La sera del 17 gennaio Antonio Dello Russo, 39 anni, morì andandosi a schiantare contro un albero: la prima ricostruzione rivelava che l’uomo, che stava con ogni probabilità raggiungendo casa sua a Mercogliano, Avellino, aveva forzato un posto di blocco dei carabinieri senza fermarsi all’alt e forse aveva anche speronato la macchina dei militari che avevano iniziato un inseguimento. Che cosa fosse realmente accaduto o perché Dello Russo avesse deciso di non fermarsi questo era molto meno chiaro. L’autopsia ha rivelato che Antonio Dello Russo mentre era in fuga è stato raggiunto da due proiettili durante l’inseguimento lungo la strada che da Monteforte porta a Mugnano del Cardinale.

Due militari della Compagnia di Baiano sono stati iscritti sul registro degli indagati per omicidio colposo. Gli esami autoptici avrebbero rivelato che i  colpi di pistola esplosi dai carabinieri non avrebbero colpito soltanto le ruote dell’auto ma anche l’uomo al volante. Alla gamba e al gomito: saranno gli esami balistici a stabilire se i proiettili hanno ferito Dello Russo di striscio o se ne hanno causato la morte. Dal canto loro i Carabinieri hanno spiegato al pm di aver seguito il protocollo.

I familiari intanto si chiedono perché c’è voluto tanto tempo per sapere della morte del figlio: alle 7 del mattino preoccupati dal mancato ritorno a casa dell’uomo e visto che il cellulare squillava a vuoto, hanno chiamato il 112. Gli hanno risposto che lo avrebbero cercato, un’ora dopo hanno chiesto ancora ma solo alle 10, hanno raccontato, hanno detto loro che Antonio era morto.