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Cronache

Grillo a Perino, non avere i numeri per fermare il Tav non è tradimento

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“La pacatezza ostentata non cambia il senso alle parole che ha usato: tradimento. Il MoVimento vi ha tradito, ha tradito la Val di Susa, i No Tav e sopratutto Alberto Perino. Tradire significa qualcosa come passare dalla parte dell’avversario. La sua è una pacatezza ipocrita che fa l’occhiolino a chi si è dimenticato cosa significhi quella parola. Non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene”  scrive su Fb Beppe Grillo replicando al leader No Tav. “Il mainframe che vuole la Tav come feticcio di un sole dell’avvenire lo conosco bene, ma non avrei mai immaginato che lei avrebbe provincializzato, anche cerebralmente, la lotta contro queste opere inutili e dannose. In Val di Susa ho rimediato un candelotto in faccia e 4 mesi di condanna, ma il peggio é essere stato al fianco di uno che oggi (solo per il fatto che questo è un paese democratico) mi da del traditore. Questa è una delusione, non perchè abbiamo mai mangiato insieme, piuttosto per averla così sopravvalutata”, scrive Grillo che poi conclude: “I suoi sforzi per insultare me ed il movimento, con tarda pacatezza, esprimono la dinamicità di un fermacarte, incapace di farsi delle nuove domande, mentre l’avversario ha già cambiato pelle moltissime volte”.

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Cronache

Marano, auto contro scooter: investitore fermato per omicidio volontario

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E’ stato sottoposto a fermo – secondo quanto riferiscono organi di stampa – il giovane che ieri, nel Napoletano, ha provocato la morte del ventenne Corrado Finale, speronato mentre era in sella a uno scooter insieme con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. I carabinieri di Marano (Napoli) e la Procura di Napoli Nord però non gli contestano l’omicidio stradale ma i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, avrebbe inseguito e investito la coppia di giovani centauri appositamente, dopo l’ennesima lite per un amore contrastato. Pare, infatti, che il giovane rimasto ferito avesse una relazione osteggiata con la sorella del giovane fermato. I dissidi andavano avanti da tempo e avevano avuto altri momenti critici ma ieri tutto sarebbe scaturito da un incontro casuale, avvenuto sulla via del Mare, durante il quale gli animi si sono di nuovo accesi. L’investitore, dopo avere provocato l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso.

Lo scooter è prima finito contro un palo e poi è carambolato su una fioriera. Subito le condizioni di salute della vittima sono sembrate gravi. Il fermato si è fermato successivamente in caserma, accompagnato dal suo avvocato. La dinamica dell’accaduto nel frattempo era stata già desunta dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona mentre è stato il ragazzo rimasto ferito (30 giorni di prognosi) a spiegare il movente ai carabinieri.

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Incidenti stradali in Salento, due vittime in poche ore

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Si allunga la scia di sangue sulle strade del Salento: sulla litoranea che collega Otranto a Porto Badisco nella notte è morto un motociclista 50enne, Giuseppe Fiorentino, originario di Galatina e residente a Castrignano dei Greci. Per cause in corso di verifica ha perso il controllo della moto andando a finire fuori strada . Poco prima, sulla statale 274, si è verificato un altro incidente in cui è morto un 29 enne di Melissano, Matteo Giuseppe Bortone: stava rientrando a casa da una serata trascorsa con gli amici a Gallipoli quando ha perso il controllo della sua Mini Cooper finendo contro il guardarail.

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Cronache

Laureati in Europa: Italia tra le ultime, divari regionali e necessità di miglioramento

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Secondo i più recenti dati Eurostat, il 43,1% della popolazione tra i 25 e i 34 anni nell’Unione Europea ha conseguito un livello di istruzione terziaria, come una laurea o un titolo equivalente. Tuttavia, l’Italia continua a trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto alla media europea, come confermato anche dall’Ocse. Questo divario si accentua ulteriormente se si considerano le profonde differenze regionali all’interno del Paese.

In Europa settentrionale e occidentale, in particolare nelle capitali come Parigi e Stoccolma, i tassi di laureati superano spesso il 60%, riflettendo economie sviluppate e una forte domanda di laureati, soprattutto in discipline giuridiche ed economiche. Anche nei paesi con tassi di istruzione terziaria inferiori, come la Polonia e l’Italia, le aree metropolitane come Varsavia e Roma presentano percentuali di laureati significativamente superiori rispetto alle altre zone. Questo “effetto capitale” evidenzia come le opportunità educative e lavorative attraggano giovani verso le grandi città, a scapito delle aree più periferiche e industrializzate, come il Nord Italia o alcune regioni della Germania.

Italia: divari tra Nord e Sud

Il divario italiano è particolarmente evidente quando si analizzano le differenze regionali. Il Centro-Nord si avvicina maggiormente ai livelli europei, mentre il Sud soffre di un forte ritardo. Con un tasso di passaggio dal diploma all’università intorno al 40%, il Sud Italia mostra percentuali di laureati simili a quelle di alcune regioni dell’Europa orientale, come Bulgaria e Romania. Calabria, Puglia e Sicilia, in particolare, si collocano tra le regioni europee con il minor numero di laureati.

Questo ritardo non riguarda solo la quantità di laureati, ma anche la qualità dell’istruzione. L’Italia, infatti, non solo ha meno laureati rispetto alla media europea, ma è anche carente in discipline che offrono maggiori opportunità sul mercato del lavoro, come le materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Il recente report Eurostat colloca l’Italia all’ultimo posto nell’Ue per il tasso di occupazione dei neolaureati, con paesi come Grecia e Romania che ci superano in questo ambito.

Una sfida duplice per l’Italia

L’Italia deve affrontare una duplice sfida: aumentare il numero di giovani che si iscrivono all’università e completano gli studi, e migliorare la qualità dell’istruzione per allinearla alle esigenze del mercato del lavoro. Concentrarsi esclusivamente sulla quantità di laureati, senza considerare la qualità, rischia di trasformare l’istruzione da investimento a costo. Le decisioni prese oggi avranno un impatto a lungo termine e, se non si investirà nella qualità, il sistema educativo potrebbe non rispondere adeguatamente alle necessità future.

Una sfida per tutta l’Europa

L’Europa, d’altra parte, deve affrontare il problema della distribuzione disomogenea dei laureati sul territorio. Come sottolineato nelle recenti tornate elettorali, il divario tra metropoli e periferie non si limita solo all’economia, ma anche all’istruzione. Ridurre questa disparità è fondamentale per garantire uno sviluppo economico e sociale più equilibrato e sostenibile.

In conclusione, l’istruzione terziaria rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo di un paese. Non basta concentrarsi sulla quantità di laureati: la qualità dell’istruzione e una distribuzione più equa sul territorio sono altrettanto cruciali per rendere l’istruzione un vero investimento per il futuro.

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