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Giornata del malato, Papa Francesco vicino alle vittime Covid e ai medici

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La Chiesa celebra domani la ricorrenza di Nostra Signora di Lourdes, XXIX Giornata Mondiale del Malato, ed e’ un nuovo momento per papa Francesco per manifestare la sua vicinanza ai malati di Covid-19 e a chi lotta a tutti i livelli contro la pandemia. Alle varie crisi provocate o evidenziate dal Coronavirus – sanitaria, ambientale, economica e sociale, ambientale, politica, educativa – il Papa ha gia’ dedicato due giorni fa il discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, tradizionalmente uno dei piu’ importanti e articolati dell’anno. E oggi in udienza generale, in diretta video dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, e’ tornato sul tema proprio ricordando che domani ricorre la festa della “patrona degli ammalati”. “Chiediamo che per sua intercessione il Signore conceda la salute dell’anima e del corpo a tutti coloro che soffrono di ogni malattia e della corrente pandemia – ha affermato in spagnolo salutando i fedeli di quella lingua – e rafforzi coloro che li assistono e li accompagnano in questo momento di prova che stanno attraversando nella loro vita”. Poi, rivolgendo i suoi auguri a chi venerdi’ prossimo, in Estremo Oriente e in altre parti del mondo, festeggia il Capodanno lunare, ha aggiunto: “In questo particolare momento nel quale forti sono le preoccupazioni per affrontare le sfide della pandemia, che tocca non solo il fisico e l’anima delle persone ma influisce anche sulle relazioni sociali, formulo l’auspicio che ognuno possa godere di piena salute e di serenita’ di vita”. “Mentre invito infine a pregare per il dono della pace e di ogni altro bene – ha detto ancora -, ricordo che essi si ottengono con bonta’, rispetto, lungimiranza e coraggio. Non dimenticate mai di avere una cura preferenziale verso i piu’ poveri e i piu’ deboli”. E gia’ nel Messaggio per la Giornata del Malato di domani, pubblicato lo scorso 20 dicembre, rilevava che essa “e’ momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunita’”. “Il pensiero – sottolineava il Pontefice – va in particolare a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia del coronavirus. A tutti, specialmente ai piu’ poveri ed emarginati, esprimo la mia spirituale vicinanza, assicurando la sollecitudine e l’affetto della Chiesa”. Lui stesso sottoposto mercoledi’ scorso alla seconda dose di vaccino – mentre suoi stretti collaboratori, l’ultimo il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, continuano a scoprirsi positivi al Covid -, il Pontefice ha sempre come primo pensiero le sofferenze dei malati e lo strenuo impegno di operatori sanitari e assistenti. Intanto oggi, nell’udienza generale, ha dedicato la sua meditazione al tema “Pregare nella vita quotidiana”. “Preghiamo dunque sempre per tutto e per tutti – ha esortato -. Preghiamo per i nostri cari, ma anche per quelli che non conosciamo; preghiamo perfino per i nostri nemici, come spesso ci invita a fare la Scrittura. La preghiera dispone a un amore sovrabbondante. Preghiamo soprattutto per le persone infelici, per coloro che piangono nella solitudine e disperano che ci sia ancora un amore che pulsa per loro”. “La preghiera compie miracoli”, ha concluso.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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