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Gli onori del mondo a Chirac, sepolto accanto alla figlia

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Il mondo ha rivolto un ultimo addio a Jacques Chirac, l’ex presidente francese la cui scomparsa giovedi’ scorso, all’eta’ di 86 anni, ha suscitato un’ondata di forte emozione in Francia e anche altrove. “Tutto il popolo francese ha vissuto la vostra presenza questa mattina alla cerimonia come un segno di amicizia e di rispetto”, ha detto il presidente Emmanuel Macron, ringraziando i tanti leader internazionali, tra cui Sergio Mattarella, giunti a Parigi per partecipare alla messa solenne in omaggio a Chirac nella chiesa parigina di Saint-Sulpice a cui e’ seguita una colazione in suo ricordo all’Eliseo. Nella Re’publique in lutto per la morte di colui che ha segnato 40 anni di vita politica e che, secondo un sondaggio, e’ stato il presidente piu’ apprezzato dai connazionali insieme con Charles de Gaulle, gli omaggi si sono susseguiti in modo praticamente incessante per tre giorni. Una grande manifestazione di unita’ nazionale, al di la’ delle contrapposizioni politiche, vissuta da alcuni anche come la fine di uno stile e di un’epoca: l’addio a quel cosiddetto ‘vecchio mondo’ che in assenza dei social network andava a fare politica sul terreno, tra la gente, un’arte di cui Chirac viene unanimemente ricordato come maestro indiscusso. In questa ultima giornata di omaggi a colui che fu per 12 anni presidente, due volte premier, tre volte sindaco di Parigi, ministro a ripetizione nonche’ fondatore e capo del partito neogollista Rpr, il primo appuntamento della mattinata, strettamente privato, e’ stata la funzione familiare svoltasi nella cappella degli Invalides, prima del trasporto del feretro a Saint-Sulpice, in presenza di un’ottantina di personalita’ venute dal mondo intero, tra cui Mattarella, l’omologo tedesco Franck-Walter Steinmeier e il russo Vladimir Putin. Alla funzione e’ poi seguito un pranzo nel Salone delle Feste dell’Eliseo a cui hanno confermato la loro presenza una settantina di invitati, ma non Putin. Mattarella era seduto al tavolo di Macron, insieme, tra gli altri, a Bill Clinton, al re Abdallah di Giordania, ai premier belga Charles Michel e libanese Saad Hariri. A fare gli onori di casa, agli altri tavoli, gli ex presidenti Francois Hollande e Nicolas Sarkozy. Assente invece dal pranzo all’Eliseo un altro storico presidente francese, Valery Giscard d’Estaing, le cui relazioni con Chirac non furono sempre serene. Il pranzo in suo ricordo e’ stato pensato nei minimi dettagli. Per l’occasione, l’Eliseo ha rispolverato un servizio di piatti voluto dall’ex presidente per segnare l’ingresso negli anni 2000. Nel menu dello chef Guillaume Gomez, che inizio’ a lavorare per la presidenza proprio ai tempi di Chirac, c’era un’insalata ‘Correzienne’, in riferimento alla Corre’ze, il dipartimento della Francia profonda di cui era originaria la famiglia. Bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici di Francia, compresa l’ambasciata francese a Roma, e alle 15 un minuto di silenzio e’ stato osservato negli edifici pubblici, scuole incluse. Nel pomeriggio, il feretro di Chirac e’ stato sepolto, in forma strettamente privata, nel cimitero di Montparnasse, accanto alla figlia Laurence, scomparsa nel 2016. Nei giorni scorsi migliaia di francesi avevano portato l’ultimo saluto nell’omaggio popolare voluto dalla famiglia, mettendosi per ore in fila davanti all’Eliseo prima e poi agli Invalides.

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‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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