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Gazzetta Awards, standing ovation per Sinisa Mihajlovic: ora vedo il sole

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Una autentica standing ovation ha accolto l’ingresso di Sinisa Mihajlovic, premiato questa sera ai Gazzetta Awards con il riconoscimento “Legend”, dedicato ai piu’ grandi personaggi di sempre dello sport. “Ora vedo il sole – rivela Mihajlovic, arrivato sul palco con una coppola nera in testa per nascondere la propria lotta contro la leucemia dopo il trapianto del midollo -, vedo la fine del tunnel. Non volevo fare l’eroe, e’ stata una bella botta ma ho fatto quello che dovevo, petto in fuori e sguardo dritto”. Mihajlovic ha scherzato con l’amico Roberto Mancini, seduto in platea, rivendicando la paternita’ di molti suoi gol (“i miei assist erano bellissimi”), ha ringraziato la moglie Arianna (“e’ l’unica persona che ha piu’ palle di me”), si definisce il miglior tiratore di punizioni di sempre (“calciavo in vari modi”) e si commuove quando ricorda di “non avere potuto dare il suo ultimo saluto” al padre. “In questi mesi – ricorda MIhajlovic – gli stessi tifosi che mi insultavano mi hanno tributato omaggi con degli striscioni che mi hanno emozionato. L’allenatore Mihajlovic si puo’ discutere, non si puo’ discutere l’uomo: sono sempre stato leale, ho sempre detto quello che penso, nel bene e nel male. La mia famiglia e tutto il mondo del calcio mi sono stati vicini ed e’ stato bello, emozionante. Mi sono sentito come in una grande famiglia. L’importante e’ non perdere mai la voglia di combattere. Quattro mesi fa non potevo nemmeno pensare di essere qui oggi, ma bisogna andare avanti giorno per giorno”

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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