorrebbe ribattezzare l’iniziativa come “Giornata mondiale della password e dell’autenticazione a più fattori”. Per gli esperti del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, alle password resta poco da dire: la biometria, ossia la scansione di polpastrelli e del viso, su smartphone, tablet ma anche computer, è l’unica via percorribile per difendere i dati dai criminali informatici.

“Le tecnologie attualmente disponibili consentono di implementare sistemi di protezione decisamente più efficaci rispetto alle sequenze di numeri, lettere e caratteri speciali che, moltiplicate per le decine di servizi digitali che ognuno di noi utilizza, sono oggettivamente impossibili da memorizzare, oltre che facilmente rintracciabili dai cyber criminali” afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico del Clusit. La sicurezza digitale può essere oggi garantita, per il Clusit, soltanto da tecnologie moderne di protezione degli account. Tra queste, l’autenticazione multi-fattore, che richiede una doppia validazione, oltre alla password, per verificare l’identità e ottenere il via libera per l’uso di un account, una rete o un’applicazione. Un esempio è la ricezione di un codice temporaneo che arriva sul proprio numero di cellulare.

Oppure i sistemi biometrici, che includono la mappatura delle impronte digitali, il riconoscimento facciale e la scansione della retina, e da altre tecnologie cosiddette “passwordless”, più sicure e meno attaccabili. Dello stesso parere è l’azienda di cybersecurity Kaspersky, che ha ricordato come, negli ultimi mesi a livello globale, quasi otto piccole e medie imprese su dieci (76% delle intervistate) siano cadute sotto i colpi degli hacker spesso a causa di password deboli e ripetute. Il 34% delle Pmi ha riportato fughe di dati riservati, il 23% danni alla reputazione e il 20% perdita di fiducia dei clienti. Circa il 9% ha dovuto sospendere le proprie attività. Per chi usa ancora la combinazione di lettere e numeri, i consigli sembrano ovvi ma ancora necessari: “Non scrivere le password su quaderni o foglietti adesivi” spiegano dalla società di sicurezza Trend Micro “ed evitare nomi e date di nascita. Per noi sono facili da ricordare ma semplificano la vita ai ladri di informazioni digitali”.

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Media, ‘Apple intensifica le trattative con OpenAI’

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Le trattative fra Apple e OpenAI si intensificano dopo mesi di contatti ai minimi. Pur restando in trattative con Google per un possibile uso della sua chatbot Gemini, Cupertino ha iniziato a discutere con OpenAI i termini per un possibile accordo per integrare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in iOS18, il prossimo sistema operativo dell’iPhone. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Apple non ha ancora deciso con chi collaborerà.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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