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Esteri

Greta non molla, ancora fermata e rilasciata in Germania

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Continuano le manifestazioni ecologiste nell’area intorno a Luetzerath, in Nordreno-Vestfalia, il villaggio tedesco che sarà destinato a un sito di estrazione di carbone da parte dell’azienda energetica Rwe. Da ieri il paesino è completamente sgombero, ma per sei giorni è stato teatro di scontri tra attivisti e forze dell’ordine. Oggi i manifestanti per la difesa del clima sono comparsi in varie località vicine a Luetzerath, tra cui alla miniera di lignite di Garzweiler. Con loro anche l’attivista svedese Greta Thunberg. Il gruppo si era posizionato sul bordo della cava di estrazione di Garzweiler. La polizia ha quindi rimosso gli ambientalisti, inclusa Thunberg che è stata portata via di peso da tre agenti. Le immagini di Greta sorridente mentre viene allontanata dalla polizia hanno fatto velocemente il giro dei media tedeschi e internazionali. Gli attivisti sono poi stati fatti salire su un pullmino per essere allontanati dall’area.

Come ha dichiarato un portavoce della polizia di Aquisgrana, Thunberg è stata identificata e poi rilasciata. Lo stesso è avvenuto per gli altri manifestanti. Non sarebbe stato effettuato alcun arresto. Già la scorsa domenica Thunberg era stata spostata con la forza da alcuni agenti durante un sit-in nei pressi di Luetzerath, così com’era avvenuto un paio di giorni prima con un’altra nota attivista per il clima, la tedesca Luisa Neubauer. Thunberg è nella zona di Luetzerath da venerdì scorso, quando ha definito “assurda” la decisione di Berlino di estrarre ancora carbone nel 2023 e ha elogiato le proteste degli ecologisti tedeschi. “Vogliamo mostrare cos’è il potere delle persone, cos’è la democrazia”, ha dichiarato. Venerdì Greta ha anche criticato la “violenza scandalosa” della polizia, per gli scontri che hanno scatenato polemiche e scambi di accuse tra forze dell’ordine e manifestanti. Sabato l’attivista svedese ha partecipato a una grande manifestazione nei pressi sempre di Luetzerath, a cui secondo gli organizzatori avrebbero partecipato 35mila persone.

Thunberg, secondo una sua portavoce, non intende fare passi indietro e parteciperà ad altre altre proteste nella stessa zona. Il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck dei Verdi, ha difeso la scorsa settimana la scelta di sfruttare temporaneamente il sito di Luetzerath, disabitato dall’anno scorso, e ha commentato che sarebbe sbagliato scegliere il villaggio come “simbolo” della lotta al cambiamento climatico. Non tutti i membri del partito sono però d’accordo sulla sua linea e alcuni militanti della base hanno protestato contro la leadership. In un’intervista a Bloomberg, il cancelliere Olaf Scholz ha intanto sottolineato come, tra varie misure, anche la riattivazione delle miniere di carbone abbia contribuito a far resistere l’economia tedesca allo shock energetico legato alla guerra in Ucraina, precisando che le scelte di Berlino hanno avuto successo: “Nessuno si aspettava davvero che saremmo facilmente sopravvissuti a uno stop completo del gas russo”.

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Esteri

Trump: Zelensky vuole un accordo e rinuncerebbe alla Crimea. Putin smetta di sparare e firmi

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Volodymyr Zelensky è “più calmo” e “vuole un accordo”. È quanto ha riferito Donald Trump, secondo quanto riportato dai media americani, dopo il loro incontro avvenuto nella suggestiva cornice di San Pietro, a margine dei funerali di papa Francesco.

Un incontro positivo e nuove prospettive

Trump ha descritto l’incontro con il presidente ucraino come «andato bene», sottolineando che Zelensky sta «facendo un buon lavoro» e che «vuole un accordo». Secondo il tycoon, il leader ucraino avrebbe ribadito la richiesta di ulteriori armi per difendersi dall’aggressione russa, anche se Trump ha commentato con tono scettico: «Lo dice da tre anni. Vedremo cosa succede».

La questione della Crimea

Tra i temi toccati nel colloquio, anche quello della Crimea. Alla domanda se Zelensky sarebbe disposto a cedere la Crimea nell’ambito di un eventuale accordo di pace, Trump ha risposto: «Penso di sì». Secondo il presidente americano, «la Crimea è stata ceduta anni fa, senza un colpo di arma da fuoco sparato. Chiedete a Obama». Una posizione che conferma il suo approccio pragmatico alla questione ucraina.

L’appello a Putin: “Smetta di sparare”

Trump ha ribadito di essere «molto deluso» dalla Russia e ha lanciato un nuovo appello al presidente Vladimir Putin: «Deve smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo». Il tycoon ha anche rinnovato la convinzione che, se fosse stato lui presidente, la guerra tra Mosca e Kiev «non sarebbe mai iniziata».

Un contesto suggestivo

Riferendosi all’incontro tenutosi a San Pietro, Trump ha aggiunto: «È l’ufficio più bello che abbia mai visto. È stata una scena molto bella». Un commento che sottolinea anche la forza simbolica del luogo dove i due leader si sono parlati, all’ombra della basilica vaticana.

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Media, due giornalisti italiani espulsi dal Marocco

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Due giornalisti italiani sarebbero stati espulsi ieri sera dalle autorità marocchine con l’accusa di aver cercato di entrare illegalmente nella città di Laayoune (El Aaiun). Lo rivela il quotidiano marocchino online Hespress. Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del ‘Manifesto’, e il fotografo Giovanni Colmoni, avrebbero tentato di entrare nella città marocchina meridionale al confine con la regione contesa del Sahara Occidentale “senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia”.

I due erano a bordo di un’auto privata e, secondo quanto riporta il quotidiano marocchino, sarebbero stati fermati dagli agenti che hanno interpretato il tentativo di ingresso come un “atto provocatorio, in violazione delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Sempre secondo l’Hespress, i due reporter avrebbero cercato di “sfruttare il fatto di essere giornalisti per promuovere programmi separatisti. Per questo sono stati fermati e successivamente accompagnati in auto nella città di Agadir”. Non era la prima volta che i due tentavano di entrare a Laayoune, secondo il quotidiano, ma sempre “nel disprezzo per le procedure legali del Marocco”.

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Mosca: abbattuti 115 droni ucraini, un morto a Bryansk

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Mosca afferma che di aver abbattuto stanotte 115 droni ucraini sul territorio russo e che un civile è rimasto ucciso in uno degli attacchi effettuati dai velivoli senza pilota delle forze di Kiev, quello sulla città occidentale di Bryansk.

Secondo un comunicato del Ministero della Difesa di Mosca citato dall’agenzia di stampa russa Tass i droni ucraini sono stati intercettati sulle regioni di Bryansk (102), Kursk (due) e Belgorod (uno), sulla Crimea (nove) e sul Mar Nero (uno). Il governatore del Bryansk, Alexander Bogomaz, ha scritto su Telegram che “il regime di Kiev ha compiuto un altro atto terroristico questa notte” sul capoluogo di regione uccidendo “un civile” e ferendo “una donna”. L’attacco ha danneggiato anche alcune infrastrutture civili, ha aggiunto Bogomaz.

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